"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

martedì 22 marzo 2016

“Cessi pubblici” fra ritardi, sprechi e cantieri aperti.


Rifondazione Comunista denuncia i lunghi ritardi nella realizzazione dei servizi igienici pubblici a Gaeta

La vorace esigenza dell'amministrazione Mitrano di aprire sempre più cantieri in città, come se fosse stata colta da un delirio di onnipotenza e dal desiderio di passare a tutti i costi alla storia con monumentali stravolgimenti dell'assetto urbano, ha portato per forza di cose all'abbandono di alcuni di essi, come è il caso più eclatante della rotonda ancora in attesa dell'arrivo della fontana papalina, o dei meno evidenti bagni pubblici, la cui pomposa “annunciazione” mediatica risale ormai a tre anni fa, in risposta peraltro alle sempre più pressanti richieste da parte di cittadini raccolte in un nostro comunicato pubblico del 2012. Da allora continua a pesare questa ormai pluridecennale mancanza di servizi, aggravata anche dalla nascita spontanea di vere e proprie latrine a cielo aperto, nei pressi dei locali della cosiddetta “movida gaetana”, o in posti più appartati come le scale che collegano via Europa all'ex centro commerciale UPIM.
 
Con le deliberazione numero 215 del 7 Luglio 2012 e 238 del 14 Settembre 2012 infatti la Giunta stanziava ben 100.000 euro per la realizzazione di due servizi igienici, il primo in prossimità di piazza XIX Maggio e il secondo nel centro storico di Sant'Erasmo.  Il 2 Settembre 2014 iniziavano, per la realizzazione del primo dei due bagni pubblici, i lavori della ditta Linea Città Srl di Cesena che, in barba alla previsione di soli 45 giorni di completamento dell'opera, ancora non ci risulta abbia consegnato il cantiere. Secondo quanto appreso da un interrogazione consiliare del 22 Ottobre 2015 si starebbe aspettando l'intervento di Acqualatina. Intanto la struttura è stata completata e lasciata in abbandono da quasi due anni. Il Partito della Rifondazione Comunista chiede quindi al Sindaco e all'Assessore Matarazzo quali sono i tempi di attesa previsti per il completamento dei lavori, perché non sono iniziati i lavori del secondo bagno pubblico, che fine ha fatto e se è ancora valido l'anno di manutenzione offerto dalla ditta costruttrice, e se ci sono problemi di comunicazione o copianificazione degli interventi con l'azienda Acqualatina SPA, visto che anche nel cantiere di piazza Capodanno sono settimane ormai che si attende l'intervento della stessa.
 
 
Circolo PRC “Mariano Mandolesi”

venerdì 18 marzo 2016

il Circolo PRC Mariano Mandolesi Gaeta-Itri aderisce al presidio dei lavoratori Coop a Formia del 19/3/2016 e invita a partecipare alla manifestazione del 26 Marzo a Terracina.

Condividiamo il comunicato dei compagni del Circolo PRC "Enzo Simeone" di Formia:


Il Circolo “ENZO SIMEONE” aderisce alle iniziative di lotta dei lavoratori della COOP di Formia, Cisterna, Frosinone, Fiuggi e Terracina, con le quali si vuole dire un forte no alla cessione dei punti vendita ad imprenditori privati.
Il modello che la Unicoop Tirreno ha deciso di adottare è il franchising, con la quale la proprietà vera passa a terzi ma rimane loro la possibilità di utilizzare il marchio Coop nei punti vendita acquistati.
L’ipotesi di cederli in franchising a soggetti esterni al mondo cooperativo è chiaramente il tentativo da parte della Unicoop Tirreno di sbarazzarsi dei lavoratori e dei loro diritti, considerandoli da tempo un peso insostenibile.
Lo sanno bene i sindacati che infatti hanno denunciato come “l’abbandono di una parte delle lavoratrici e dei lavoratori che da anni svolgono con dedizione il proprio lavoro a servizio di soci e consumatori non è una soluzione che può essere condivisa. Si determinerebbe un grave precedente, le ripercussioni del franchising le conosciamo bene e sappiamo quali nefaste conseguenze pagano le persone che ci lavorano”.
Facciamo nostre le preoccupazioni dei sindacati, ma soprattutto dei lavoratori che vedono aprirsi degli scenari lavoratori inquietanti.
In pericolo non sono solo infatti i livelli occupazionali (nessuna garanzia è stata data in tal senso), ma anche le condizioni di lavoro, che non potranno che essere peggiorative rispetto a quelle attuali.
Non si capirebbero altrimenti le vere motivazioni che si nascondono dietro la cessione dei cinque punti vendita.
E’ ormai chiaro a tutti che nell’ambito del mondo del commercio si stanno sperimentando le forme più bieche si sfruttamento e di precarietà.
Abbiamo denunciato più volte di come le inaccettabili forme di precarietà sperimentate nel settore del commercio e della grande distribuzione (anche quella cooperativistica), i salari inadeguati al costo della vita, gli orari impossibili che arrivano a mettere in discussione la vita privata dei lavoratori, sono lo specchio del progetto di smantellamento dei diritti nel lavoro che trova compimento giuridico nel Jobs Act.
Lo stesso succede nell’ambito del mondo cooperativo, nel quale lo spirito di solidarietà e di mutualità – per anni motivi di orgoglio – è stato venduto alla logiche di mercato. Non siamo però stupiti.
Sono anni che assistiamo ad un graduale ma costante processo di smantellamento dello Statuto dei Lavoratori ad opera del PD (tra i principali beneficiari dei finanziamenti delle cooperative), diventato il braccio armato dei padroni, che utilizzano la crisi per sbarazzarsi dei lavoratori e dei loro diritti.
Facciamo appello a tutte le forze della sinistra e al sindacato, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani, ai meno giovani, ai pensionati, ai tanti a cui viene negato un futuro perlomeno dignitoso, affinché si costruisca un fronte unitario che dica no alla svendita dei diritti dei lavoratori.
Per questo ci attendiamo una massiccia partecipazione al presidio che si terrà Sabato 19 Marzo – alle ore 8.00 – nei pressi del punto vendita COOP che si trova in via Alcide De Gaspari.
Ci aspettiamo inoltre che anche l’attuale amministrazione aderisca, facendo proprie le preoccupazioni dei lavoratori.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

martedì 15 marzo 2016

Gaeta: Altre cinque famiglie rischiano di finire per strada. E’ vergognoso!

