"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

giovedì 24 aprile 2014

Le comuniste ed i comunisti con Tsipras contro l’Europa delle banche

Alle prossime europee il PRC sostiene la lista “L’Altra Europa con Tsipras”, unico cartello elettorale che si pone in alternativa alle politiche filo-BCE dei governi a guida PD e PDL e per contrastare le derive reazionarie delle destre fasciste e nazionaliste. Questa lista è stata possibile dopo la proposta di Rifondazione Comunista di candidare Tsipras al centro di un polo della sinistra alternativa e grazie al raggiungimento di oltre 220 mila sottoscrittori che sancisce che la mobilitazione generosa delle compagne e dei compagni del nostro partito che insieme agli altri sostenitori hanno raggiunto un importante primo risultato, affatto scontato. Il governo Renzi-Alfano ha già dichiarato la sua fedeltà assoluta ai dettami della Troika e la prosecuzione delle politiche di austerità col rispetto dei rigidi vincoli e parametri della UE.
Già i due precedenti esecutivi delle larghe intese (Monti e Letta), in nome del risanamento del debito imposto dalla BCE, ci hanno lasciato il Fiscal Compact (20 anni di tagli alle spese pubbliche per 50mld di euro l’anno), hanno cancellato il diritto a una pensione dignitosa e hanno manomesso l’art.18 per consentire alle imprese una maggiore facilità di licenziamento.

Mentre si parla di dare 80 euro in busta paga solo ai lavoratori dipendenti con un salario inferiore ai 1.500 euro, si bloccano fino al 2020 i già fermi rinnovi dei contratti per i dipendenti pubblici, si tagliano pesantemente i trasferimenti agli enti locali, si aboliscono le Province, si propone la legge elettorale più antidemocratica della Storia della Repubblica e si decide per l’abrogazione del Senato.

La precarizzazione permanente dei rapporti di lavoro, la destrutturazione e privatizzazione degli ammortizzatori sociali (cassintegrazione ecc…) sono i prossimi passi annunciati da Renzi col Jobs Act che porteranno a negare ogni prospettiva di un futuro dignitoso per milioni di lavoratrici e lavoratori, giovani precari e disoccupati nel nostro paese così come già avviene in paesi come la Grecia e il Portogallo.

Questi provvedimenti, insieme al Piano Casa con la vendita del patrimonio pubblico e la negazione delle residenze per le occupazioni a scopo abitativo, sono un ulteriore trasferimento coatto di ricchezza dalle tasche dei lavoratori e delle loro famiglie alle casse di banche e imprese.


Tutto questo è l’Europa delle banche e dei padroni che ce lo chiede!


È necessario costruire in Italia come in tutto il continente una grande mobilitazione contro le politiche economiche e finanziarie dell’Unione Europea, nel nome della democrazia e dell’uguaglianza sociale, del diritto a un lavoro e ad un’abitazione dignitosa per tutti. Bisogna combattere i governi dell’austerità che eseguono i diktat della Troika, come il governo Renzi in Italia, siano essi di larghe intese, di centro destra o di centro sinistra. Queste politiche regressive, infatti, stanno ridando fiato in tutta Europa alle destre fasciste e reazionarie, mentre la stessa Unione Europea, in stretta unità con la Nato, sostiene un golpe vero e proprio in Ucraina che ha messo al potere anche le forze neonaziste.


Antifascismo e lotta contro le politiche ed i governi di UE-BCE-FMI vanno di pari passo.


Occorre costruire un ampio e duraturo movimento di lotta e disobbedienza contro i diktat della BCE e i vincoli euro-monetaristi che stanno strozzando milioni di lavoratori, di giovani precari, di disoccupati e di pensionati a basso reddito.

Per fare questo non servono nuovi soggetti politici che ambiscano a fare la “sinistra” del centrosinistra sempre più puntello in Italia e in Europa delle politiche della BCE.

Al contrario come in Grecia, in Francia o in Portogallo la contrapposizione alle linee politico-economiche dei partiti del PSE sono la condizione per darsi un profilo realmente alternativo e per la crescita di una forte coalizione della sinistra antiliberista ed anticapitalista che chiuda la strada ai rigurgiti delle risposte nazionaliste. Questo è possibile ponendo su un piano di solidarietà internazionale la lotta per un’alternativa di sistema che non può esistere dentro i rigidi vincoli monetaristi del sovra-nazionalismo finanziario della BCE.

