"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

giovedì 20 giugno 2013

ITALCRAFT OCCUPATA, MOBILITAZIONE E PROPOSTE DEL PRC GAETA



I lavoratori del cantiere hanno avuto il continuo sostegno di Rifondazione, ora attiva pure per creare un Coordinamento fra le fabbriche del Golfo



La protesta dei lavoratori Italcraft, che ha interrotto ad intermittenza la strada della Flacca, più che una risposta a certi silenzi e messinscene delle istituzioni è piuttosto l'affermazione del sacrosanto ruolo e diritto a difendere i posti di lavoro di ognuno di loro. Dobbiamo purtroppo segnalare che il Circolo PRC "Mariano Mandolesi", che fin dalla sua giovane costituzione è in rapporto diretto con le lotte delle fabbriche di Gaeta, aveva previsto molto di quello che sarebbe loro successo. E' infatti da tempo nostra convinzione che i progetti futuri per l'intero distretto produttivo del Porto di Gaeta, opportunamente occultati, siano ben altri rispetto a quelli di difesa delle realtà industriali esistenti. Crediamo invece che siano in diversi nelle istituzioni a sapere e sostenere la graduale e totale dismissione di tutte le fabbriche di questo tratto del Golfo. Esistono di certo intenzioni concrete di speculazioni future sui terreni soggetti a concessione,  progetti neppure troppo velati – si pensi ad esempio al “fantomatico” Progetto Cesena - che oltre alla chiusura della fabbriche non prevedono in alcun modo la tutela degli attuali livelli occupazionali,  ma piuttosto bramano la creazione nel tempo di nuove attività legate allo sviluppo turistico e produttivo del porto. D'altronde a quale avventuriero, finanziere o riciclatore di denaro sporco non farebbe gola acquisire a buon prezzo queste aree in dismissione? E' in questo senso che denunciamo la totale latitanza delle istituzioni, in particolare dell'Amministrazione comunale.  Non abbiamo sentito infatti sostenere con forza dal sindaco Mitrano quel che ora più conta politicamente ovvero che, qualsiasi attività e proprietà subentrino nell'area dell'Italcraft, sarà suo impegno fondamentale far di tutto affinché la concessione futura sia legata alla conservazione del lavoro degli eccellenti professionisti attualmente impiegati,  pena il blocco di ogni attività subentrante. Abbiamo ascoltato invece di ridicole proposte di "elemosina". Insomma, allo stato attuale abbiamo assistito a delle istituzioni quantomeno inette, per non pensare a peggio. Noi di Rifondazione Comunista di Gaeta invece non abbiamo esitato un solo istante ad unirci fisicamente e numerosi alla lotta dei lavoratori, unici nella nostra presenza costante durante le proteste e i presidi interni della fabbrica e nel continuo sostegno pure in momenti decisivi per le scelte prese. Per questo li ringraziamo per la fiducia concessa e solidarizziamo ora pienamente con la loro occupazione del cantiere. La scelta presa in questo momento era l'unica possibile per non finire definitivamente in strada e avere ancora un potere contrattuale con curatori fallimentari ed eventuali acquirenti con i quali studiare nuovi piani  di rilancio. In tal senso invitiamo ora i lavoratori a costituire un Comitato di Fabbrica e stilare una loro piattaforma di richieste da presentare a qualsiasi controparte. Ci preme ora far sentire che non sono soli e che pure in Italia esistono tante realtà che hanno risposto con successo nel loro stesso modo alla crisi. Basti pensare anche a quelle più vicine come l'ex Evotape di Castelforte o i Cantieri Navali Megaride di Napoli, avviate cooperative nate da occupazioni di fabbriche fallite. Il PRC di Gaeta, come parte politica attiva del movimento nazionale di Lavoratori Autoconvocati del quale queste due cooperative sono delle punte avanzate,  si mette a piena disposizione per organizzare al più presto un incontro dell'Italcraft con rappresentanti di queste realtà autogestite . Il confronto con chi ha già affrontato determinate difficoltà non può che essere utile, anche per estendere la rete di solidarietà che già esiste fra questo tipo di fabbriche. Il nostro Circolo inoltre coglie l'occasione per rinnovare la nostra proposta politica per un Coordinamento dei Lavoratori in Lotta delle varie fabbriche gaetane, idea estendibile a tutto il Golfo. Eravamo già attivi in tal senso e ora vediamo che i tempi, seppur tardivi, sono comunque finalmente maturi affinché questa forza di lotta si costituisca. Già durante la  protesta di questi giorni abbiamo con piacere finalmente visto la partecipazione pure di operai della Pozzi Ginori. Lanciamo quindi con forza l'appello a tutti i lavoratori, sindacalisti e RSU di Gaeta affinché si stringano i contatti per costituire al più presto questo Coordinamento. I cittadini tutti devono comprendere che crisi, licenziamenti e chiusure a catena non sono in questo caso un fenomeno casuale di mercato da attenuare per via sindacale, ma piuttosto un progetto economico-finanziario da combattere politicamente. Nessuno in questo momento può pensare di salvare il proprio posto di lavoro godendo dei licenziamenti di qualcun altro o la chiusura di altre fabbriche. Nessun può pensare di salvarsi da solo, perché con questa crisi quel che succede ad un  altro presto o poi può toccare a se stessi. I lavoratori di Gaeta e del Golfo dopo lungo tempo tornino a capire che possono salvarsi solo con l'unità, l'organizzazione e la solidarietà di classe. Solo così potranno riprendere in mano il loro destino.