La Giunta Mitrano prosegue senza sosta la propria politica di macelleria sociale consistente nella continua ed instancabile sottrazione di diritti e risorse alle classi popolari in favore di ricchi, privilegiati e aziende che di solito nulla hanno a che vedere con il nostro territorio. L’ultima trovata lascia di stucco perché colpisce ancora una volta quel diritto abitativo, il cui mancato rispetto è tra gli elementi principali a determinare un’emigrazione continua e massiccia dalla nostra città. Alla luce di provvedimenti quali la deliberazione di Giunta n. 277 del 02.12.2014, con la quale è stata effettuata la ricognizione degli immobili di proprietà comunale non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali dell’Ente suscettibili di alienazione e/o valorizzazione, e della deliberazione del Consiglio Comunale n 99 del 19.12.2014 di approvazione del Bilancio, è stata bandita l’asta pubblica che si terrà giovedì 7 Aprile 2016 per la vendita a lotti separati di 5 unità immobiliari del comune, site in Salita della Civita e Vico della Sorresca. L’obiettivo dell’operazione è la vendita ai privati di una parte importante del patrimonio immobiliare comunale per incassare una cifra complessiva di circa un milione e trecentomila euro solo come base d’asta. Soldi che verranno destinati probabilmente in larga parte a grandi opere e restyling inutili, assieme alle tasse sempre più soffocanti e indifferenziate o ai mutui comunali dilatati a dismisura. La cosa più grave tuttavia è che a quanto risulta non si esiterebbe a mettere in strada 5 famiglie bisognose della nostra città, che abitano attualmente gli alloggi in vendita e hanno dovuto apprendere la “bella notizia” dalla stampa locale a cose fatte. Tra i componenti dei nuclei ci sono ragazze madri, pensionati minimi, disoccupati e addirittura invalidi gravi. Tre dei nuclei posseggono un contratto di ERP ed uno ha un contratto privato stipulato con il Comune, tutti con i relativi canoni. Da quanto riferito inoltre uno dei nuclei aveva svolto da poco a proprie spese importanti e costosi lavori di ristrutturazione per i quali il Comune stesso avrebbe dato il proprio assenso. Ora le famiglie vivono nel terrore sapendo che tra pochi giorni potrebbero non avere più un tetto sulla testa. Difficile pensare che qualcuna di esse possa usufruire dell’ipotetico diritto di prelazione sborsando le somme esorbitanti della vendita. L’episodio purtroppo non sarebbe il primo e se non verrà ostacolato non rimarrà sicuramente l’ultimo. Tutti ricordano il recente sgombero di Palazzo Tosti, dove altre 5 famiglie di Gaeta risiedevano da tempo e sono state messe alla porta con l’impegno sottoscritto dall’allora Vicesindaco Leccese e mai mantenuto di fornirgli un nuovo alloggio. Il bisogno di casa grida vendetta in una città dove non viene portato avanti un serio progetto di edilizia popolare da decenni e centinaia di richiedenti restano inutilmente nelle graduatorie infinite, mentre si sperperano milioni di Euro in orpelli e abbellimenti di cui sempre meno residenti potranno godere. Il disagio abitativo crescente produce non a caso anche a Gaeta un incremento notevole delle occupazioni di immobili, spesso generate da autentica disperazione. Intanto si continua paradossalmente a consentire la costruzione di altra edilizia privata in un centro che ha già migliaia di seconde case sfitte. Se il cinismo di questa maggioranza ci indigna non minore sgomento provoca in noi il silenzio dell’opposizione consiliare riguardo a fatti di tale gravità e la sua ormai evidente inadeguatezza nel difendere gli interessi sociali delle classi subalterne, che pure oggi subiscono un attacco senza precedenti. Rifondazione Comunista al contrario è al fianco di queste e delle altre famiglie che vivono un momento così difficile e si batterà al loro fianco affinché questo ennesimo scempio venga impedito.


RIFONDAZIONE COMUNISTA- CIRCOLO “MARIANO MANDOLESI”

lunedì 14 marzo 2016

Crisi Italcraft, l’inerzia delle istituzioni e il silenzio complice del mondo politico.

Ora ai lavoratori non resta che sperare di poter rimediare con la lotta a ritardi ed errori. 

Si è appreso dagli organi di stampa di una operazione congiunta di Capitaneria di Porto di Gaeta, Asl di Latina e Ispettorato del Lavoro, effettuata con loro ingresso in data 19/02/2016 nei Cantieri Navali Italcraft presumibilmente per eseguire accertamenti a riguardo del rispetto degli accordi alla base dell'attuale concessione dell'area demaniale nella quale è ubicato lo stabilimento. Il blitz sarebbe collegato ad un esposto presentato in dicembre da due delle sigle sindacali rappresentati nell'Italcraft, ossia Feneal Uil e Fillea Cgil, un’azione legale che ci sembra comunque tardiva, tant’è che proponemmo di agire in questa direzione già nel Gennaio del 2015 anche attraverso comunicato stampa. A distanza di giorni dobbiamo constatare che non ci sono state dichiarazioni da parte di istituzioni coinvolte in qualsiasi modo nella vertenza  e nell’accordo sotto indagine, intesa siglata più di un anno fa con la curatela fallimentare, né vi sono state prese di posizione da parte del mondo politico. Questa inerzia non ci sorprende.


Ricordiamo come Rifondazione Comunista sia stata anche fisicamente l'unica forza politica da subito sempre vicino ai lavoratori in lotta dopo il fallimento della precedente società proprietaria, unico partito ad esprimere determinate posizioni e denunce. Da soli abbiamo tra l'altro criticato l'accordo in questione che non offriva praticamente garanzie e criteri sul futuro impiego delle maestranze dello stabilimento e che, non a caso, è stato subito disatteso. Un patto sindacale con clausole riduttive e poco stringenti, che poco tutelava gli esclusi dal reintegro dopo che, nel momento della messa in asta del cantiere, fu firmato un protocollo di intesa tra Consorzio Industriale, Camera di Commercio, Amministrazione Comunale e Sindacati dove veniva chiaramente scritto che chi avesse acquistato il cantiere avrebbe dovuto  assumerne interamente i dipendenti. Protocollo non solo non rispettato, ma ad oggi non sono stati neppure reimpiegati i 16 lavoratori su 48 previsti entro il 2014, così come non sono arrivati i lavori di ristrutturazione e le norme di sicurezza richieste.


Come Circolo PRC “Mariano Mandolesi” abbiamo sempre espresso le nostra diffidenza in generale sul ruolo nel nostro territorio dell'Autorità Portuale, fra le istituzioni che avrebbero dovuto controllare il rispetto delle regole sottoscritte e che invece anche in questo caso con l’inerzia finora dimostrata sembra rispondere ad interessi politici ed economici distanti da quelli della nostra città, come  ad esempio quelli che si prospetterebbero con il  "Cesena", progetto che prevedrebbe un futuro dell'intera area portuale senza la presenza delle attuali attività industriali; un piano gelosamente custodito dal Consorzio Industriale, ma oramai diventato quasi un "segreto di pulcinella".  Interrogando apertamente questo ente a riguardo di tale progetto, non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta in tal senso, né crediamo che la stessa Amministrazione Comunale all'improvviso ora si adoperi presso il Consorzio per renderlo di pubblico dominio. È stata invece nostra la premura di spiegare direttamente ai lavoratori che dietro l'intero comprensorio portuale esistono presumibilmente interessi speculativi legati allo sviluppo futuro del porto e volti allo smantellamento graduale delle attuali attività presenti, oltre che di gran parte degli occupati da esse.


Proprio per contrastare questa tendenza padronale nella zona, in occasione delle agitazioni seguite al fallimento dell'Italcraft illustrammo tra l'altro agli operai l'esperienza di altre fabbriche vicine e solidali con la loro lotta,  aziende quali la Mancoop uscite dalle loro crisi proprio dopo esperienze di autogestione e costituzione in cooperative di lavoratori in seguito a trattative con le loro rispettive curatele fallimentari. Svolgemmo in tal senso un ruolo attivo nella decisione della occupazione dei cantieri, importante pure a fini di peso contrattuale nella loro vertenza, esperienza purtroppo presto abbandonata a favore invece di altre pratiche suggerite dai rappresentanti sindacali e rivelatesi ad oggi fallimentari nonché causa di divisioni e allontanamento dalla lotta, fra i lavoratori e oramai persino fra le sigle sindacali stesse.


