Quanto sarebbe accaduto a Itri al ventottenne Mirko,
mentre stava lavorando, costituirebbe un fatto gravissimo. Egli avrebbe subito un’aggressione
per futili motivi dal padrone e sarebbe stato lasciato tramortito a terra
riportando importanti lesioni e rischiando la vita. Ciò ci induce non solo ad
esprimere pubblicamente tutta la nostra solidarietà ma a fare serie riflessioni
sul tema del lavoro. Qualora venisse confermato il fatto rappresenterebbe in
modo emblematico la natura del rapporto tra padroncini e operai del nostro
territorio, quindi la diffusa arroganza dei primi e le condizioni lavorative
troppo spesso prossime allo schiavismo, sia dal punto di vista salariale che
dei diritti. Se a livello nazionale il Job Act, varato dal governo del PD, è
senza ombra di dubbio uno degli attacchi più feroci che il lavoro abbia mai
ricevuto dalla caduta del fascismo, a tal punto da introdurre nei fatti la
completa libertà di licenziamento, nel Basso Lazio sono da sempre diffuse
condizioni aberranti. Come messo in evidenza anche da recenti inchieste operaie
promosse dai nostri compagni, in diversi campi quali la ristorazione, la
balneazione, il settore alberghiero, il bracciantato agricolo, l'edilizia ed i
servizi in genere le paghe giornaliere possono essere di 30-35 euro per orari
che raggiungono le 12 ore in condizioni spesso massacranti. Lavoro nero,
chiamate a giornata, altri contratti capestro e lettere di licenziamento già
firmate sono la norma. Il ricambio di giovani inesperti e poco sindacalizzati è
appositamente reso costante e continuo, invece di stabilizzare nel tempo una
mano d'opera qualificata che offrirebbe servizi più efficienti determinando però
un costo del lavoro maggiore. Intanto i giovani di centri quali Itri e Gaeta
sono sempre più costretti all'emigrazione dopo essere stati adoperati per pochi
anni occasionalmente come animali da soma. Se non ti stanno bene le assurde
condizioni imposte puoi anche andartene, tanto ci sono altri proletari da
spremere e se accetti tuo malgrado, secondo questi padroni dovresti perfino
ringraziarli. Anche questa, seppur meno eclatante, è violenza, quotidiana e
diffusissima, subita purtroppo in silenzio da molti. L'episodio di Mirko, in
questo senso, sarebbe soltanto la punta di un Iceberg consistente in un
atteggiamento assai comune. Le autorità che dovrebbero sovraintendere e
controllare il rispetto delle pur blande regole residue, a partire
dall'Ispettorato del Lavoro, risultano sempre più insufficienti e prive di
mezzi o peggio complici di questo stato di cose. In materia di sfruttamento del
lavoro il potere politico locale è connivente con le piccole lobby economiche
cittadine quanto e forse ancor di più di come il Governo nazionale sia legato
agli interessi di Confindustria e grande Capitale finanziario. Lo dimostra il
fatto che in Comuni quali Itri e Gaeta un problema così centrale come quello
del lavoro viene quasi del tutto ignorato da Amministrazioni di orientamenti
politici apparentemente opposti o indefiniti, ma nella realtà legati alle
stesse logiche. Eppure semplicissime proposte, come quelle che facciamo da
tempo inascoltati, potrebbero migliorare radicalmente la qualità del lavoro
locale. La creazione di Aziende speciali pubbliche multiservizi gestite dal
Comune, la riduzione al minimo delle gare d'appalto al ribasso vinte di solito
comprimendo il costo del lavoro, l'introduzione di rigidi criteri di selezione
in base alla quantità e alla qualità dell'occupazione prodotta per l'assegnazione di gare
d'appalto, affidamenti, concessioni e licenze, sono esempi pratici di quanto viene
responsabilmente ignorato. L'emancipazione dei lavoratori tuttavia passa oggi
come in passato soprattutto dal radicamento della cultura del conflitto sociale
e dell’organizzazione della lotta di classe, anche attraverso importanti casi
di autodeterminazione ed autorganizzazione dal basso quali il "Comitato
dei Lavoratori del Golfo", nato dall'esperienza di diverse realtà
produttive in crisi del territorio, o della “Mancoop”di Castelforte, azienda
occupata e poi autogestita con successo dagli operai. In concomitanza con
l'inizio della stagione estiva é bene ricordare in ogni caso che per eventuali
vertenze lavorative o semplici consulenze i lavoratori possono rivolgersi allo
sportello dell'USB in via Indipendenza 262 a Gaeta ogni martedì dalle 17:00
alle 20.00 o presso la Camera del Lavoro Autorganizzata in via Maiorino 31 a
Formia, ogni giovedì dalle 15:30 alle 18:30.