Benedetto Crocco
Responsabile del Lavoro
del Circolo PRC "Mariano Mandolesi" di Gaeta



giovedì 13 giugno 2013

Lavoro stagionale o schiavismo cinquantennale?

I Giovani Comunisti di Gaeta lanciano un’inchiesta sullo sfruttamento stagionale.
Anche quest’anno ci prepariamo ad assistere alla messa in stato di schiavitù di centinaia di lavoratori stagionali, sulle spiagge, nei bar, nei ristoranti e nelle attività commerciali turistiche della nostra città. È ormai troppo tempo che lo sfruttamento indiscriminato di ragazzi e ragazze di ogni età, prosegue indisturbato a Gaeta. Ciò avviene con la complicità dei numerosi contratti fasulli introdotti a livello nazionale, come i co.co.co. e i contratti a chiamata, che hanno fatto riemergere  parte del lavoro nero legalizzando lo sfruttamento e l’assenza di ogni diritto. Tutto questo va a vantaggio di coloro che dicono di creare occupazione. Le stesse persone che hanno scambiato le spiagge per dei veri e propri feudi, gli stessi imprenditori che su 10 dipendenti a volte ne assicurano soltanto 1, quei traffichini che nonostante la loro condizione di privilegio intendono accrescere la propria ricchezza dissanguando Stato, clientela e lavoratori. Queste potentissime lobby locali   godono spesso di una vera e propria posizione di rendita visto il beneficio di concessioni demaniali praticamente illimitate nel tempo e hanno poco o nessun interesse ad investire nello sviluppo turistico della città. Hanno i propri rappresentanti politici in tutti gli schieramenti e condizionano gran parte delle politiche cittadine. Nonostante le proposte avanzate da Rifondazione Comunista nulla è cambiato e vista la crisi la condizione dei lavoratori potrebbe risultare addirittura peggiore   degli anni scorsi. Non c’è da stupirsi considerata anche la natura della Giunta Mitrano, collusa più che mai con gli interessi dei potentati locali, come testimoniato dall’ennesimo tentativo di privatizzazione selvaggia dei nostri arenili rappresentato dall’ultimo PUA. Non a caso quindi non c’è la volontà degli amministratori locali di istituire un’AZIENDA SPECIALE PUBBLICA che gestisca almeno parte delle spiagge e dei servizi turistici creando condizioni salariali e occupazionali dignitose, e non si è accolta la nostra  proposta di condizionare il rilascio di licenze e concessioni a più solide garanzie di carattere occupazionale. Anche la sinergia con le forze dell’ordine e l’ispettorato del lavoro nel controllo e nella repressione di abusi  e sfruttamento appare carente se non addirittura inesistente. Il lavoro stagionale è una delle colonne portanti dell’economia della nostra città, ma crea da sempre condizioni di precariato e di sfruttamento insostenibili e questo è diventato così naturale che sentir dire che ci sono lavoratori che fanno turni di 12 ore e che guadagnano 25 euro al giorno, lascia molti indifferenti. Noi non facciamo finta di niente e per questo abbiamo deciso di intraprendere un’attività di sensibilizzazione e di denuncia. Raccoglieremo dati concreti e li renderemo pubblici, sottoponendo un QUESTIONARIO (in forma del tutto anonima) SULLE CONDIZIONI DEGLI STAGIONALI a tutti quei lavoratori che vorranno collaborare e dare il loro contributo alla buona riuscita dell’iniziativa e dell’attività di denuncia. Per compilare il questionario potrete raggiungerci presso i banchetti informativi che allestiremo per le strade della città, contattarci su Facebook (GIOVANI COMUNISTI GAETA), scaricare le domande sul nostro Blog: prcgaeta.blogspot consegnandole o imbucandole compilate presso la sede del PRC Gaeta in Via dell’indipendenza 262 oppure inviando le risposte all’indirizzo email: g.comunisti_gaeta@libero.it . L’inchiesta sarà il preludio di prossime iniziative pubbliche di informazione e supporto ai lavoratori sfruttati.
                                             GIOVANI COMUNISTI GAETA