Prendiamo comunque positivamente atto del fatto che sindacalisti abbiano finalmente proceduto a denunciare alle forze di polizia il mancato rispetto degli accordi. In qualità di rappresentanti dei lavoratori andava comunque fatto già da subito, evitando così che scadessero quei primi 6 mesi di mobilità  entro i quali gli operai avevano ancora delle garanzie legali di reimpiego lavorativo nell’Italcraft. 


Resta solo da sperare che le indagini portino all'annullamento dell'atto di acquisto dei cantieri, rimettendo così tutto e tutti in gioco. Se questo dovesse avverarsi, toccherà questa volta ai lavoratori non commettere gli stessi errori del recente passato e piuttosto valutare ed intraprendere le possibili strade che abbiamo indicato, finanche quella di riappropriarsi e gestire in prima persona quel che è il frutto di anni del loro sudore. Bisognerà quindi non “rinchiudersi” in un isolato presidio e ci si dovrà attivare invece per ritrovare unità fra i lavoratori dello stabilimento, impiegati e non, creare solidarietà con gli operai delle fabbriche circostanti, sensibilizzare l'opinione pubblica tramite attività e mobilitazioni di vario tipo, concentrare visibilmente e apertamente l'attenzione e la protesta anche su quei soggetti inetti che invece hanno un ruolo importante nella loro vertenza, in primis i firmatari del protocollo di intesa su citato. In tutto questo troverebbero un già disposto alleato nel nostro Partito. Questa rischia di essere l'ultima occasione per salvare l'Italcraft e il loro lavoro.

Circolo PRC "Mariano Mandolesi" ITRI - GAETA

mercoledì 9 marzo 2016

12 MARZO A GAETA: PRESIDIO CONTRO LA GUERRA E LA BASE USA

GRANDI ESERCITAZIONI E RISCHIO ATTENTATI COLPISCONO L’INTERA POPOLAZIONE!
 
Sabato 12 Marzo, a partire dalle ore 16:00, si terrà un presidio di protesta di fronte alla base americana di Gaeta, sede del Comando della VI Flotta USA nel mediterraneo. La data scelta non é casuale visto che nella stessa giornata i movimenti contro la guerra si sono dati appuntamento davanti alle principali basi militari italiane. Le ragioni della protesta sono molteplici, profonde e non riguardano solo Gaeta ma l’intero comprensorio, considerati anche i gravissimi rischi cui è sottoposta la popolazione alla luce dell’importanza strategica della base e della presenza di arsenali letali che potrebbero dar vita a veri e propri disastri in caso di incidenti, attacchi o attentati terroristici. Malgrado presso la base attracchino addirittura navi e sommergibili potenzialmente in possesso di armi atomiche nessun piano di emergenza è mai stato prodotto e reso noto alla cittadinanza. Ciò nonostante le reiterate richieste e i numerosi appelli in merito che hanno coinvolto anche il Prefetto e l’Amministrazione Comunale. Ad alimentare ulteriormente lo sdegno e l’allarme è giunta la notizia gravissima dell’ordinanza numero 6 del 2016, emanata dal Ministero delle Infrastutture e dei Trasporti, con la quale si è interdetto dalle 9:00 alle 19:00 del 7 marzo parte del golfo ad ogni attività di pesca, di navigazione e di balneazione a causa di una grande esercitazione militare che ha coinvolto un tratto di costa compreso tra Taranto e le nostre acque. Motivazioni reali, dettagli e rischi delle esercitazioni effettuate sono “naturalmente” ignoti, contrariamente ai sicuri disagi causati e ai gravi danni economici provocati a settori già in crisi come quelli della pesca e del turismo. Il tutto a fronte di un presunto indotto legato alla presenza dei militari americani da tempo annullato con il ridimensionamento dei Marines ma non dell’importanza del sito e dei pericoli ad esso legati. Viene da domandarsi a cosa servano le amministrazioni comunali del territorio, a partire da quella gaetana, se non sono in grado di tutelare neanche gli interessi e la sicurezza dei cittadini o quantomeno di farsi sentire per pretendere spiegazioni ed informarci in merito ai rischi che corriamo continuamente. Ancor più grave è che invece di cercare di tutelarci da pericoli e vessazioni normalmente riservate solo alle colonie meno influenti, amministratori come Mitrano non perdano occasione di prostrarsi e genuflettersi di fronte al Comando statunitense. La situazione già normalmente grave è resa ancor più allarmante dalla possibilità concreta che il governo italiano decida di imbarcarsi in una spedizione militare verso la vicina Libia, in barba ancora una volta alla nostra carta costituzionale e ad ogni logica di buon senso, partecipando alla rapina, all’ulteriore devastazione e alla spartizione di quel paese. Ciò non sarebbe solo inaccettabile sul piano dei valori di cui siamo figli, ma aumenterebbe notevolmente i rischi che corriamo come segnalato di recente da autorevoli fonti dei Servizi di Intelligence, producendo conseguenze inimmaginabili. Anche più assurdo sarebbe se le basi straniere presenti sul nostro territorio nazionale venissero impiegate in operazioni di guerra senza che l’Italia partecipi al conflitto. In occasione del nostro presidio chiederemo quindi che i Sindaci della zona ed in primis il Sindaco di Gaeta interroghino congiuntamente il Governo sul ruolo che avrebbe la base di Gaeta in caso di un eventuale conflitto e sui pericoli cui è sottoposta quotidianamente la popolazione del golfo, che il Governo italiano rinunci ad ogni intervento in Libia, che le nostre truppe vengano ritirate immediatamente anche dagli altri teatri di guerra, che vengano chiuse le basi militari straniere quali quella presente a Gaeta, che l’Italia esca dalla NATO, organizzazione che ha perso ormai da tempo anche ogni presunta vocazione difensiva. Il nostro appello non è rivolto solo alla cittadinanza ma anche alle forze politiche o associative che troppo spesso si perdono in chiacchiere su questioni ben meno importanti, nonché alla parte più sensibile del mondo cattolico, affinché scendano in piazza al nostro fianco contro la guerra imperialista, per l’autodeterminazione del nostro paese e la sicurezza del nostro territorio.   
CIRCOLO PRC “MARIANO MANDOLESI”

domenica 21 febbraio 2016

OLIO, OLIVE E TTIP:

NON FACCIAMOCI PRENDERE IN GIRO!