"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx
domenica 28 giugno 2015
martedì 23 giugno 2015
RIFONDAZIONE COMUNISTA SOSTIENE IL PIANO PARCHEGGI ALTERNATIVO DEI CITTADINI
Mitrano e De Simone non hanno più scuse né alibi. Lo attuino subito.
Rifondazione Comunista condivide e appoggia pienamente il Piano dei parcheggi alternativo per Gaeta presentato dal Comitato civico “No Parcheggio Villa delle Sirene”. Il Piano proposto dal sindaco Mitrano e l’assessore De Simone a confronto sembra già morto e sepolto. Il Comitato non si è infatti limitato a prendere atto della clamorosa vittoria che ha fermato il demenziale progetto di un Multipiano nella Villa, ma è andato ben oltre elaborando democraticamente tramite assemblee pubbliche aperte a tutti un Piano alternativo per la città e proponendolo all’Amministrazione, come da tempo annunciato. Oltre a restituire a Gaeta la vicinanza e la solidarietà ricevute e a non lasciare che un’esperienza di partecipazione così preziosa e vincente svanisca, i cittadini hanno così fornito l’ennesima conferma dell’incompetenza di questa Giunta e del fatto che essa risponda a logiche che poco o nulla hanno a che fare con gli interessi popolari. In un breve periodo dei comuni cittadini hanno elaborato infatti un Piano razionale, sicuro, rispettoso del nostro patrimonio storico ed ambientale, realizzabile rapidamente e a costi assai ridotti e quasi nulli per il Comune, che fornirebbe a Gaeta centinaia di posti auto in più. L’esatto contrario delle proposte faraoniche e costosissime avanzate dall’Amministrazione. La proposta prevede interventi nella zona strategica del porto commerciale, a Calegna nell’area dell’ex Casa Cantoniera o in alternativa nella vicina zona antistante l’ex Pretura, in zona “peschiera” su Piazzale Bisbiglia e in zona ex CA.NA.GA., su tutto Lungomare Caboto con la semplice introduzione di parcheggi a spina di pesce, a Serapo in zona arenile nei pressi del giardino pubblico confinante con l’”Hotel Serapo” e in via Eucalipti nella parte antistante le mura militari vicino la cooperativa “Norcia”, già espropriata dal Comune e proposta per destinazione parcheggio autovetture. Diversi degli interventi richiedono la collaborazione dell’Autorità Portuale, che almeno in merito non dovrebbe rappresentare un problema viste pure le somme superiori già esborsate da questo ente per lavori pubblici di importanza meno strategica. La maggiore disponibilità di posti auto di cui disporrebbero anche i residenti di Villa delle Sirene alla luce degli interventi suggeriti consentirebbe inoltre di ripristinare come richiesto a gran voce l’altra area verde della Piazza, colpevolmente sottratta dalle precedenti amministrazioni con grave danno per il quartiere e vantaggi quasi nulli in termini di parcheggi. Ciò potrebbe accadere nell’ambito del progetto di Restyling annunciato. Il Piano tiene conto dell’esigenza effettiva di parcheggi che a Gaeta è purtroppo limitata per lo più ad alcuni periodi estivi e poche altre festività. Ovviamente, come è ragionevole, si propone di decongestionare il centro storico cittadino utilizzando in misura prevalente aree più periferiche che andrebbero collegate anche attraverso un efficace servizio navetta al resto del paese, integrato da servizi di bike sharing ed eventuale trasporto marittimo in estate, mentre in altre zone più centrali si propongono interventi efficaci ma al tempo stesso semplici e poco invasivi. Da ora quest’Amministrazione non avrà più scuse né alibi e non potrà più accusare strumentalmente i propri detrattori di non avere a cuore lo sviluppo di Gaeta. Se veramente la Giunta crede nel bisogno di nuovi posti auto per la città proceda subito nell’attuazione di questo Piano e lasci da parte gli altri progetti insostenibili a partire da quanto assurdamente previsto nella zona dei “campi da tennis” a Gaeta Medioevale. Qualora invece cercasse ancora di proseguire sulla base di queste idee scellerate sarebbe ora più chiaro che mai che non è il bisogno di parcheggi a spingere la volontà di questa maggioranza, bensì solo logiche affaristiche e speculative. Ovviamente in questo caso i cittadini delle zone interessate troverebbero nuovamente il PRC al proprio fianco.
