Tra le proposte l'Istituzione di un'Azienda Speciale comunale
Gaeta: Di tutte le
problematiche che attanagliano Gaeta la carenza di lavoro per i giovani è
indubbiamente la più grave, causa principale dell'allontanamento
forzato di una generazione di precari. L'unica occupazione prodotta è in
nero, stagionale, sottopagata e priva di garanzie, eppure il tema del
lavoro sembra essere il grande assente della nostra campagna elettorale.
Questo accade forse perché la corsa di molti candidati è pagata con il
denaro di quegli stessi imprenditori che alimentano ogni giorno il
binomio di disoccupazione e sfruttamento. Rifondazione Comunista e il
Candidato a Sindaco Benedetto Crocco mettono al centro del proprio
programma il tema del lavoro. Propongono pertanto l'istituzione di
un'Azienda Speciale del comune che fornisca importanti servizi creando
posti di lavoro stabile e garantito. Lo strumento dell'Azienda Speciale è
già impiegato da tempo in diversi comuni della provincia. L'Azienda
potrà occuparsi ad esempio di attività di promozione del turismo
invernale e della cultura, servizi sociali, manutenzione del verde
pubblico, cura dell'arredo urbano, smaltimento dei rifiuti solidi,
trasporti, parcheggi, spiagge libere, strutture ricettive pubbliche,
asilo nido e farmacia comunale. Ovviamente i lavoratori precari già
impiegati in alcuni di questi ambiti verrebbero riassorbiti e
stabilizzati. Oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro e al
miglioramento delle condizioni lavorative di coloro i quali sono già
impiegati in alcuni dei settori menzionati, l'azienda comunale
produrrebbe altri importanti vantaggi. Sarebbe in grado di garantire
servizi essenziali a prezzi inferiori, fornirebbe all'amministrazione
comunale un importante strumento per guidare lo sviluppo economico
della città, eviterebbe il possibile ingresso di capitali malavitosi in
alcuni settori a rischio quali lo smaltimento dei rifiuti. Ma le
proposte del PRC sul tema del lavoro non si limitano alla costituzione
di un'Azienda Speciale. Chiediamo che tra le clausole sancite dal comune
per l'attribuzione di licenze, appalti pubblici e concessioni si dia
priorità al numero e alla qualità dei posti di lavoro prodotti. Vogliamo
inoltre che si riducano al minimo le gare al ribasso, visto che la
concorrenza si rende spesso competitiva a discapito dei lavoratori
diminuendo le spese per la sicurezza, impiegando organici
sottodimensionati e sottopagati, ricorrendo al lavoro in nero, imponendo
ritmi massacranti e licenziando appena possibile. Considerato inoltre
il ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori di Italcraft,
Panapesca e Pozzi Ginori ed il rischio che il numero dei cassintegrati
aumenti, intendiamo istituire un Fondo Comunale per integrare sul
territorio gli ammortizzatori esistenti, coinvolgendo anche Provincia,
Regione e Comuni limitrofi.
"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx
martedì 27 marzo 2012
venerdì 23 marzo 2012
Rifondazione Comunista manifesterà a fianco dei lavoratori della Pozzi Ginori Il PRC e il Candidato Benedetto Crocco denunciano l'ambiguità dell'Azienda e lo scarso interesse delle Istituzioni
Gaeta: Il Circolo di
Rifondazione Comunista "Mariano Mandolesi" e il Candidato alla carica di
Sindaco Benedetto Crocco seguono con apprensione gli sviluppi
dell'incontro di Lunedì 19 tra azienda e RSU dello stabilimento Pozzi
Ginori di Gaeta. L'azienda avrebbe dovuto rendere noti i propri piani
per rilanciare la produzione e confrontarsi in merito alla gestione dei
50 esuberi dichiarati. L'annuncio della cassa integrazione seguito dal
rifiuto della Società di applicare il criterio della rotazione tra tutti
i dipendenti, dall'assenza di ulteriori garanzie sul futuro dei
lavoratori colpiti, dalla mancanza di disponibilità nel discutere le
proposte dei delegati sindacali, dalla scelta di non ammettere il
rappresentante dell'USB al tavolo delle trattative, hanno indotto alcune
RSU a non sottoscrivere l'accordo e avviare un percorso di
mobilitazione. Da ieri è iniziato un presidio fuori ai cancelli della
fabbrica e per oggi è stato indetto il primo giorno di sciopero.