Sono ormai prossime le elezioni comunali a Itri e si avvicina lo stesso appuntamento anche per Gaeta. Uno tra i tormentoni delle rispettive campagne elettorali sarà sicuramente, come al solito, l’incentivo dell’agricoltura e la tutela dei prodotti tipici locali. L’argomento sarebbe tra i più seri se non fosse affrontato come sempre in modo del tutto demagogico, ipocrita e opportunista. Ogni buon candidato che si rispetti nelle due città spenderà almeno qualche bella parola sulle olive e sull’olio, infarcendo magari il tutto di un campanilismo dal gusto vagamente trecentesco che non guasta mai: Olive di Gaeta, olive di Itri, marchi DOP, DOC, etc… suscitando un tifo accanito di stampo un po’ calcistico. Già si notano le prime avvisaglie se il tema, sempre caldo a Itri, viene affrontato con forza anche dalle associazioni dei produttori gaetani che chiedono una maggiore tutela e persino la nascita di un frantoio in città, provocando le reazioni dell’amministrazione comunale costretta a fingersi attenta e interessata all’argomento. I protagonisti di questi avvincenti dibattiti evidentemente non sanno, o più spesso fingono di ignorare, che Europa e Stati Uniti discutono da anni di un accordo chiamato TTIP, acronimo anglosassone che sta per “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, traducibile in italiano conPartenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti”. Questo rischia di essere approvato e di entrare in vigore a breve, prima che  l’ultimo semestre di Obama gli impedisca di sottoscriverlo. L’accordo commerciale tra le due economie è stato discusso pochissimo e nel massimo segreto per evitare prevedibili e diffuse reazioni di opposizione. Il tentativo però è stato fortunatamente vanificato dai numerosi movimenti di lotta già riunitisi a Berlino il 10 ottobre scorso in una manifestazione immensa. Il TTIP prevede l’affermazione di un mercato selvaggio e privo di regole a tutto vantaggio delle multinazionali che potranno affermare il proprio strapotere senza più vincoli riguardanti la circolazione delle merci e la loro qualità, la totale privatizzazione dei servizi pubblici più essenziali, l’abbattimento ulteriore delle tutele del lavoro. Un arbitrato internazionale punirà duramente gli stati che intendessero violare l’accordo in favore dei diritti e delle economie locali. La difesa dei prodotti tipici verrà letteralmente spazzata via con ciò che resta dei piccoli produttori, a tutto vantaggio dell’economia nordamericana. Si prevede l'eliminazione delle barriere tariffarie e dei contingenti  tariffari di importazione, la qual cosa farà sì che le esportazioni agricole degli Stati Uniti verso l'UE  aumentino, secondo le previsioni, di 5,1 miliardi di Euro rispetto ai livelli del 2011. Tuttavia verranno eliminate anche le cosiddette “barriere non tariffarie”. Nel settore agricolo, esse riguardano la sicurezza alimentare, il rispetto dell’ambiente e la salute dei cittadini, il diritto di ognuno ad essere informato sulla qualità e la provenienza di ciò che mangiamo. Secondo gli studi le esportazioni USA crescerebbero di altri 3,8 miliardi di euro  eliminando le regole che ancora oggi ci proteggono da ormoni della crescita, pesticidi, organismi geneticamente modificati e tossicità simili a discapito di prodotti nostrani già in crisi come latte, carni rosse, frutta, verdura e appunto olio. I Partiti politici di riferimento dei personaggi di centro, di destra e di finta sinistra, che vi chiederanno il voto promettendo battaglie in favore dei prodotti tipici e dei marchi protetti, non hanno fatto nulla per ostacolare il TTIP e lo sostengono unanimemente, come lo sostiene l’attuale governo italiano. Anche al riguardo quindi vi prendono in giro considerandovi dei perfetti idioti. Rifondazione Comunista appoggia da sempre la campagna “NO TTIP” e continuerà ad informarvi sugli sviluppi dell’accordo e sulle mobilitazioni in corso per fermarlo, a partire dalle grandi assemblee previste per il 27 febbraio a Torino, Padova, Bari e Roma per discutere dei primi passi verso una giornata di lotta contro i trattati di libero scambio.


CIRCOLO PRC ITRI - GAETA  “MARIANO MANDOLESI”

mercoledì 13 gennaio 2016

Il PRC GAETA partecipa alla Manifestazione contro la Guerra del 16 Gennaio

BASTA! 25 anni di guerra sono troppi! Fuori L’Italia dalla NATO, fuori la BASE americana da Gaeta!!

Il Partito della Rifondazione Comunista aderirà alle manifestazioni nazionali contro la guerra indette per il 16 gennaio dall’Assemblea Eurostop. Tale Piattaforma sociale con questa mobilitazione chiede:
 
- Il ritiro immediato delle truppe e l'annullamento di tutte le missioni militari italiane in scenari di guerra. La cancellazione dell'acquisto degli F35, del MUOS del programma Trident. L’eliminazione delle servitù militari nel territorio italiano. Il taglio radicale di tutte le spese militari e l’impedimento del commercio delle armi.

- La fine degli interventi militari e dell'ingerenza esterna, a favore invece di un confronto politico che porti ad un accordo tra tutti gli stati coinvolti nella guerra in Medio Oriente. L’Italia ripudi davvero la guerra e il neocolonialismo
- La fine della NATO, che non ha più alcuna giustificazione se non in una logica di guerra imperialista mondiale, e in ogni caso l'uscita dell'Italia da essa.

- La fine della politica coloniale d'Israele, la restituzione dei territori occupati a un stato libero di Palestina. L'autodeterminazione per il popolo curdo.

- Accoglienza e dignità per i rifugiati e i migranti, vittime delle guerre trasformati in “clandestini” e precari.

I 25 anni che ci separano dalla prima Guerra del Golfo, ossia dall’attacco all’Iraq del 1991,  sono stati anni di guerra permanente con un escalation continua. In seguito alla dissoluzione dell’URSS, il tentativo da parte degli USA e della NATO di creare un nuovo ordine mondiale unipolare, basato sul liberismo economico e l’esportazione di guerre, ha dato vita a scontri sempre più gravi in cui il nostro Paese è coinvolto e ha alimentato direttamente ed indirettamente il terrorismo.
 
La lotta per la pace è quindi un fondamentale punto di partenza per mettere in discussione lo stato di cose presenti, dove la guerra oggi non è altro che il barbarico prolungamento delle ingiustizie sociali del capitalismo e del conflitto per l’accaparramento delle risorse naturali.  E’ necessario rilanciare una larga mobilitazione di massa contro la guerra, di cui anche l’Isis è un prodotto, che si opponga alla militarizzazione dei nostri Paesi e sconfigga il clima di paura, lo sconforto e la passivizzazione sociale, il dilagare della xenofobia e più in generale delle lotte fra poveri volute dalle classi dominanti. La guerra imperialista è infatti essa stessa la principale causa dell’emigrazione e del terrorismo e comporta ulteriori tagli alle spese sociali e agli spazi di democrazia.
 
Sono questi e pure altri più specifici i motivi per cui il 16 gennaio anche il Circolo PRC “Mariano Mandolesi” di Gaeta sarà in piazza a Roma e invita così ad aderire gli altri partiti, sindacati, comitati e cittadini del sud pontino.
 
Ricordiamo infatti come pure il nostro territorio cittadino è soggetto a servitù militare nella fattispecie della Base militare USA, sede del comando della VI flotta americana. Questo rende l’intero golfo di Gaeta obiettivo sensibile in caso di attacchi ed attentati, oltre che sottoporci a gravissimi  pericoli anche in condizioni normali a causa della stessa presenza e movimentazione di armamenti letali e sommergibili atomici. Tutti rischi che aumentano con il crescente clima bellico.
 
Noi non vogliamo essere complici di chi stermina popoli e mette a continuo rischio la vita di innocenti.
E’ per questo che chiediamo con forza:
Fuori L’Italia dalla NATO, fuori la BASE americana da Gaeta!!!

MANIFESTIAMO CONTRO LA GUERRA E LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA, PER I DIRITTI DEI POPOLI E PER LA DEMOCRAZIA.
 
