Malgrado i molti dubbi e le
note criticità nel 2011 Rifondazione Comunista contribuì
all’elezione di De Santis e dell’attuale Maggioranza vedendo nel
programma della lista significativi segni di discontinuità con il
passato e credendo di poter riuscire nel difficile compito di
indirizzare l’operato della Giunta verso gli interessi sociali di
lavoratori, pensionati, disoccupati e precari, contro le ristrette
lobby e gli interessi clientelari da troppo tempo egemoni in città.
Ciò accadde anche nella consapevolezza dello scarso spazio politico
disponibile in una realtà contraddistinta da una forte
polarizzazione e dei rischi ben maggiori sicuramente incarnati dalla
coalizione rivale. L’allora rappresentante di Rifondazione
Comunista, Luca Iudicone, eletto in Consiglio Comunale anche grazie
al contributo decisivo del PRC, decise subito dopo di non rinnovare
l’iscrizione al nostro Partito. Il rapporto di collaborazione e
confronto iniziali tra il Consigliere e “Sinistra Protagonista”
(soggetto allora composto da noi e da SEL) andò nel tempo
affievolendosi progressivamente fin quasi ad esaurirsi. Non è nostra
intenzione in questa sede individuare responsabilità univoche di
quanto avvenne o puntare il dito accusatorio su nessuno, ma sforzarci
di descrivere oggettivamente quanto accaduto. Al termine di questo
processo di “allontanamento” reciproco lo stesso Iudicone recise
definitivamente ogni legame con il passato impegnandosi direttamente
nella creazione di un nuovo soggetto assieme ad altri rappresentanti
della Maggioranza, denominato “Sinistra Unita” e completamente
estraneo al PRC. Oggi, di fronte ad una situazione difficilissima e a
contestazioni crescenti verso l’attuale Amministrazione, dopo aver
rivolto nel tempo ripetute critiche e minacciato numerose crisi, il
Consigliere sceglie di continuare a sostenere De Santis con rinnovato
impegno accettando di tornare a ricoprire la delega alle politiche
giovanili e agli affari sociali, oltre alla nuova carica di
Vicesindaco. Prendiamo atto serenamente della sua scelta di non
ricercare un vero confronto con noi anche in una fase così delicata.
Rispettiamo comunque le sue scelte autonome pur non comprendendone a
pieno le motivazioni e non condividendole, augurandogli comunque buon
lavoro. Malgrado quindi già da molto tempo il nostro Partito sia di
fatto del tutto esterno alla compagine governativa ed abbia perso
ogni possibilità di incidere direttamente sul suo operato per i
motivi illustrati, non abbiamo fatto mancare mai concrete proposte
politiche purtroppo inascoltate e spesso dure critiche pubbliche,
come noto ai cittadini soprattutto da circa un anno a questa parte.
Avvicinandosi ormai il termine dell’esperienza di
quest’Amministrazione Rifondazione Comunista non può più esimersi
dall’esprimere un bilancio complessivo sull’operato di questa
Maggioranza variabile. Del programma che nel 2011 accompagnò la
campagna elettorale della lista “Patto per Itri Futura”, ricco di
promesse e buoni propositi, quest’Amministrazione non ha attuato
quasi niente. Ciò stupisce ancor di più nei numerosi casi di
provvedimenti che avrebbero richiesto solo la necessaria volontà
politica, senza comportare impegni di spesa e risorse cospicui. Le
poche cose fatte sono anzi spesso in completo contrasto con proposte
e principi enunciati. Ciò anche a causa delle violente faide interne
che hanno interessato la Maggioranza fin dai primi tempi del suo
insediamento, determinate da una composizione più che mai eterogenea
e poco coesa. Ne è risultato un immobilismo amministrativo con rari
precedenti. Basteranno pochi esempi. Dal punto di vista della
partecipazione dei cittadini si prometteva l’ “istituzione
e formalizzazione dei comitati
di quartiere”, quindi una maggiore sinergia con l’amministrazione,
l’istallazione di bacheche pubbliche diffuse e video schermi.