L'azienda continua a non dichiarare i propri progetti e a fare scelte
contraddittorie come il continuo ricorso agli straordinari, che mal si
comprende alla luce della presunta eccedenza di personale. La paura più
grande è che sul futuro dello stabilimento esistano progetti di graduale
dismissione, considerato il valore enorme acquisito dall'area grazie
allo sviluppo dell'adiacente porto, che potrebbe convincere la Società a
chiudere lo stabilimento destinando l'area ad altri scopi. Se questa
sciagurata ipotesi si rivelasse vera gli esuberi annunciati
rappresenterebbero l'inizio della fine. Non a caso timori simili si
addensano sulle altre importanti realtà produttive adiacenti al porto di
Gaeta: Italcraft e Panapesca, invitate a creare un fronte comune di
lotta. Il PRC ritiene che lo sviluppo portuale possa e debba
rappresentare una risorsa per l'economia cittadina e per le realtà
industriali esistenti. Sarebbe assurdo e paradossale se ne decretasse la
fine. Di fronte a questi scenari è quanto mai evidente il peso del
ruolo giocato dalla politica. Questo rende ancor più grave lo scarso
interesse mostrato dalle istituzioni, a partire dall'attuale Sindaco
Raimondi. Il PRC di Gaeta e il candidato Crocco confermano la propria
vicinanza ai lavoratori dello stabilimento e intendono fornire il
massimo supporto in occasione della mobilitazione in corso. Tutti i
cittadini di Gaeta e dei comuni limitrofi sono invitati a solidarizzare
con la lotta partecipando al presidio in corso e al corteo che partirà
sabato 24 alle ore 10 dai cancelli della fabbrica.
venerdì 16 marzo 2012
Il Partito della Rifondazione Comunista solidarizza con i lavoratori della "Pozzi Ginori" di Gaeta
Gaeta: Il
Partito della Rifondazione Comunista apprende con grande preoccupazione
le ultime notizie riguardanti lo stabilimento della Pozzi Ginori di
Gaeta, unica grande realtà industriale presente nella città, che dà
occupazione a centinaia di dipendenti. I 50 esuberi annunciati il 6
Marzo in occasione dell'incontro tenutosi a Latina tra Sindacati e
azienda rappresentano un grande punto interrogativo per il futuro dello
stabilimento. L'azienda si è limitata a giustificarsi con la presunta
diminuzione della domanda, senza fornire dati precisi e attendibili
riguardo al futuro della fabbrica, agli investimenti che si intendono
sostenere e al piano industriale per i prossimi anni, finalizzati a
valorizzare una produzione di altissima qualità. Tutto è reso più
allarmante dal fatto che se fossero avviate procedure di mobilità non vi
sarebbero dipendenti in età utile ai fini pensionistici. In questo
contesto di grande incertezza si diffonde il timore che possano esistere
segretamente altri progetti riguardanti l'area industriale in ambito
speculativo o legati allo sviluppo dell'adiacente zona portuale. Si
chiede pertanto che l'azienda receda dalle proprie intenzioni e fornisca
subito dati in grado di rassicurare sul futuro dello stabilimento. Il
PRC dichiara tutta la propria solidarietà ai dipendenti in un momento
così difficile e afferma la volontà di sostenere ogni possibile
iniziativa utile finalizzata a garantire e incrementare gli attuali
livelli occupazionali e a tutelare i diritti dei lavoratori. Rivolge
inoltre il proprio appello alle istituzioni cittadine, provinciali e
regionali per difendere il futuro della fabbrica.