SABATO 16 GENNAIO
ROMA: ORE 14.00 PIAZZA ESQUILINO

Circolo PRC “Mariano Mandolesi” Gaeta

sabato 9 gennaio 2016

PRC E GC GAETA: GLI ULTIMI DATI DEMOGRAFICI CONFERMANO QUANTO DENUNCIAMO DA SEMPRE

La città si spopola a causa delle politiche classiste  a favore di pochi degli ultimi anni”
 
La lettura della parte introduttiva del Documento Unico di Programmazione 2016-2018 del Comune di Gaeta, riguardante la situazione demografica, rappresenta lo spaccato più eloquente della durissima lotta di classe unilaterale rivolta contro i ceti popolari della nostra città.
Stando ai dati pubblicati, solo nel 2015 Gaeta ha perso ben 164 residenti tra il saldo naturale (nascite e decessi) che registra un record di -101 ed il saldo migratorio (residenti emigrati e in arrivo) che registra un -63. Se si guarda indietro soltanto agli ultimi 5 anni e si sommano le due voci, quasi sempre precedute dal segno meno, si scopre che in un periodo così breve Gaeta ha perso ben 440 abitanti. Negli anni ancora precedenti è riscontrabile un andamento simile. L’invecchiamento inesorabile della popolazione è l’altro dato impressionante con ben 4995 residenti di oltre 65 anni e soltanto 2372 tra 0 e 14 anni, su un totale di 20936 cittadini registrati al 31/12/2015. Gaeta risulta essere al quinto posto della provincia di Latina per “indice di vecchiaia”.
Questi dati sono il frutto delle politiche a senso unico che denunciamo e combattiamo da tempo, del pressoché totale vuoto di rappresentanza degli interessi delle classi subalterne costituite da giovani precari, stagionali o stabilmente disoccupati, dipendenti di aziende rapaci, pensionati impoveriti, stranieri sotto schiaffo ed operatori di piccole attività. Le forze politiche di Centrodestra, Centrosinistra e liste civiche populiste susseguitesi al potere negli ultimi 30 anni hanno formato un vero e proprio “Partito Unico” legato a ristrettissime lobby speculative divise solo da logiche spartitorie, familiari e clientelari, impegnate in perenni cambiamenti di casacca ma ancorate alla difesa dei soliti privilegi. Mentre la fetta più ampia della popolazione è costretta ad emigrare come nel caso dei più giovani, a vedere i figli lasciare la propria terra o a vivere una vita sempre più difficile e meno dignitosa come accade a migliaia di anziani e meno abbienti, un’esigua minoranza rappresentata da rendite immobiliari, costruttori, stabilimenti balneari, albergatori, borghesie professionali e ceto politico irremovibile continua ad arricchirsi e a dirigere le politiche locali in suo favore e a discapito dell’occupazione lavorativa, del progresso e della equa condivisione del bene comune. Questo avviene tra l’altro nel quadro nazionale ed europeo di un capitalismo a liberismo economico sempre più spinto. La Giunta Mitrano rappresenta purtroppo l’epilogo peggiore e più accentuato di questo lungo processo degenerativo cittadino.
La completa assenza di politiche a tutela del lavoro, di edilizia popolare e difesa del diritto abitativo, l’aumento incontrollato delle tasse comunali e la loro natura indifferenziata che colpisce allo stesso modo fasce di reddito distinte, il continuo ricorso o sostegno alle privatizzazioni e al Project Financing che ha coinvolto settori quali l’acqua, i rifiuti, l’illuminazione pubblica, la cultura, le strutture sportive, i trasporti, il cimitero ed i servizi in genere, provocando aumenti esorbitanti delle tariffe, la mancanza di politiche sociali efficaci che vadano oltre la semplice elemosina o il clientelismo, stanno trasformando rapidamente Gaeta in una città per ricchi. Le inadempienze sul piano sociale vengono falsamente giustificate con la mancanza di risorse, mentre si spendono impunemente milioni di Euro in continui interventi di mero abbellimento quali rotonde, arredo urbano, vegetazione, progetti di grandi e inutili opere aggiudicati con procedure arbitrarie, ricadute occupazionali quasi nulle e rischi crescenti di infiltrazioni malavitose.
La più grande forza di questa Amministrazione tuttavia rimane evidentemente l’incapacità o la connivenza delle forze di minoranza che in Consiglio comunale operano un’opposizione debole, sterile e altrettanto disattenta ai veri bisogni della popolazione. In questo senso coloro i quali in occasione delle ultime elezioni hanno sostenuto contro Mitrano gli schieramenti oggi presenti nell’assise cittadina a sostegno dei candidati rivali sono stati presi in giro esattamente come coloro che hanno sostenuto la destra di governo.
Anche il nostro più sincero avversario ormai riconoscerà che a Gaeta, come nel resto del Paese, finché un soggetto politico simile agli storici e vincenti partiti comunisti non ritornerà ad essere egemone e rappresentativo delle classi subalterne queste continueranno ad essere tradite, schiacciate, sconfitte e umiliate. Il nostro impegno quotidiano quindi è e rimarrà quello di ridare voce ai tanti che oggi non contano niente, che sono costretti ad andarsene dalla propria città o restarvi al di sotto dei minimi livelli di sussistenza.  A questo scopo lavoriamo al rafforzamento dell’organizzazione Comunista e delle pratiche Antiliberiste e Anticapitaliste in blocco.
 
 
CIRCOLO PRC “MARIANO MANDOLESI”
GIOVANI COMUNISTI/E  GAETA

sabato 2 gennaio 2016

GAETA: IL PRC SOSTIENE LA CAMPAGNA CONTRO LA PRIVAZIONE DELL’ACQUA AI MOROSI

Il circolo PRC “Mariano Mandolesi” aderisce alla campagna lanciata dal Comitato Spontaneo di lotta Contro Acqualatina di Gaeta contro il distacco dei contatori e la riduzione del flusso idrico ai cittadini morosi presso le prime abitazioni. Anche a Gaeta i Comunisti metteranno a disposizione la propria militanza e le proprie risorse organizzative al fine di raccogliere le almeno 200 firme necessarie per la presentazione della proposta di delibera popolare in Consiglio Comunale ed esercitare una corretta informazione, un’opportuna pressione politica ed una necessaria attività di controllo e verifica sulle istituzioni cittadine e le procedure democratiche previste dallo statuto. Tutto per giungere all’auspicata approvazione della delibera, già avvenuta con voto unanime dei presenti nel  vicino comune di Formia. Ci auspichiamo di cuore che altre forze politiche ed associative aderiscano almeno a questo appello. Riteniamo disumano che un bene primario ed indispensabile come l’acqua potabile venga negato per ragioni di profitto economico a centinaia di famiglie indigenti e di persone anziane, peraltro già in maniera illegittima e senza alcun mandato delle autorità giudiziarie, da una società privata ampiamente inadempiente. La privazione dell’acqua peraltro pone gravissimi rischi sul piano igienico sanitario. La società ed i Sindaci complici dell’ATO4 si nascondono dietro un dito affermando che in realtà non viene praticata la completa sottrazione dell’acqua ma solo la riduzione del flusso. Chiunque sia stato vittima o testimone di questi interventi sa bene che in questi casi dai rubinetti esce si e no una goccia d’acqua assolutamente inservibile per qualunque scopo. Lo strumento della proposta di delibera, previsto dall’articolo 12 dello statuto Comunale, è uno dei pochi che consentono ancora di imporre alle istituzioni cittadine di esprimersi sui bisogni delle classi popolari della nostra città solitamente ignorati all’interno dell’assise comunale. Si è infatti prodotto un vuoto di rappresentanza drammatico degli interessi di migliaia di cittadini ed una distanza abissale tra le istituzioni elettive e gli elettori che speriamo presto venga colmato ma che per adesso può essere lenito solo da istituti di partecipazione diretta come quello scelto dal Comitato. Siamo convinti che esistano le condizioni per giungere anche nella nostra città ad una vittoria storica ed iniziare a riavvicinare la politica agli interessi delle classi subalterne. Ricordiamo peraltro che è possibile firmare anche presso l’ufficio elettorale al piano terra del Comune di Gaeta durante i consueti orari di apertura al pubblico.  
 