Niente di tutto ciò è stato attuato, malgrado per fortuna diversi
comitati spontanei abbiano continuato il loro lodevole lavoro. Niente
Consiglio comunale dei ragazzi e niente consulte per infanzia,
disabili e anziani, annunciate solennemente in campagna. Anche sul
fronte della “riorganizzazione della macchina comunale” non
mancarono le idee, tra cui la più importante era sicuramente il
“ripristino della Commissione edilizia”, da subito accantonata
per ragioni ancora ignote. Nella sezione dedicata all’ambiente si
parlava della gestione dell’acqua che “non può essere equiparata
ad una merce sulla quale fare affari” e si criticava duramente
Acqualatina proponendo il ritorno ad una gestione pubblica. Si è
fatto l’esatto contrario non intraprendendo alcuna iniziativa di
rilievo contro l’azienda, anzi favorendone i “commensali” con
un appalto per le case dell’acqua vinto ovviamente dalla solita
“Logica SRL”, praticamente priva di concorrenza e appartenente a
Silvano Morandi, già membro del Consiglio di Amministrazione di
Acqualatina. Questo invece di pensare ad una possibile gestione
pubblica degli stessi distributori, come accade già in numerosi
comuni italiani. Quando abbiamo recentemente proposto una delibera
che vietasse il distacco dei contatori dell’acqua ai cittadini
indigenti, provvedimento discusso già a Formia su proposta del
Comitato di lotta, non ci hanno neanche degnati di una risposta.
Anche sul fronte della gestione dei Rifiuti i buoni propositi nel
2011 non mancavano. Si proponevano iniziative che riducessero le
tasse anche attraverso il “premiare,
tramite ulteriori sconti e incentivi, i cittadini più meritevoli che
collaborano attivamente al servizio”. Non ci risulta che ciò sia
avvenuto. In previsione dello scadere del bando inoltre abbiamo
proposto la creazione di un’azienda pubblica, magari consorziata
con comuni limitrofi che già hanno intrapreso iniziative simili,
anche per sottrarre un settore strategico all’altissimo rischio di
infiltrazioni malavitose. La proposta del PRC è stata condivisa
persino dal PD locale che l’ha definita addirittura “un’occasione
da non perdere”, ma pare che sia già stata accantonata. Molte
promesse pompose riguardarono allora anche l’incentivo di energie
rinnovabili quali eolico, solare e biomasse. In realtà
quest’Amministrazione non richiese nemmeno i cospicui fondi del
vecchio “Conto energia” per l’istallazione del fotovoltaico
sugli edifici pubblici e ben poco altro è stato fatto finora al
riguardo. In compenso ha intrapreso, malgrado le nostre dure
proteste, l’ennesima privatizzazione del servizio di illuminazione
pubblica cittadina regalando quasi un milione di Euro ai privati in
cambio dell’istallazione di luci al LED. Lo stesso programma
prometteva la creazione e l’ampliamento di sentieri naturalistici,
percorsi ciclabili, aree attrezzate, ma anche il recupero e restauro
di strutture storiche ed archeologiche, la cui mancata attuazione è
purtroppo ben visibile ad esempio dalle condizioni della pregevole
chiesa di S. Cristoforo, che sta vergognosamente continuando a
crollare con i suoi affreschi del 1300. Discorso analogo purtroppo
varrebbe per la salvaguardia del territorio per cui si prevedeva nel
programma uno “Studio idrogeologico con interventi di riparazione,
ripristino ecc. o
sistemazione idraulica
del Rio D'Itri segnalato nel piano di assetto idrogeogologico (PAI)
del Lazio per i pericoli di inondazione delle campagne in
corrispondenza del centro-abitato”. Il livello di realizzazione e
tempestività di queste iniziative è testimoniato dalle recenti e
devastanti inondazioni che hanno colpito la città a seguito delle
piogge malgrado le nostre accorate segnalazioni e dalle esondazioni
del torrente Pontone. Anche rispetto ad altri interventi promessi sul
versante dell’incentivo del turismo e dell’economia quali la
“rimozione delle barriere architettoniche” per favorire
l’accessibilità a siti quali il Castello, l’attività di
promozione degli stessi, le iniziative di “marketing e
commercializzazione” dell’olio e delle olive, lasciamo a voi
stessi il giudizio su quanto sia stato fatto. Sul piano del
miglioramento e della fruibilità di servizi pubblici per i cittadini
restano lettera morta il famigerato nuovo “Centro sportivo
polivalente”, gli “impianti polivalenti di quartiere” ed il
tanto sbandierato “centro culturale polivalente” che sarebbe
dovuto sorgere al posto del vecchio campo sportivo. Anche
nell’ambito delle politiche sociali si prometteva ad esempio la
creazione di una casa famiglia, di un rifugio per donne vittime di
maltrattamenti, di un osservatorio per la tossicodipendenza, mai
pervenuti come tutto il resto. Ancor più paradossale suona oggi
leggere come si volesse difendere e rafforzare il Poliambulatorio
cittadino. Non solo il CUP ha subito in questi anni un lento ma
progressivo smantellamento senza il minimo intervento
dell’Amministrazione ma di recente il Sindaco ha addirittura avuto
il coraggio di elogiare e dare grande credito alle parole del
Direttore Generale della ASL Michele Caporossi, autore di un Piano
aziendale responsabile del depotenziamento di tutta la sanità locale
ed unanimemente contestato. Tale Piano, comprendente anche il
congestionamento o l’atrofia degli Ospedali di Formia e di Fondi
oltre ad un ulteriore attacco all’importante ruolo dei medici di
famiglia, non contiene nemmeno una parola sul nostro poliambulatorio.