lunedì 10 giugno 2013

CUCCHI E I PESTAGGI DELLA THYSSEN.


QUANDO LO STATO RITORNA FASCISTA

La vita di Stefano Cucchi valeva meno di zero quando lo arrestarono perché era solo “un tossico di merda” uccidendolo di botte. Vale meno di zero anche la sua morte per lo Stato italiano, rappresentato dai giudici della terza Corte d’Assise di Roma. Condannati i medici, con pene modeste e assolti gli altri protagonisti delle ultime, infernali notti di Stefano: infermieri e poliziotti penitenziari. Quanto accaduto non è solo gravissimo e indegno di un paese civile ma non rappresenta neanche un caso isolato.

Ne sanno qualcosa i familiari di Giuseppe Uva, ridotto come uno straccio dopo una notte passata in una caserma dei carabinieri, e quelli di Federico Aldrovandi, di 18 anni, morto con il torace schiacciato dai poliziotti che lo avevano fermato a Ferrara. L'immunità di cui godono le forze dell'ordine in Italia e la complicità di buona parte della magistratura non sono casuali. In un paese  caratterizzato da infiltrati, stragi di stato, morti nei cortei, tentativi di Golpe e sogni autoritari, in cui periodicamente vengono sospesi diritti civili e regole della democrazia per reprimere i movimenti di protesta come avvenne a Genova nel 2001, non sorprende questa immunità per i tutori della legge, soprattutto in un momento in cui la crisi si acuisce e la pace sociale vacilla.

Ciò è confermato dall'inaudita violenza della polizia al corteo dei lavoratori dell'ex Thyssen, la fabbrica di acciaio di Temi. La manifestazione era stata indetta per le 4 ore di sciopero contro la proprietà del sito siderurgico che vorrebbe allungare i tempi per la vendita. Quello che è accaduto a Temi in occasione della manifestazione promossa dalla RSU e dai lavoratori, difficilmente potrà svanire come un fatto di cronaca tra gli altri. La città e la fabbrica sono le stesse in cui nel 1949 proprio un operaio delle acciaierie fu assassinato dalla celere di Scelba mentre manifestava contro l’ingresso dell’Italia dalla Nato.

Tali episodi spaventano ancor di più di fronte al non casuale disegno autoritario in atto di smantellamento della nostra Costituzione Repubblicana per far posto al Presidenzialismo con l'accordo del Partito Democratico, dei Montiani e di Berlusconi. In un momento così delicato chiediamo che vengano introdotte norme finalizzate a individuare e punire con più efficacia gli abusi delle forze dell'ordine, quali la presenza di codici di identificazione sulle divise di chi è in servizio presso le manifestazioni e l'inasprimento delle pene per i reati commessi dai tutori della legge. Chiediamo inoltre che le componenti sane delle Forze dell'ordine e della Magistratura vigilino sui diritti dei cittadini e sulle istituzioni cui hanno giurato fedeltà. I Comunisti non hanno mai smesso di farlo e continueranno con impegno crescente.

                                              Giovani Comunisti - Circolo Prc "Mariano Mandolesi" Gaeta