 
Rifondazione Comunista Circolo “Mariano Mandolesi”
 

giovedì 10 dicembre 2015

Bando illuminazione Itri : Il Prc presenta esposto ad Autorità Anticorruzione e Procura

A seguito delle numerose anomalie riscontrate nel bando del Comune di Itri  per l’affidamento della gestione e manutenzione dell’illuminazione pubblica, Rifondazione Comunista ha inoltrato un esposto alla Procura della Repubblica competente per territorio e all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), presieduta dal Magistrato Raffaele Cantone. I dubbi manifestati alle due autorità di controllo sono in gran parte gli stessi già esposti al Commissario Prefettizio del Comune di Itri nel precedente appello, ovvero le diverse presunte irregolarità e incongruenze riscontrate, tra le quali nello specifico:
Il riferimento nel bando di Itri ad una determina del comune di Fondi, apparentemente dovuto ad un errore durante un copia-incolla fatto male (é valido un atto amministrativo che basa le sue fondamenta su un atto di un altro ente ?) e il rimandare per eventuali controversie al Tribunale di Pistoia.
Il dubbio che, essendo i due bandi praticamente identici e avendo già appurato il TAR del Lazio la mancata rispondenza della ditta ad importanti clausole del capitolato di gara del comune di Fondi, quali l’istallazione del numero di luci richiesto in altri comuni o i requisiti in possesso del progettista, tanto da annullare l’affidamento nel suddetto Comune, la stessa problematica non riguardi anche il nostro bando.
La probabilità che i giorni di decorrenza tra il momento di indizione del bando e quello ultimo di presentazione delle offerte siano inferiori ai minimi dettati dalla legge,  ovvero che il bando non sia stato in Albo Pretorio il tempo minimo previsto (52 giorni).
Anche quest’ultimo probabile grossolano errore potrebbe essere stato causato dal copia incolla del bando di Fondi, o dalla fretta di “chiudere” il cerchio il prima possibile, addirittura in concomitanza con la vicina città
Resta certo che tale condotta ha prodotto l’aggiudicazione con un ribasso minore del 3% su una base d’asta superiore ai due milioni di euro (per esempio il solo ribasso del 10% , pur sempre esiguo, avrebbe voluto dire un risparmio di 230 mila euro per le casse comunali) e la partecipazione quanto meno insolita di una sola ditta per un intervento tutto sommato non  di altissima tecnologia (visti anche i risultati ottenuti) , ma che rientra nelle possibilità di azione di molte aziende. Risulta altrettanto evidente che interventi così costosi non rispettino gli standard qualitativi minimi come segnalato anche dall’Osservatorio Astronomico di Campo Catino, Ente Regionale di Monitoraggio per l’inquinamento luminoso, né la tempistica dettata dal verbale di consegna dei lavori secondo la quale gli interventi sarebbero dovuti terminare a Giugno del 2015. Rimane misteriosa pertanto la ragione per la quale il Comune non abbia applicato le spettanti penali.
Ci stupisce come sulla vicenda ci sia stato il totale silenzio da parte di tutte le forze politiche di Itri, malgrado i fatti denunciati fossero facilmente verificabili. Ci sorprende come, ad eccezione di alcune dichiarazioni dell’ex Sindaco ( peraltro sui social network , quindi non assimilabili del tutto a delle dichiarazioni ufficiali) , nessun partito , associazione , singolo politico, abbiano detto una sola parola al riguardo. Una vicenda in cui l’ex Maggioranza , ed in particolar modo Sinistra Unita a cui apparteneva l’Assessore competente , avrebbe avuto il dovere di replicare fugando i tanti dubbi, ma non lo ha fatto evidentemente perché non in grado di farlo. E’ ancor più sorprendente come la vicenda non sia stata  rimarcata da nessuna componente avversa all’ex Maggioranza, che in teoria ne avrebbe avuto tutto l’interesse. Eppure nei mesi scorsi su argomenti  meno importanti sono volate parole grosse tra ex maggioranza ed ex opposizione o tra i componenti della prima, che rendono ancor più insolito questo silenzio imbarazzante. L’unica spiegazione logica di quanto accaduto è che al di là delle esibizioni di facciata gli opposti schieramenti sostengano in realtà le stesse identiche politiche liberiste e che le divisioni siano frutto solo di guerre intestine tra comitati di interesse locali che si contendono aspramente l’osso, attualmente in fase di studio per decidere a quale carrozzone aggregarsi in vista delle prossime elezioni. I Comunisti non possono fare altro che opporsi duramente a questo “Partito Unico” ricostruendo pazientemente una vera alternativa ad esso che rappresenti gli interessi delle classi popolari oggi ignorati.
Circolo PRC “Mariano Mandolesi”


sabato 21 novembre 2015

Farmacia Comunale, speculazione privata.

Il circolo "Mariano Mandolesi" del Partito della Rifondazione Comunista, che da sempre si è battuto per l'istituzione di una farmacia comunale pubblica, come può essere visionato dal programma elettorale delle ultime amministrative, scaricabile dal blog prcgaeta.blogspot.it, non ha potuto fare a meno di seguire le ultime vicende del bando di gara, ogetto di un esposto dell'Associazione antimafia Antonino Caponnetto ai Prefetti di Roma, Napoli, Salerno, Caserta e Latina.
Di pochi giorni fa è la smentita del consorzio COFIAL, costitutosi tra i comuni di Bracciano, Castel Madama, e Gaeta, per la selezione attraverso bando pubblico di un socio privato per la gestione delle farmacie nei tre diversi comuni laziali, che definisce false e strumentali le accuse della Caponnetto. Gestore privato che dovrà apportare l’80 per cento dei 520 mila euro necessari per la costituzione della “Laziofarma - Farmacie Pubbliche Laziali S.p.A.”, società a capitale misto, che assumerà il rischio imprenditoriale insieme ai Comuni, per quanto possa essere rischioso aprire e gestire una farmacia, ma soprattutto si occuperà interamente della riscossione dei dividendi.
Non sappiamo se il problema sia di natura legale come sottolineato dalla Caponnetto, saranno gli inquirenti a decretarlo non l'autocertificazione di un consorzio nato ad hoc, rimane però indifeso il principio politico, nel silenzio finora più assoluto delle opposizioni consiliari, secondo cui la sanità, come l'istruzione, l'acqua, i servizi cimiteriali, l'illuminazione e tutti i beni comuni devono essere pubblici, e non soggetti alle leggi di mercato. Principio che da oltre 30 anni sembra aver ceduto davanti alle privatizzazioni selvagge dell'ideologia dominante: il Neoliberismo.
E' paradossale inoltre che l'unico consigliere comunale, nonchè capogruppo di Forza Italia, ad essersi opposto a tale procedimento con una serie di diffide, faccia parte invece della maggioranza, a testimoniare la più volte da noi evidenziata disomogenità di questa amministrazione, unita solo da interessi economici personalistici e per il bene di pochi a discapito dell'intera comunità cittadina, che persino quando si tratta di istituire un provvedimento a prima vista utile e necessario alla città, non si fa problemi a permettere che dei privati ci speculino sopra.


Circolo PRC intercomunale "Mariano Mandolesi" Itri – Gaeta.

martedì 3 novembre 2015

Venerdì 6 Novembre tutti in piazza per i DIRITTI di TUTTI !!!