Malgrado i nostri appelli il Consiglio di Itri non si è neanche
espresso sul nuovo Piano e De Santis ha persino disertato l’Assemblea
dei Sindaci che ha votato il nuovo assetto della ASL. L’elenco
delle promesse disattese e delle iniziative deprecabili purtroppo
potrebbe continuare ancora a lungo. Si pensi ad esempio alla politica
assurdamente restrittiva in termini di orari e di incombenze imposte
ai locali che intendano svolgere attività di intrattenimento
musicale, con grave danno per l’economia cittadina, l’aggregazione
sociale e la sicurezza dei giovani itrani, costretti a spostarsi in
macchina raggiungendo spesso altri centri per trovare il sano
divertimento che cercano. Si aggiunga ancora la scarsissima
incisività e determinazione mostrate nel tutelare i cittadini dalla
gestione privata del nostro cimitero, che ha visto lievitare in modo
ingiustificato e illegittimo le tariffe a fronte di servizi scadenti
e scarsa attenzione alle esigenze dell’utenza, come testimoniato ad
esempio dalla grave carenza di scale per accedere ai loculi più alti
e dalla persistente chiusura dell’ingresso che affaccia su via
Appia malgrado le numerose segnalazioni. Una situazione che avrebbe
potuto e dovuto far prendere seriamente in considerazione l’ipotesi
di rescindere il contratto con la ditta appaltatrice. Il tutto è
condito con una politica fiscale poco coraggiosa e attenta che ha
drenato danaro dalle tasche dei cittadini senza prevedere esenzioni e
sgravi adeguati per le fasce più deboli. Gli alibi avanzati spesso
in proposito, circa le responsabilità del governo nazionale
nell’imporre scelte impopolari alla luce degli effettivi ed ingenti
tagli alle amministrazioni locali, perdono di forza se si considera
che il governo Renzi, come i precedenti, è sostenuto da importanti
forze politiche presenti all’interno della Maggioranza cittadina.
Non è pertanto un caso se anche la nostra richiesta pubblica di
prendere posizione contro il decreto “Sblocca Italia” come
centinaia di altri comuni e numerose regioni sia stata ignorata,
malgrado esso comporti l’ulteriore abbattimento di regole e risorse
per la tutela del territorio, l’incentivo all’ingresso di
capitali privati nella gestione dei servizi locali più essenziali ed
il rafforzamento delle realtà private già esistenti quali
Acqualatina. Anche l’impiego di fondi e finanziamenti pubblici è
risultato purtroppo non sempre trasparente ed esente da vecchie
logiche clientelari. Di fronte ad un quadro così desolante la
Maggioranza cerca solo ora di recuperare ricordandosi di aver
promesso PRG e piano di Pagnano entro la scadenza del mandato. Senza
volere in alcun modo sminuire l’importanza che tali provvedimenti
ricoprirebbero e fermo restando che sarà necessario approfondire
entrando nel merito, resta forte il dubbio che si tratti solo di una
disperata trovata elettorale. Se l’azione amministrativa della
Maggioranza è stata finora così poco incisiva ci chiediamo come
possa risollevarsi in poco tempo con numeri tanto esigui ed
improbabili apporti esterni dell’ultimo minuto. Ammesso che la
Maggioranza resti tale, se pure a stento, crediamo sia davvero tardi
per invertire la rotta. Francamente non comprendiamo quindi il timore
tanto diffuso e profondo di un Commissariamento Prefettizio che
traghetti la città fino alle prossima data utile per le elezioni
limitandosi all’ordinaria amministrazione, visto che d’altronde a
questo o poco più si è già limitato il governo cittadino negli
ultimi anni. Sarebbe forse il caso anzi che il Sindaco e la sua
Giunta prendessero atto del fallimento oggettivo del loro progetto
politico e si facessero onorevolmente da parte ponendo fine ad uno
spettacolo poco edificante. Per quanto ci riguarda Rifondazione
Comunista continuerà il suo lavoro di radicamento sociale e imparerà
dalle proprie esperienze investendo in futuro le sue energie nella
creazione di una vera alternativa politica antiliberista alle “larghe
intese” locali, rivolgendosi prevalentemente ai movimenti di lotta
auto organizzati ed alle altre forze Comuniste presenti sul
territorio.
Circolo PRC “Mariano
mandolesi” Itri-Gaeta