I comunisti e le comuniste non sono né nazionalisti né “europeisti”, ma internazionalisti!

Per favorire la ricomposizione di questo ampio fronte di resistenza politica e sociale all’austerity, i compagni e le compagne del PRC sostengono da comunisti questi obiettivi nella lista “L’Altra Europa con Tsipras”. Vogliamo portare una voce delle lotte nelle aule del Parlamento Europeo per gridare la nostra opposizione alle politiche di massacro sociale e ai meccanismi di dominio del capitale finanziario quali MES, Six Pack, Two Pack, TTIP e tutti i trattati capestro decisi nelle commissioni europee e avallati dalla UE. Per questi motivi chiediamo di appoggiare una candidatura autorevole che faccia sentire la presenza dei comunisti e delle comuniste dagli scranni del GUE-NGL (la sinistra nel parlamento europeo) e che si opponga alle politiche dei governi liberisti tanto del PPE che del PSE (di cui fa parte il PD), indicando un’alternativa netta al modello dominante e contrastando l’avanzata delle destre fasciste e reazionarie.

Nella circoscrizione del Centro Italia sosteniamo il compagno Fabio Amato, impiegato metalmeccanico a tempo determinato in una piccola fabbrica umbra e membro dell’Esecutivo internazionale del Partito della Sinistra Europea all’interno del GUE dove comunisti e soggetti della sinistra alternativa possono imporre nel panorama politico europeo e internazionale la voce delle classi subalterne e del conflitto sociale. 



Senza nessuna ambiguità: per Fabio Amato nella lista “L’Altra Europa con Tsipras”, al Parlamento Europeo nel GUE, in alternativa a PPE e PSE, contro le politiche liberiste della troika UE-BCE-FMI!

mercoledì 23 aprile 2014

Il 25 Aprile sempre!

Il 25 Aprile del 45 l'Italia si liberava dal Fascismo. Le donne e gli uomini che presero parte alla guerra di Resistenza tuttavia si batterono soprattutto per la realizzazione della giustizia sociale che il fascismo negava e continua ad essere negata. Per questo l'eredità della Resistenza è, oggi più che mai, in pericolo. L'intera Europa è percorsa da disegni autoritari e dominata dall'1% di padroni e di banchieri che succhiano sempre più avidamente il sangue del 99% della popolazione, rappresentato dalle classi lavoratrici. Una dittatura comparabile per molti aspetti a quella che combatterono i Partigiani. Oggi lo Stato italiano e l'UE sono gli esecutori materiali delle politiche di austerità e massacro sociale volute dai colossi della finanza mondiale e dalle potenze imperialiste
Anche per questo motivo siamo fermamente convinti che il 25 Aprile non possa essere considerato solamente come la data in cui si celebra la Liberazione del nostro Paese dalla feccia nazifascista e in cui ricordiamo l'estremo sacrificio dei nostri martiri, dei partigiani. L'unico modo per spezzare le catene che ci opprimono è far rivivere lo spirito della Resistenza anche oggi, dentro ognuno di noi. Le svolte autoritarie e i ritorni di fascismo non si stanno consumando solo al di fuori dei nostri confini nazionali (Ucraina, Francia, Ungheria, Grecia), un'involuzione in senso autoritario dello Stato "democratico" la si può vedere anche qui in Italia. La nuova legge elettorale (Italicum) voluta dal partito democratico in combutta con il pluricondannato Berlusconi è a tutti gli effetti una forma di autoritarismo, che ha come finalità quella di tenere il malcontento e le forze che lo rappresentano fuori dalle istituzioni borghesi, usando la "governabilità" del Paese come scusa.
L'attuale strapotere esercitato dall'1% sull'altro 99% della popolazione poggia le sue basi sul controllo dei media, dei partiti politici convenzionali, dei governi nazionali e spesso (come in Europa) su intere aree geografiche. Un dominio esercitato al fine di accaparrarsi fette di mercato e quindi di profitto sempre più grandi. Il fascismo altro non è che l'estremo tentativo dei capitalisti di mantenere inalterato questo stato di cose.
Con l'avanzare della crisi non possiamo e non dobbiamo sentirci al sicuro dal fascismo. Per noi comunisti la Resistenza è e sarà sempre un qualcosa di vivo e di attuale, resistere oggi è anche difendere i diritti degli studenti, dei lavoratori e di tutti coloro che come noi vivono sulla propria pelle una crisi che non ci appartiene. La Resistenza per noi è combattere le politiche di questo Stato, dell'UE e dei partiti di governo che ormai tutelano soltanto le banche private, politiche che stanno massacrando interi popoli.