Il circolo intercomunale Itri Gaeta del Partito della Rifondazione Comunista “Mariano Mandolesi” aderisce al Corteo indetto dall'Unione Sindacale di Base “Per i diritti di tutti”, che si terrà a Formia Venerdì 6 novembre prossimo con partenza dal “Dono Svizzero” alle 17:30. Il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto all'abitare, il diritto alla salute oltre ad essere argomento delle nostre lotte, sono purtroppo anche i bersagli principali delle politiche di austerity imposte dalla Trojka alle amministrazioni a tutti i livelli istituzionali, dal Nazionale con il Job Act, il decreto Lupi, la nuova riforma sulla Sanità, passando dal Regionale con i finti palliativi del progetto garanzia giovani, con la distruzione dolosa del sistema sanitario pubblico, arrivando fino al locale, dove dopo averci tolto anche il diritto di voto per eleggere un'amministrazione provinciale, ormai un lusso riservato ai soli amministratori comunali, stiamo subendo direttamente sulla nostra pelle la chiusura di fabbriche, ospedali, gli sfratti, e assistiamo all'aumentare di nuovi poveri a favore dell'arricchimento di pochi sempre più pochi che spesso sono in combutta con multinazionali o criminalità organizzata. Come Comunisti abbiamo il dovere di far prendere coscienza ai nostri concittadini del potere che hanno di combattere contro questo sistema economico ormai senza più freni, unendoci in un fronte Anticapitalista che abbia l'obiettivo di arrestare la privatizzazione selvaggia del nostro territorio e dei beni comuni a livello locale, e l'uscita dall'Euro e dalla Nato a livello nazionale. Pertanto invitiamo tutti i cittadini, le associazioni e i comitati di lotta del territorio a scendere in piazza a manifestare e partecipare al dibattito pubblico che si terrà al termine del Corteo a piazza Vittoria.



Circolo PRC “Mariano Mandolesi” Itri – Gaeta.

domenica 1 novembre 2015

IMPORTANTE ACCERTAMENTO MEDICO PRECLUSO A DONNA INDIGENTE DI GAETA

Il Consiglio Popolare denuncia: Non si tratta di un caso isolato. Aderiamo al corteo del 6 Novembre a Formia.


La definitiva distruzione del sistema sanitario pubblico sul nostro territorio, che da tempo denunciamo nell’indifferenza generalizzata di gran parte del mondo politico e dell’Amministrazione comunale, è ormai giunta ad uno stadio avanzatissimo. Lo testimonia quanto accaduto ad una cittadina gaetana di circa 60 anni, la quale ci ha coinvolto nella propria vicenda a dir poco vergognosa. La donna affetta da una grave disfunzione tiroidea ha avuto urgente bisogno di un’ecocardiografia, esame comune ed un tempo disponibile presso numerose strutture in tempi ragionevoli. Malgrado il nostro supporto attivo e la certificazione medica in possesso della donna abbiamo accertato con lei che presso alcune strutture dotate dell’apparecchiatura necessaria, quali ad esempio il vicino nosocomio di Fondi, l’esame non viene più eseguito se non in caso di ricoveri, per carenza di personale. In altre strutture quali il “Dono svizzero” di Formia ed il “Goretti” di Latina per lo stesso accertamento si prevedono tempi superiori ai 5 mesi, inaccettabili per situazioni tanto urgenti. In sostanza l’unico modo per ottenere l’esame menzionato nei tempi richiesti è rivolgersi ad una struttura privata pagando 120 Euro, somma di cui la donna, attualmente in stato di indigenza, non disponeva. La stessa paziente ha potuto infatti effettuare l’esame di cui aveva bisogno solo grazie ad un intervento di solidarietà nei suoi riguardi. La sorte di non potersi curare, se non ci si può permettere di sborsare soldi al privato di turno, è ormai regola per i cittadini di Gaeta che disponevano di una struttura ospedaliera di tutto rispetto ormai quasi completamente smantellata e per i residenti dell’intero circondario. Abbiamo approfondito le nostre ricerche apprendendo che nell’ambito della provincia e addirittura in gran parte della Regione l’attesa di 5 mesi non è un’eccezione ma  per importanti accertamenti quali endoscopie, ecodoppler color, visite ortopediche, oculistiche, dermatologiche, etc.. i tempi di attesa previsti possono superare abbondantemente un anno. Intanto si continua nel tentativo patetico di buttare fumo negli occhi ai cittadini parlando di “case della salute” e presentando tali strutture come risoluzione futura di ogni problema mentre queste ultime, già esistenti da tempo in comuni quali Sezze, altro non sono che grandi ambulatori medici e non possono certo sostituire la funzionalità di una struttura ospedaliera. Si distrugge un sistema un tempo efficiente e gratuito per favorire il profitto dei privati, mentre sul pubblico si scaricherà sempre più solo il peso degli interventi più costosi e meno remunerativi, quali le urgenze.  Il disegno in atto è chiaro e ampiamente condiviso da Centrodestra e Centrosinistra. Ha solide fondamenta negli accordi europei quali il Trattato di Lisbona, che prevedono la privatizzazione dei servizi e l’abbattimento dello stato sociale. Questo disegno scellerato trova oggi nel Partito Democratico e nei suoi alleati i principali esecutori ad ogni livello, lungo una filiera  che parte dal governo nazionale passando  dalla Regione Lazio, fino al governo della provincia ed alle amministrazioni comunali di opposti schieramenti. L’ennesima controriforma in atto del Governo Renzi contro il sistema sanitario nazionale non è che l’ultimo e più duro attacco che moltiplicherà disavventure quali quella vissuta  dalla nostra concittadina. Alla luce di quanto esposto il Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta aderisce ed invita i cittadini a partecipare al corteo indetto dal Sindacato USB a Formia per il diritto alla salute, al lavoro e alla casa che si radunerà venerdì 6 Novembre alle 17:30 nei pressi dell’ospedale “Dono Svizzero”.         
 
 
Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta
--

lunedì 19 ottobre 2015

Segnalazione del Comitato “Pandora” di Itri al Commissario con richiesta di annullamento dell’appalto di pubblica illuminazione.

Giovedì 15 Ottobre il Comitato civico “Pandora” di Itri ha consegnato al Commissario Prefettizio Dr.ssa Raffaella Vano un plico contenente la seguente richiesta di annullamento riguardante l’ultimo appalto di Pubblica Illuminazione, alla luce delle numerose incongruenze riscontrate, corredato da un’ampia documentazione e da numerosi allegati tecnici e fotografici. Questo in previsione del prossimo incontro con il Commissario previsto per il 29 Ottobre, giorno in cui avverrà anche la consegna delle numerose firme raccolte tra i cittadini, e di ulteriori possibili segnalazioni che il Comitato sta valutando di fare ad altre istituzioni ed autorità di controllo preposte. Di seguito il testo.


Oggetto: Annullamento Appalto Pubblica Illuminazione




Alla c.a. Commissario Prefettizio del Comune di Itri
Dr. Raffaella Vano


La nostra richiesta si riferisce alla gara d’appalto ad evidenza pubblica, con oggetto la Concessione del Servizio di Pubblica Illuminazione e relativo Efficientamento Energetico. 
Come molti già hanno potuto constatare, nel momento in cui il Concessionario ha messo mano all’esecuzione del contratto, presto sono balzate agli occhi dei cittadini diverse anomalie:
  • impatto estetico non contestualizzato (particolarmente nei tre centri storici);
  • metodo di lavoro degli operai poco ortodosso e a tratti non rispettoso del decoro urbano;
  • fasci luminosi proiettati per lo più a caso e palesemente in violazione della disciplina regionale sull’inquinamento luminoso;
  • altri disagi e criticità segnalate dai privati cittadini. 