Circolo PRC "Mariano Mandolesi"
Gaeta
Circolo PRC "Mariano Mandolesi"
Gaeta
mercoledì 14 marzo 2012
Il nostro impegno contro le Mafie a Gaeta
Il PRC Gaeta intende per primo portare il tema
dell'illegalità al centro del dibattito cittadino. Fra vari impegni,
lanciamo un appello per sottoscrivere un "codice di
autoregolamentazione" antimafia
Gaeta: Questa
campagna elettorale si profila di uno spessore ancor più basso rispetto
alle passate, per quanto in continuità con i mali cronici della
politica gaetana. Difficile rinvenire tracce di un programma limpido e
concreto per questa città, cosa ancor più grave visto il carattere
epocale della crisi che l'attraversa. Si assiste invece a una maggiore
frammentazione di liste che rispecchiano personalismi e claque solite,
oltre che lo sfruttamento della disperazione. Accordi che celano
accozzaglie predatorie. Tutte conferme del livello di isolato
provincialismo raggiunto da Gaeta. In un clima del genere, terreno più
che altro di sottoculture, il PRC Gaeta assume una ancor maggiore forza
di autentica alternativa politica in grado di raccogliere le componenti
più sane della città. A dimostrazione di questo, vogliamo rompere un
muro di silenzi attorno a quello che doveva invece essere da tempo un
tema centrale per il futuro di Gaeta, ossia la lotta alle criminalità
organizzate. Là dove si avvertivano tutt'al più timidi sussurri, noi
vogliamo invece gridare che camorra e mafie a Gaeta ci sono e vanno
combattute prima che vincano definitivamente distruggendo il nostro
tessuto sociale. Oltre alle già accertate presenze affaristiche e
immobiliari, siamo infatti prossimi ad interventi e rinnovi in settori
che sono dei classici piatti ricchi per queste organizzazioni, quali la
portualità o i rifiuti ad esempio. Non è più tempo di esitazioni e
ignavia da parte degli amministratori di questa città, l'immobilismo
tipico delle classi dirigenti di questi ultimi decenni non è più
accettabile. D'altronde questi personaggi politici tuttora rispecchiano
bene i loro stessi supporters forti di riferimento, quei soggetti che
hanno determinato situazioni di rendite economiche e squilibri sociali
che più invitano a nozze le mafie. Noi comunisti di Gaeta siamo invece
composti da quella parte della cittadinanza che più continuerà a subire i
danni di queste inettitudini, ossia lavoratori dipendenti, precari,
disoccupati, giovani studenti, ecc. Ancora una volta è la nostra
coscienza di classe che non ci permette di restare in silenzio. Abbiamo
invece la necessità di trasformarci con l'impegno nella punta avanzata
di una lotta politica alla criminalità organizzata in città,
sottolineando quanto le mafie più pericolose siano quelle tipicamente
borghesi in doppiopetto e i loro referenti politici. Non abbiamo in
questo momento bisogno di pantofolai che si mettono la coscienza apposto
unicamente leggendo "Gomorra", e neppure del ancor più grave fenomeno
di chi minimizza o nega il rischio della presenza delle mafie sul nostro
territorio. Abbiamo invece bisogno di atti concreti, oltre che di
significative risposte culturali.
In tal senso il Partito della Rifondazione Comunista
di Gaeta richiede l'istituzione di un Osservatorio Permanente in
Consiglio Comunale per monitorare infiltrazioni mafiose nel tessuto
socio-economico cittadino. E' fondamentale che tale commissione operi
per quanto possibile in coordinamento con forze di polizia oltre che con
l'Autorità Portuale. Nel nostro programma proponiamo pure la riduzione
al minimo delle gare di appalto pubbliche a ribasso, per limitare le
possibilità di ingresso di capitali malavitosi. Reputiamo inoltre
importante intraprendere iniziative che diano anche una risposta
simbolica e di sensibilizzazione collettiva sul gravissimo tema.
Vogliamo che a Gaeta sia indetta una Giornata contro le Mafie e che
nelle scuole cittadine la lotta alle mafie sia materia di studio e di
educazione civica. Progetti di questo genere sono importanti per
contrastare la colpevole rimozione del problema finora condotta oltre
che l'assuefazione a comportamenti che favoriscono l'infiltrazione della
mala. E rappresentano solo l'inizio di impegni continui da mantenere
nel tempo. A tal proposito Benny Crocco, candidato a sindaco del PRC di
Gaeta, afferma: "sto rilevando in città una remissività e una
accondiscendenza alle sirene del clientelismo che quanto a gravità vanno
oltre le già rovinose abitudini gaetane. Sento passare un messaggio
pericolosissimo. In molti reputano che nello scatafascio generale sia
più opportuno vendersi al miglior offerente a prescindere dal suo
lindore e le sue relazioni pericolose con l'illegalità. Io voglio invece
che si capisca che questi corruttori non hanno più niente da offrire se
non altro malessere sociale. Le loro promesse sono bugie tremende che
non potranno mantenere. Se giustamente Peppino Impastato gridò che la
Mafia è una montagna di merda, noi ora dobbiamo inveire anche contro
quei mosconi che fanno affari su questo impero di sterco!". Ovunque le
mafie si impossessano della realtà, anche quando sembrano apportare una
iniziale ricchezza, dopo lasciano solo un irreversibile deserto.
