La definitiva distruzione del
sistema sanitario pubblico sul nostro territorio, che da tempo denunciamo
nell’indifferenza generalizzata di gran parte del mondo politico e dell’Amministrazione
comunale, è ormai giunta ad uno stadio avanzatissimo. Lo testimonia quanto accaduto
ad una cittadina gaetana di circa 60 anni, la quale ci ha coinvolto nella
propria vicenda a dir poco vergognosa. La donna affetta da una grave
disfunzione tiroidea ha avuto urgente bisogno di un’ecocardiografia, esame
comune ed un tempo disponibile presso numerose strutture in tempi ragionevoli.
Malgrado il nostro supporto attivo e la certificazione medica in possesso della
donna abbiamo accertato con lei che presso alcune strutture dotate
dell’apparecchiatura necessaria, quali ad esempio il vicino nosocomio di Fondi,
l’esame non viene più eseguito se non in caso di ricoveri, per carenza di
personale. In altre strutture quali il “Dono svizzero” di Formia ed il
“Goretti” di Latina per lo stesso accertamento si prevedono tempi superiori ai
5 mesi, inaccettabili per situazioni tanto urgenti. In sostanza l’unico modo per
ottenere l’esame menzionato nei tempi richiesti è rivolgersi ad una struttura
privata pagando 120 Euro, somma di cui la donna, attualmente in stato di
indigenza, non disponeva. La stessa paziente ha potuto infatti effettuare
l’esame di cui aveva bisogno solo grazie ad un intervento di solidarietà nei
suoi riguardi. La sorte di non potersi curare, se non ci si può permettere di
sborsare soldi al privato di turno, è ormai regola per i cittadini di Gaeta che
disponevano di una struttura ospedaliera di tutto rispetto ormai quasi completamente
smantellata e per i residenti dell’intero circondario. Abbiamo approfondito le
nostre ricerche apprendendo che nell’ambito della provincia e addirittura in
gran parte della Regione l’attesa di 5 mesi non è un’eccezione ma per importanti accertamenti quali endoscopie,
ecodoppler color, visite ortopediche, oculistiche, dermatologiche, etc.. i
tempi di attesa previsti possono superare abbondantemente un anno. Intanto si
continua nel tentativo patetico di buttare fumo negli occhi ai cittadini
parlando di “case della salute” e presentando tali strutture come risoluzione
futura di ogni problema mentre queste ultime, già esistenti da tempo in comuni
quali Sezze, altro non sono che grandi ambulatori medici e non possono certo
sostituire la funzionalità di una struttura ospedaliera. Si distrugge un
sistema un tempo efficiente e gratuito per favorire il profitto dei privati,
mentre sul pubblico si scaricherà sempre più solo il peso degli interventi più
costosi e meno remunerativi, quali le urgenze.
Il disegno in atto è chiaro e ampiamente condiviso da Centrodestra e Centrosinistra.
Ha solide fondamenta negli accordi europei quali il Trattato di Lisbona, che
prevedono la privatizzazione dei servizi e l’abbattimento dello stato sociale.
Questo disegno scellerato trova oggi nel Partito Democratico e nei suoi alleati
i principali esecutori ad ogni livello, lungo una filiera che parte dal governo nazionale passando dalla Regione Lazio, fino al governo della
provincia ed alle amministrazioni comunali di opposti schieramenti. L’ennesima
controriforma in atto del Governo Renzi contro il sistema sanitario nazionale
non è che l’ultimo e più duro attacco che moltiplicherà disavventure quali
quella vissuta dalla nostra
concittadina. Alla luce di quanto esposto il Consiglio Popolare Ospedale di
Gaeta aderisce ed invita i cittadini a partecipare al corteo indetto dal
Sindacato USB a Formia per il diritto alla salute, al lavoro e alla casa che si
radunerà venerdì 6 Novembre alle 17:30 nei pressi dell’ospedale “Dono
Svizzero”.
Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta
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