A seguito di ciò un gruppo di Volontari ha cercato di comprendere le cause che hanno consentito un approccio così precario per un servizio di Pubblica Utilità ad un intervento di rilevanza economica importante, che si aggira oltre i due milioni di euro, il quale sarebbe dovuto essere prima di tutto un intervento innovatore per il nostro Comune. Quindi, si è iniziato ad analizzare la faccenda in maniera più approfondita e si è appreso che la società vincitrice della gara europea indetta dal Comune di Itri per l’aggiudicazione del suddetto servizio, ultimamente ha vinto gare con oggetto simile un po’ in tutto il circondario. In particolare nel Comune di Fondi, a luglio di quest’anno, la gara per l’aggiudicazione dello stesso servizio, è stata oggetto di una vicenda giudiziaria presso il Tribunale Amministrativo Regionale. La ditta Concessionaria dell’appalto Fondano e cioè la stessa ditta dell’appalto Itrano, è stata dichiarata non idonea all’esecuzione dei lavori e quindi non idonea all’aggiudicazione della Gara con conseguente revoca dell’appalto, per carenza dei requisiti tecnico-finanziari necessari per poter partecipare alla gara d’appalto, gli stessi previsti dal Bando di Gara di Itri.
Sulla base di un’analisi della documentazione si rilevano le seguenti anomalie:
1) Il Bando del comune di Fondi per il servizio analogo è IDENTICO a quello del Comune di Itri ad eccezione fatta degli importi, della denominazione ufficiale ed indirizzo (Comune di Itri anziché Fondi). Non solo. A conferma di quanto da noi sostenuto, nel Bando di Itri si fa riferimento, al capo VI.3 comma a), alla determinazione n° 708 del 25/06/2014- Tale determinazione non è del Comune di Itri bensì del Comune di Fondi (Allegati i due Bandi gemelli), disciplinare di gara Fondi/Itri, determinazione dirigenziale 708 25/06/2015 Comune di Fondi.)
2) La Sentenza del TAR del Lazio n°00520/2015 Reg. Prov. Coll. – n° 00159/Reg. Ric che ha annullato l’appalto del Comune di Fondi, rileva:
  • la mancanza dei requisiti tecnici (la ditta Concessionaria ha prodotto documentazioni attestanti lavori pregressi presso il Comune di Minturno per 4300 punti luce nei precedenti tre anni. in realtà, come accertato dal Tar in sede di controversia, i punti luce sono circa 3800). Questi requisiti sono gli stessi previsti dal disciplinare di gara del Bando del Comune di Itri;
  • La carenza dei requisiti relativi alla tipologia di lavori svolti precedentemente dal progettista;
Da qui sorge la necessità di verificare se il progettista fosse lo stesso anche per il Comune di Itri e se tutti i requisiti per accedere alla gara siano stati rispettati.


3) Un aspetto non marginale è che i due bandi sono stati emanati a distanza di 14 giorni l’uno dall’altro, ad agosto 2014, e le rispettive aggiudicazioni a distanza di due giorni nel mese di ottobre 2014. Inoltre, alcuni dei requisiti richiesti da ambedue i bandi, a detta del Giudice Amministrativo, non sono stati presentati nemmeno in sede di ricorso svoltosi circa un anno dopo, luglio 2015. Ulteriore dimostrazione questa, che la ditta non li possiede quei requisiti;
4) Si evince un diffuso disagio conseguente alla sostituzione dei corpi illuminanti, oggi fatto oggetto di una Petizione Popolare che raccoglie centinaia di sottoscrizioni. A nostro parere i nuovi corpi illuminanti costituiscono gravi violazioni della L.R. 13 Aprile 2000 n. 23 sulla riduzione e prevenzione dell’Inquinamento Luminoso. Ad esempio:
  • ex art. 12 i fasci luce dei corpi illuminanti dovrebbero avere coni luminosi non superiore ai 90°, mentre in realtà sono stati installati corpi illuminanti (plafoniere) con coni luminosi di 150° (vedi scheda tecnica Theos in allegato e foto in allegato).
  • Lo stesso articolo vieta, nell’ illuminazione di edifici di particolare interesse storico/architettonico, l’emissione di fasci luminosi rivolti verso la volta celeste e l’abbassamento dell’intensità luminosa alle ore 23,00 con successivo spegnimento, salvo deroghe Sindacali per eventi di particolare importanza, alle ore 24,00. Guardando il Castello Medievale nelle ore notturne si vede un’imponente scia luminosa proiettata verso l’alto e quindi un’ulteriore violazione dell’art. 12 (vedi foto).
Inoltre nell’abitato di Sant'Angelo sono state semplicemente sostituite le vecchie lampade con nuove lampade a LED le cui caratteristiche illuminotecniche indicano la qualità di 3000K (gradi kelvin). La scala Kelvin, a cui fa riferimento anche la normativa regionale, con 3000 indica valori che dovrebbero produrre una luce calda e non bianco latte (vedi foto ), e pertanto riteniamo che il valore indicato sul bulbo della lampada è falso. Inoltre non si rileva il produttore della lampada, quindi, non si può risalire alle reali caratteristiche tecniche dei dispositivi installati, come disciplinato dal punto 1.3 del contratto, il quale nello specifico prevede “…un livello di definizione tale da consentire che ogni elemento sia identificabile in forma, tipologia, dimensione, qualità e prezzo.”
5) Ulteriore incomprensibile stranezza, l’art 32 del Contratto di Concessione per l’Affidamento della Gestione, etc, etc tra Comune di Itri e ditta D’urso Impianti srl, stabilisce che : “ Per ogni controversia relativa al presente contratto è competente il Giudice del luogo dove il contratto è stato stipulato e perciò il Foro di Pistoia” .
6) la S.p.A. Finworld che ha rilasciato garanzia fideiussoria per conto della D’Urso Impianti Srl sia per il contratto del Comune di Fondi che per quello del Comune di Itri è stata cancellata d’ufficio dall’elenco delle società fideiussorie della riconosciute dalla Banca d’Italia in data 06 Giugno 2015 e ed è rientrata nel pre detto elenco in data 28 Agosto 2015.
Insomma, i dubbi sugli aspetti burocratici, particolarmente dopo una comparazione con la situazione di Fondi, sono doverosi e diversi, sugli aspetti pratici le carenze sono lampanti.
E’ auspicabile una puntuale verifica della rispondenza dei lavori finora effettuati con quanto definito nel Progetto Esecutivo redatto dalla ditta Appaltatrice e, sulla base delle gravi perplessità illustrate nei punti precedenti, una attenta disamina di tutte le fasi del procedimento che hanno portato all’aggiudicazione della Concessione del Servizio, a partire dalla formulazione del bando, aggiudicazione della relativa gara, stipula del contratto, corretta esecuzione dello stesso. Quindi doverose verifiche e sopralluoghi dettati dalla normativa a tutela del contesto ambientale e storico in cui si opera e sopratutto sul rispetto degli alti valori del nostro ordinamento quali, legalià, buon andamento dell’amministrazione pubblica, trasparenza ed economicità.
Alla luce di quanto esposto, dopo attenta verifica da parte Sua, richiediamo l’annullamento dell ‘ appalto tra la ditta D’urso Impianti ed il Comune di Itri regolato dal Contratto di Concessione Rep. 2100 del 11 Marzo 2015.


COMITATO “PANDORA”