Intanto, al fine di dare da subito anche qui un segnale di discontinuità
con il passato della nostra classe politica, Rifondazione Comunista
invita tutte le forze politiche a sottoscrivere il "Codice di
autoregolamentazione" per le candidature approvato dalla Commissione
Parlamentare antimafia.
"Codice di autoregolamentazione" per le candidature
approvato dalla Commissione Parlamentare antimafia
Questo "codice di autoregolamentazione" è stato approvato nella scorsa legislatura dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 3 aprile 2007 (trasmessa alle presidenze delle Camere il 3 aprile 2007).
ARTICOLO 1
1. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano a non presentare come candidati alle elezioni dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, ovvero sia stata emessa misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione, ovvero che si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive, ovvero che siano stati condannati con sentenza anche non definitiva, allorquando le predette condizioni siano relative a uno dei seguenti delitti:
a) delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale;
b) estorsione (articolo 629 del codice penale), usura (articolo 644 del codice penale);
c) riciclaggio e impiego di danaro di provenienza illecita (articolo 648-bis e articolo 648-ter c.p.);
d) trasferimento fraudolento di valori (articolo 12-quinquies della legge 7 agosto 1992, n.356);
e) omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte delle persone sottoposte ad una misura di prevenzione disposta ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, nonché da parte dei condannati con sentenza definitiva per il delitto previsto dall'articolo 416-bis del codice penale (articolo 31 della legge 13 settembre 1982, n. 646);
f) attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).
2. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano, altresì, a non presentare come candidati alle elezioni di cui al comma 1 coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, ricorra una delle seguenti condizioni:
a) a) sia stata disposta l'applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575;
b) b) siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ovvero della legge 31 maggio 1965, n. 575, così come successivamente modificate e integrate;
c) c) siano stati rimossi, sospesi o dichiarati decaduti ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
ARTICOLO 2
1. Il presente codice di autoregolamentazione si applica anche alle nomine di competenza del sindaco e del presidente della Provincia.
approvato dalla Commissione Parlamentare antimafia
Questo "codice di autoregolamentazione" è stato approvato nella scorsa legislatura dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 3 aprile 2007 (trasmessa alle presidenze delle Camere il 3 aprile 2007).
ARTICOLO 1
1. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano a non presentare come candidati alle elezioni dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, ovvero sia stata emessa misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione, ovvero che si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive, ovvero che siano stati condannati con sentenza anche non definitiva, allorquando le predette condizioni siano relative a uno dei seguenti delitti:
a) delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale;
b) estorsione (articolo 629 del codice penale), usura (articolo 644 del codice penale);
c) riciclaggio e impiego di danaro di provenienza illecita (articolo 648-bis e articolo 648-ter c.p.);
d) trasferimento fraudolento di valori (articolo 12-quinquies della legge 7 agosto 1992, n.356);
e) omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte delle persone sottoposte ad una misura di prevenzione disposta ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, nonché da parte dei condannati con sentenza definitiva per il delitto previsto dall'articolo 416-bis del codice penale (articolo 31 della legge 13 settembre 1982, n. 646);
f) attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).
2. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano, altresì, a non presentare come candidati alle elezioni di cui al comma 1 coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, ricorra una delle seguenti condizioni:
a) a) sia stata disposta l'applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575;
b) b) siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ovvero della legge 31 maggio 1965, n. 575, così come successivamente modificate e integrate;
c) c) siano stati rimossi, sospesi o dichiarati decaduti ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
ARTICOLO 2
1. Il presente codice di autoregolamentazione si applica anche alle nomine di competenza del sindaco e del presidente della Provincia.
domenica 11 marzo 2012
12 marzo: giornata nazionale contro la vivisezione
Nonostante dati recenti dimostrino che
la maggioranza degli italiani sia contraria alla sperimentazione
animale, il largo abuso di farmaci e cosmetici testati su cani,
gatti, topi, conigli e co. resta comunque invariato. Ogni anno
milioni di animali in tutto il mondo subiscono nei laboratori
avvelenamento con gas tossici e sostanze chimiche, esposizione a
raggi x, congelamento, bruciature, induzione a ogni genere di
malattia, esperimenti al cervello, ecc.