OGGI RESISTERE E' UN DOVERE! IL 25 APRILE NON E' UNA COMMEMORAZIONE! RESISTIAMO OGGI PER UN DOMANI MIGLIORE!


Giovani Comunisti
del Circolo PRC "Mariano Mandolesi" di Gaeta
Il 25 Aprile del 45 l'Italia si liberava dal Fascismo. Le donne e gli uomini che presero parte alla guerra di Resistenza tuttavia si batterono soprattutto per la realizzazione della giustizia sociale che il fascismo negava e continua ad essere negata. Per questo l'eredità della Resistenza è, oggi più che mai, in pericolo. L'intera Europa è percorsa da disegni autoritari e dominata dall'1% di padroni e di banchieri che succhiano sempre più avidamente il sangue del 99% della popolazione, rappresentato dalle classi lavoratrici. Una dittatura comparabile per molti aspetti a quella che combatterono i Partigiani. Oggi lo Stato italiano e l'UE sono gli esecutori materiali delle politiche di austerità e massacro sociale volute dai colossi della finanza mondiale e dalle potenze imperialiste
Anche per questo motivo siamo fermamente convinti che il 25 Aprile non possa essere considerato solamente come la data in cui si celebra la Liberazione del nostro Paese dalla feccia nazifascista e in cui ricordiamo l'estremo sacrificio dei nostri martiri, dei partigiani. L'unico modo per spezzare le catene che ci opprimono è far rivivere lo spirito della Resistenza anche oggi, dentro ognuno di noi. Le svolte autoritarie e i ritorni di fascismo non si stanno consumando solo al di fuori dei nostri confini nazionali (Ucraina, Francia, Ungheria, Grecia), un'involuzione in senso autoritario dello Stato "democratico" la si può vedere anche qui in Italia. La nuova legge elettorale (Italicum) voluta dal partito democratico in combutta con il pluricondannato Berlusconi è a tutti gli effetti una forma di autoritarismo, che ha come finalità quella di tenere il malcontento e le forze che lo rappresentano fuori dalle istituzioni borghesi, usando la "governabilità" del Paese come scusa.
L'attuale strapotere esercitato dall'1% sull'altro 99% della popolazione poggia le sue basi sul controllo dei media, dei partiti politici convenzionali, dei governi nazionali e spesso (come in Europa) su intere aree geografiche. Un dominio esercitato al fine di accaparrarsi fette di mercato e quindi di profitto sempre più grandi. Il fascismo altro non è che l'estremo tentativo dei capitalisti di mantenere inalterato questo stato di cose.
Con l'avanzare della crisi non possiamo e non dobbiamo sentirci al sicuro dal fascismo. Per noi comunisti la Resistenza è e sarà sempre un qualcosa di vivo e di attuale, resistere oggi è anche difendere i diritti degli studenti, dei lavoratori e di tutti coloro che come noi vivono sulla propria pelle una crisi che non ci appartiene. La Resistenza per noi è combattere le politiche di questo Stato, dell'UE e dei partiti di governo che ormai tutelano soltanto le banche private, politiche che stanno massacrando interi popoli.

OGGI RESISTERE E' UN DOVERE! IL 25 APRILE NON E' UNA COMMEMORAZIONE! RESISTIAMO OGGI PER UN DOMANI MIGLIORE!