CIRCOLO PRC ”MARIANO MANDOLESI”
mercoledì 17 giugno 2015
IL COMITATO “NO PARCHEGGIO VILLA DELLE SIRENE” PRESENTA IL SUO PIANO DEI PARCHEGGI ALTERNATIVO.
L’esperienza assembleare prosegue: presentate alternative meno costose. Chiesto pure il ripristino dell’area verde soppressa a Villa delle Sirene.
Nella
sua ultima assemblea pubblica del 30 Maggio il Comitato “No
Parcheggio Villa delle Sirene” ha potuto trarre con più
tranquillità un bilancio assai positivo della campagna che ha
portato al blocco del tanto contestato progetto di parcheggio
multipiano. La sua evidente vittoria è stata di natura politica
oltre che civica e ha creato così un precedente di incisiva
partecipazione democratica estendibile nel tempo ad altre vertenze
cittadine.
Maldestro
è infatti sembrato il tentativo del sindaco Mitrano di sminuire il
valore dell’attività del Comitato stesso e addirittura offensive
le sue accuse ai cittadini di essersi fatti strumentalizzare. Ai
cittadini piuttosto non è sfuggita la situazione di tensione e
difficoltà nella quale lo stesso Sindaco si è venuto a trovare
dovendo ammettere sotto loro lecita pressione di rinunciare alla sua
volontà politica a procedere in futuro nell’idea di un parcheggio
multipiano a Villa delle Sirene. Imbarazzo evidenziato persino dalle
dichiarazioni del Consigliere Accetta che ha parlato di “brutta
figura” e ha chiesto le dimissioni del Vice Sindaco ed Assessore ai
lavori pubblici Leccese anche per questo motivo. Questa “ritirata”
presumibilmente definitiva di Mitrano rappresenta appunto la vittoria
politica del Comitato “No Parcheggio Villa delle Sirene”,
ottenuta con la lotta e le mobilitazioni dei cittadini che hanno
saputo coinvolgere anche partiti ed associazioni ed è cosa ben
diversa dal dichiarare con tempi teatrali malriusciti durante un
apposito Consiglio comunale straordinario quel che lui stesso poteva
invece semplicemente far trascrivere già da prima in uno dei tanti
suoi comunicati-proclami, ossia che comunque a suo avviso il bando di
gara era già decaduto per motivi invece tecnici. Facciamo notare
infatti che il decadimento del bando non escludeva che la sua
Amministrazione potesse ripresentare il bando di gara in futuro o
prorogarlo.
Il
Comitato comunque si felicita del fatto che dopo un mese da quelle
dichiarazioni del Sindaco, la chiusura del bando e le ulteriori
richieste di chiarezza da noi mosse, sia arrivata finalmente la nota
del Dirigente competente Fusco che conferma il decadimento. Al
contempo però la nostra guardia non si abbassa. Non ci è sfuggita
la strana domanda di partecipazione alla gara da parte di una società
campana, pervenuta nell’ultimo giorno disponibile e avvenuta
comunque dopo le dichiarazioni del Sindaco, così come non è
sfuggita ad altri soggetti che hanno infatti presentato esposti alle
autorità giudiziarie affinché si facesse chiarezza sul fatto e sul
bando in generale. Non vorremmo ad esempio che l’episodio sia
fonte di dispendiosi contenziosi per il nostro Comune che andrebbero
ad aggiungersi ai già elevati costi sostenuti per avviare un bando
rivelatosi inutile ancor prima che di pericolose prospettive per il
quartiere interessato. La nostra soglia di attenzione sarà poi
sempre alta affinché altre amministrazioni comunali non ritornino a
presentare un progetto simile.