Probabilmente molti non sanno che oggi
se ne può fare a meno.
La verità è che dietro la vivisezione
si nascondono semplici e volgari ragioni economiche e legali poiché
essa consente di mettere in commercio qualsiasi prodotto chimico con
estrema facilità. Le multinazionali farmaceutiche grazie alla
normativa vigente (legge 615 del 1 Maggio 1941 e successivo Decreto
Legislativo n 116 del 27 Gennaio 1992) risultano innocenti nel
momento in cui si verifichino casi di controindicazioni sull'essere
umano in seguito all'assunzione di farmaci testati sugli animali.
La legge obbliga a testare sugli
animali qualunque sostanza prima di metterla in commercio (test LD50:
somministrazione di dosi sempre maggiori fino a che il 50 percento
delle cavie non muore) , test alquanto assurdo perché i cani, i
gatti, i topi e gli esseri umani non reagiscono allo stesso modo a
sostanze chimiche e farmaceutiche. La conferma di ciò l'abbiamo
avuta negli ultimi quarant'anni dove molti dei farmaci che furono
testati sugli animali ebbero sull'uomo effetti drammaticamente
differenti.
Ciò si verifica anche perché le altre
specie non si ammalano spontaneamente di malattie tipicamente umane e
quindi la ricerca si basa su malattie indotte artificialmente in
specie non umane. Come ad esempio i test di tossicità, che però
continuano ad essere applicati per “convenzione” scientifica
nonostante le ovvie contraddizioni, come la diversità tra specie, i
dosaggi e la differenza di adattamento a sostanze in animali più
piccoli e con una durata della vita più breve di quella umana.
Pertanto anche Denise Freiles,
candidata alla carica di consigliere comunale e tutto il circolo Prc
“Mariano Mandolesi” di Gaeta, sono solidali alla giornata
nazionale contro la vivisezione indetta dall'associazione AIDAA.
Partito della Rifondazione Comunista
di Gaeta
Circolo “Mariano Mandolesi”
mercoledì 7 marzo 2012
Aldilà di ogni risultato elettorale, abbiamo "niente da perdere e un futuro da conquistare"
Desolazione
[de-ʃo-la-zió-ne]
s.f. (pl. -ni)
1 condizione di devastazione, di rovina
2 squallore, stato di abbandono
3 sconforto, scoraggiamento abbattimento morale
Per alcuni Gaeta è una isola, per altri un carcere. Diciamo che noi gaetani non abbiamo fatto tanto negli ultimi decenni per far credere il contrario. In questo siamo tutti colpevoli. Chiusi da tempo su noi stessi, come se le mura storiche abbattute frettolosamente per ricercare la modernità siano ricomparse nelle nostre menti. Ma quando e come è risorta questa edificazione dentro di noi? Perché ad un certo punto ci siamo abbandonati a una visione cosi misera della realtà che ci circonda?
Non voglio scomodare modelli quasi atavici tipo quello del gaetano "razza caina", pezzente volto più che altro a non permettere il progresso del prossimo a lui vicino. E' un concetto che fa comodo soprattutto a chi ha avuto maggior peso nel nostro declino, i veri "caini". Fortunatamente conosco e frequento una parte più generosa di questa città che contraddice questo stereotipo. Dal punto di vista politico dobbiamo invece concentrarci maggiormente sul presente e le cause più recenti e risolvibili del nostro declino, senza comunque perdere di vista la Storia e il suo divenire.
Direi allora che la desolazione e le sue macerie hanno cominciato ad insinuarsi, ricrescere e gradualmente vincere a Gaeta dal momento che non si è stati capaci di riconvertire l'economia cittadina dopo le crisi industriali degli anni '70-'80. L'incapacità di trasformare le nostra città in una produttrice di servizi avanzati (quali possono essere quelli offerti da una università, ad esempio), nonché in una vera industria matura del turismo, ha permesso il graduale spostamento della distribuzione della ricchezza verso rendite ed oligopoli di fatto. Chi non ha potuto godere di questo processo si è ritrovato espulso dalla città o costretto a condizioni sempre più di debolezza subalterna. Un dramma che va ancora uccidendo il nostro futuro ed esiliando soprattutto la nostra "meglio gioventù". La ricchezza si è concentrata sempre di più in mano a soggetti ed attività più stabili rispetto le fluttuazioni del mercato in una città a forte vocazione turistica: parlo principalmente di alberghi, stabilimenti e affitti immobiliari. Gaeta è dipesa sempre più da soggetti statici che non avevano neppure particolare interesse ad elevarne il livello socio-culturale. Molto più funzionale al mantenimento dello status quo alimentare sottoculture clientelari, dei clan nello squallore.