Giovani Comunisti
del Circolo PRC "Mariano Mandolesi" di Gaeta
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mercoledì 9 aprile 2014

Venerdì 11 Aprile: cena, presentazione e proiezione del docufilm Target Iran con Fulvio Grimaldi

Venerdì 11 Aprile il giornalista Fulvio Grimaldi presenta a Gaeta il suo ultimo film documentario. L’incontro con Grimaldi si terrà presso il circolo PRC "Mariano Mandolesi" in Via Indipendenza 262 a Gaeta. L’iniziativa prevede alle 20:00 una cena sociale a sottoscrizione, e alle 21:30 la proiezione del docufilm “Target Iran”, accompagnata dall’introduzione e i successivi commenti dell’autore.
Fulvio Grimaldi è un giornalista con una lunga esperienza in fatto di reportage dai fronti di guerra e di conflitto sparsi per il globo. La sua carriera è da sempre dedicata alla cronaca internazionale di lotte popolari e resistenze anti imperialiste. Per questo motivo il suo curriculum da Reporter è quasi unico nel panorama italiano, e di grande spessore nel panorama giornalistico internazionale. È stato l’unico testimone italiano della strage di Derry del 1972 (Bloody Sunday), che ebbe modo di documentare ampiamente.
L'iniziativa fa parte della serie di docufilm proiettati nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile presso il circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Gaeta; tutti dello stesso autore, affrontano il tema della guerra imperialista, dalla Palestina, alla Iugoslavia, passando per la Libia, le primavere Arabe e il Sud America. Anche stavolta Grimaldi si cimenta con un paese “nel mirino”, appunto quell'Iran definito “stato canaglia”, da anni minacciato di rappresaglie da Stati Uniti, Israele e altre potenze occidentali. In questo ultimo lavoro Grimaldi compie lo sforzo di raccontare le condizioni di vita e le relazioni geopolitiche del popolo e dello stato iraniano senza utilizzare parametri moralisti eurocentrici. Attraverso le interviste, le riprese sul posto e la ricostruzione della storia economico-politica del paese, l’autore ricerca una verità altra, vissuta nel contatto con i veri protagonisti, i cittadini e attraverso i luoghi che sono stati sito di una storia straordinaria di quasi tre millenni, partendo da Ciro il Grande e compiendosi con la rivoluzione islamica di Khomeini.
Profondo conoscitore della storia contemporanea del mondo arabo, Grimaldi offrirà testimonianze e analisi sulla “questione Iran” diverse da quelle proposte dai media tradizionali.Si tratta di un appuntamento da non perdere per tutti i curiosi e gli amanti della buona informazione, della storia e della politica internazionale.

martedì 8 aprile 2014

12 aprile, Roma: rompiamo la gabbia dell’Unione Europea!

Il prossimo 12 aprile la città di Roma ospiterà una manifestazione nazionale delle forze anticapitaliste e dei movimenti per i diritti sociali e contro il governo Renzi, la Troika e le politiche di austerità. È necessario costruire in Italia come in tutta Europa una grande mobilitazione contro il potere economico e tecnocratico dell'Unione Europea, nel nome della democrazia e dell'eguaglianza sociale. Bisogna combattere i governi dell’austerità siano essi di centro destra o di centro sinistra, che eseguono i diktat della Troika, come il governo Renzi in Italia. La politica di questi governi in tutta Europa sta ridando spazio alle forze neofasciste, mentre la stessa Unione Europea in stretta unità con la Nato sostiene il nuovo governo dell'Ucraina, del quale fanno parte forze neonaziste. Antifascismo e lotta contro le politiche, i governi e il potere dell’Unione europea vanno di pari passo. Il Circolo PRC "Mariano Mandolesi" pertanto aderisce insieme ai comitati per la ripubblicizzazione dell'acqua e per il diritto alla casa ed ad un lavoro utile e dignitoso, e invita a partecipare anche le reti studentesche, le forze progressiste del Sud Pontino, il sindacalismo di base e alternativo, i cassa integrati e gli operai delle fabbriche in crisi,, i comunisti e gli anticapitalisti tutti, consapevole del fatto che la manifestazione del 12 aprile rappresenta un punto di partenza: occorre infatti costruire un ampio e duraturo movimento di lotta anticapitalista contro il semestre italiano di guida della Unione Europea. In Spagna milioni di persone sono scese in piazza, è ora che anche in Italia si sviluppi un movimento democratico che abbia come obiettivo il rovesciamento dell’oligarchia tecnocratica e finanziaria dell’UE e la rottura dei Trattati, dal fiscal compact a quello di Maastricht, che la legittimano.


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