L’esperienza
di impegno civico diffuso del Comitato “No Parcheggio Villa delle
Sirene” così di fatto prosegue seguendo le altre sue finalità già
proposte nelle precedenti assemblee pubbliche assai partecipate. Si è
ben consapevoli che la recente battaglia è stata vinta grazie a
forze che sono andate ben oltre quelle dei residenti del quartiere,
essendo tra l’altro Villa delle Sirene cara a tutta la città e
l’idea stessa di un parcheggio multipiano proprio in quel luogo
invisa alla maggioranza dei cittadini come dimostrato pure dalla
raccolta di firme. Molti dei quartieri di Gaeta saranno tra l’altro
interessati da prossimi interventi simili, otto, rientranti nel
piano parcheggi delineato dall’attuale Amministrazione comunale che
sembra avere altrettanti aspetti di costi elevati per il Comune e di
rischi per piazze e zone storiche come già riscontrato nel caso
della Villa. E’ stato già annunciato che il prossimo parcheggio
dovrebbe riguardare la zona dei “Campi da Tennis” in Gaeta
Medievale dove sussistano rischi geologici assai simili al caso
precedente tanto contestato. E’ per questo, anche per sfatare voci
tendenziose messe strumentalmente in giro per dipingere il comitato
come una realtà associativa contraria al progresso e agli interessi
logistici della città, che come già annunciato abbiamo stilato
delle nostre indicazioni, proposte e votate in assemblea, per un
piano dei parcheggi alternativo, più sicuro, economico ed
eco-compatibile, basato tra l’altro per lo più su progetti
presentati in passato e stranamente accantonati e che non comportano
devastanti scavi in zone sensibili e ad alto valore storico e
naturale. Questo piano è stato tra l’altro consegnato al Comune e
qui ora lo divulghiamo.
Sappiamo
ora che qualsiasi prossimo parcheggio da costruire dovrà passare
attraverso l’approvazione del consiglio comunale e su questi
passaggi istituzionali noi continueremo a vegliare, ma intanto
l’assemblea pubblica del Comitato ha deliberato chiaramente la sua
volontà di controllare pure quale sarà il lavoro di “restyling”
annunciato da Mitrano per Villa delle Sirene, chiedendo tra l’altro
all’amministrazione di ripristinare l’area verde ivi soppressa in
passato con un atto che al tempo generò tanto rammarico fra i
residenti a fronte dei pochi posti auto acquisiti (circa 8, al quale
computo andrebbero comunque sottratti 4 percheggi concessi in
gestione in tempi più recenti ad una limitrofa attività ricettiva
privata).
Il
Comitato “No parcheggio Villa delle Sirene” è oggi ancor più
consapevole della natura del suo successo basato su una trasparente
democrazia dal basso, partecipativa e trasversale fra cittadini in
grado di prendere scelte collettive condivise sugli aspetti della
cosa pubblica e lottare per esse. Una esperienza vincente in
controtendenza con anni di totale disimpegno e in grado di
influenzare le realtà istituzionale spesso sorde. E’anche per
questo che con soddisfazione e spirito di solidarietà i suoi membri
si mettono a disposizione dei cittadini per condividere le proprie
esperienze maturate in questa occasione, riservandosi anche la
possibilità di estendere in futuro i propri scopi sociali e
condividere altre lotte se questo dovesse servire ad accrescere la
partecipazione civica e la democrazia in questa città.
COMITATO
“ NO PARCHEGGIO VILLA DELLE SIRENE”
PROPOSTA
PER UN “PIANO PARCHEGGI” ECONOMICO, SICURO, RISPETTOSO DELLA
STORIA ED ECO-SOSTENIBILE PER LA CITTA’ DI GAETA
In
base a comunicazioni, proposte di idee e progetti di tempo addietro,
si evidenziano le seguenti aree cittadine destinabili a parcheggi a
gestione pubblica come alternative meno costose in grado di
preservare le zone storiche e le piazze della città.
Le
aree elencate sono state già catalogate e discusse in Consiglio
comunale durante il mandato di diverse amministrazioni precedenti.
Là
dove non indicato diversamente, si rammenta che per la realizzazione
di tali parcheggi in ognuna delle aree dell’elenco si necessita di
autorizzazione dell’Autorità Portuale che a sua volta dovrebbe
provvedere principalmente a sostenere anche il rispettivo piano di
spese.
La
proposta avanzata deve essere considerata alla luce dell’istituzione
indispensabile di un servizio navetta pubblico, efficiente e
capillare che colleghi nei mesi estivi i vari punti indicati al resto
della città e alle zone più sensibili quali le spiagge.
1)
ZONA PORTO COMMERCIALE. Parcheggi con doppia funzionalità: portuale
e di ingresso alla città. Questa area attualmente sottoutilizzata
potrebbe rappresentare un punto di svincolo per servizi di bus
navetta elettrici, bike sharing e metrò del mare del Golfo nel
periodo estivo. Vi sarebbe poi possibilità futura di imbonimento a
mare nella zona antistante la Raffineria ENI per aumentare il numero
dei parcheggi.