Ma la crisi epocale che stiamo attraversando sta mettendo in discussione pure questo tipo di concentrazione squilibrata della ricchezza, favorendo la penetrazione di chi ora dispone di maggiori liquidi, ovvero le criminalità organizzate.
E' una lettura in fin dei conti molto semplice della nostra realtà cittadina degli ultimi 30 anni, ma essenzialmente efficace. Però il processo di declino non è stato mai spesso descritto pubblicamente in questi termini, soprattutto da coloro che hanno rappresentato le classi dirigenti durante tutto questo lungo periodo. Il motivo è ovvio: questi sono stati e sono ancora i rappresentanti politici di coloro che hanno generato da posizioni di forza questo malessere, di quei ricchi possedenti locali dall'animo "pezzente" e i loro feudatari di riferimento.
Io faccio parte di un gruppo di persone che si sono riunite attorno all'idea di combattere chiaramente questi baroni privi di alcuna nobiltà. Abbiamo un avversario dichiarato: i detentori di queste grandi rendite, tra l'altro spesso derivanti da concessioni pubbliche. Senza ridistribuzione di ricchezza da questi soggetti verso il resto della popolazione e i beni comuni, Gaeta non ha alcun futuro se non quello di essere un'altra provincia delle mafie, soprattutto quelle in doppio petto, altri nostri grandi e ben più pericolosi avversari. Siamo la prima forza politica a gridare tutto ciò apertamente perché la nostra coscienza di classe ci rende impossibile il contrario.
I referenti sociali del progetto politico che ho l'onore di rappresentare sono le vittime che hanno scelto di organizzarsi politicamente contro i propri carnefici tornando a militare stabilmente nelle lotte sul territorio. Ci troverete attivi in mezzo a voi pure dopo le elezioni a differenza di tutti gli altri. Noi siamo quei lavoratori dipendenti con diritti e portafogli sempre più erosi. Quei lavoratori precari trattati come eterni "uaglioni", quantomeno a Gaeta. Siamo i disoccupati che non si sono arresi alle logiche clientelari di chi tra l'altro ha sempre meno da vendere se non al prezzo di ulteriore malessere collettivo.
Avremo tempo e modo di farci conoscere meglio attraverso i media ed esporre sempre più dettagliatamente i nostri progetti per il futuro. Questo anche perché per adesso, più che militanti di altri partiti e liste, io vedo in giro solo lobbisti di bassissima lega a caccia di voti in assenza totale di programmi espliciti. Non vorrei che ci rubassero ora qualche nostra idea per metterla sui loro ipocriti depliants elettorali sistematicamente disattesi. Intanto potete conoscere di persona chi siamo e le nostre idee. Tra i tanti sforzi che stiamo sostenendo, abbiamo il piacere di ripartire dal basso, con crescente numero di forze. Sentiamo forte il rispetto nei nostri confronti a prescindere dalle idee e pian piano in diversi si uniscono spontaneamente sempre più a noi per partecipare attivamente a questo risveglio.
I tempi e la musica sono cambiati rispetto anche solo qualche anno fa. Noi stessi stiamo portando un vento nuovo all'interno del movimento comunista reduce di meritate sconfitte.
Siamo già diventati nel nostro piccolo un caso di attenzione nazionale, riportato da siti e media di riferimento per chi lavora per l'unità dei comunisti prima di tutto nelle lotte e non sulle poltrone. Il nostro esempio, pure dal punto di vista elettorale, ha suscitato una simpatia ed un entusiasmo che va forse oltre le nostre aspettative. Credo che per la prima volta si stia sentendo di persone di altre città, anche distanti da noi, che quasi cambierebbero residenza pur di votarci ed esprimere il loro sincero e non clientelare sostegno. Fra questi c'è chi chiede addirittura di iscriversi al nostro circolo, riconoscendo in noi qualcosa di diverso e davvero nuovo. Sto ricevendo affettuosi attestati di stima al limite dell'imbarazzante per una persona modesta quale sono, oltre che l'interesse di intellettuali, sindacalisti, politici di rilievo nazionale. Il motivo di tutto questo trasporto io lo individuo in qualcosa che va oltre un segnale di motivata disperazione della gente. Spesso questo sentimento sfocia in qualcosa di qualunquista. Noi invece rappresentiamo l'organizzazione politica di valori e idee intelligenti rivolte al futuro da parte di gente che ha imparato dagli errori del passato. E siamo persone oneste ed altruiste, e chi ci conosce questo lo sa.
Abbiamo rotto nettamente con le logiche del passato più recente e desolante della storia dei partiti italiani. Le parole centro-destra e centro-sinistra associate alla cosiddetta seconda repubblica ci fanno quasi ribrezzo.
Siamo quelli che in un modo o l'altro non hanno perso di vista il resto del Mondo e sono ancora in grado di capire davvero come la nostra città non è al di fuori della crisi del capitalismo internazionale, pur avendo le sue particolarità locali da affrontare. Rappresentiamo l'unica vera ed oggettiva alternativa.
Per salvaguardare le condizioni di vita e la degna sopravvivenza di gran parte dell'umanità i valori del Socialismo devono ritrovare un loro nuovo ruolo, rivoluzionario, persino in questa roccaforte di periferia che è diventata Gaeta. Anche qui da noi le manifestazioni di una coscienza di classe popolare devono diventare normalità a discapito di estemporanee ed inutili proteste e improvvisati capi-popolo demagogici. Sappiamo che in breve tempo lo stato delle cose è destinato a cambiare tanto più in peggio quanto più noi non saremo pronti per lottare in prima persona per le istanze che ci riguardano, proponendo soluzioni alternative. La Grecia è dietro l'angolo e la Storia non aspetta. Ignorarne il corso è la cosa più dannosa per Gaeta. Noi porteremo il corso della Storia fin dentro quelle mura immaginarie sulle quali poggiano sonnacchiosi i gaetani da anni come basilischi.
Siamo la parte più sana di un Futuro da conquistare.
Ovunque saremo, faremo la Storia
martedì 6 marzo 2012
Il Circolo PRC “Mariano Mandolesi” di Gaeta e il Candidato a Sindaco Benni Crocco aderiscono allo sciopero Generale della FIOM del 9 Marzo
Il punto d’incontro per
chi viene da Gaeta e dintorni è alla stazione di Formia alle 7,30.
La manifestazione
partirà alle 9,30 da Piazza della Repubblica, per arrivare poi sino a Piazza
San Giovanni.
E’ importante che una città come Gaeta, colpita
dal dramma della disoccupazione giovanile e del precariato e seriamente
preoccupata per il futuro dei lavoratori delle poche realtà produttive rimaste
sul territorio, partecipi ad un così importante momento di lotta e
mobilitazione. Dopo anni di duri attacchi le politiche del Governo Monti
sostenute da PD e PDL intendono dare il colpo di grazia ai diritti del lavoro.
La volontà di eliminare l’articolo 18 introducendo la libertà di licenziamento
con il contratto unico, l’offensiva senza precedenti contro le regole
democratiche della rappresentanza sindacale, il depotenziamento della
contrattazione collettiva e l’aumento dell’età pensionabile sono solo i
principali cardini di un feroce progetto di smantellamento delle garanzie
sociali al quale è indispensabile reagire con determinazione. La cancellazione
dei diritti non è e non può essere la risposta adeguata alla crisi, rischia
anzi di inasprirla diminuendo ulteriormente il potere d’acquisto dei salari.
Gaeta è una città che vive nel pieno le contraddizioni oggi in atto e il
circolo “Mariano Mandolesi” nasce con lo scopo di dare voce agli sfruttati e
stimolare la voglia di reagire alle politiche liberiste, dando il proprio
contributo alle vertenze nazionali e declinandole all’interno della nostra
città.
SOSTENIAMO
LO SCIOPERO E LA MANIFESTAZIONE DELLA FIOM!
IL 9 MARZO
TUTTE/I
IN PIAZZA!
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