2)
ZONA CALEGNA. (a) Zona ex Casa Cantoniera o in alternativa la
vicina (b) zona antistante ex Pretura. Il parcheggio potrebbe
andare ad ampliare l’attuale progetto comunale di strada in
direzione di Monte Tortona anche in visione di un possibile futuro
punto scalo della linea ferroviaria Formia-Gaeta in questa località
periferica ad alta densità abitativa.
3)
ZONA “PESCHIERA”. (a) Piazzale Bisbiglia e (b) zona ex
CA.NA.GA. dove è già previsto lo spostamento dell’attuale
mercato ittico, con possibilità future di piccoli imbonimenti a
mare.
4)
LUNGOMARE CABOTO. Semplice ripristino dei parcheggi a “spina di
pesce” angolati a 45° su tutto Lungomare Caboto in entrambe le
direzioni di marcia. Questa opzione avrebbe inoltre la funzione di
rallentare la velocità di percorrenza delle autovetture in una
strada urbana dove spesso pericolosamente il limite di velocità non
è rispettato.
La
realizzazione in particolare dei parcheggi dei punti 3 e 4 creerebbe
inoltre condizioni e disponibilità di posti auto circostanti l’area
di Villa delle Sirene tali da rendere possibile nel progetto di
“restyling” annunciato il ripristino della sua area di verde
soppressa anni addietro.
5)
SERAPO. Zona arenile nei pressi del giardino pubblico confinante
con Hotel Serapo. Area liberata da occupazione abusiva
durante l’Amministrazione comunale del Commissario prefettizio
Frattasi, adatta a parcheggio a raso per la città in periodi estivi.
Si eviterebbero così pure future appropriazioni indebite da parte di
altre attività private.
6)
VIA EUCALIPTI. Parte antistante mura militari ( vicino cooperativa
“Norcia”). Area già espropriata dal Comune e proposta per
destinazione parcheggio autovetture in quest’ altra località
periferica ad alta densità abitativa.
SICUREZZA IN MARE A GAETA E “RIMORCHIATORI NAPOLETANI”. LICENZIAMENTO O SOSPENSIONE PER CHI DICE LA VERITA'
L'EFFETTO DOMINO DEL LICENZIAMENTO
DEL COMANDANTE SPINOSA TRAVOLGE UN ALTRO DIPENDENTE . IL PRC CHIEDE LA REVOCA
DELLA CONCESSIONE ALLA SOCIETA’.
Molti concittadini
ricorderanno le diffuse critiche mosse contro l’art.4 dell’ Ordinanza n.75/2014 della
Capitaneria di Porto di Gaeta. Questo atto
tuttora autorizza il rimorchiatore in assistenza per la sicurezza della
petroliera ad allontanarsi per effettuare temporaneamente altri servizi
portuali, rallentando così i tempi di possibili manovre in caso di incidenti
nell'unico porto noto in Italia in cui le petroliere attraccano a pochi metri
dal centro abitato, e dove peraltro già in passato si verificarono casi di
incendio. I subentrati rischi per la sicurezza associati al contestato
ordinamento furono persino segnalati in una lettera a sottoscrizione popolare
indirizzata al sindaco Mitrano.
Altrettanti concittadini ricorderanno anche il caso del capitano Gianluigi Spinosa, al tempo Comandante del
rimorchiatore, persona che più di tutte si espose in prima persona nel
denunciare i rischi del provvedimento contestato. Con una tempistica che
tuttora desta forti sospetti, il Comandante fu nello stesso periodo licenziato una
prima volta dalla “Rimorchiatori Napoletani”, società che gestisce in
concessione il servizio di assistenza nel molo petroli, salvo poi essere
reintegrato sul posto di lavoro da una sentenza del Tribunale di Napoli che
giudicava la sanzione senza giusta causa e sproporzionata rispetto ai
fatti contestati, considerati compiuti peraltro nell’interesse del datore di
lavoro stesso. A quell’atto giudiziario seguì però nello stesso giorno un’ulteriore
contestazione al Comandante e poi subito un secondo licenziamento.
A distanza
di tempo, dopo la sospensione di altri tre
dipendenti - uno dopo per aver
testimoniato a favore del Comandante Spinosa e gli altri due per motivi
apparentemente futili e pretestuosi - arriva oggi il licenziamento di un altro teste a favore. Questa volta il
“colpevole” per aver detto la verità è Lorenzo Dimaccio il quale, durante
l'udienza presso il tribunale di Napoli relativa al licenziamento del Comandante,
a proposito dei fatti contestati all’imputato aveva dichiarato fosse
consuetudine da oltre venti anni per tutti i dipendenti, lui incluso,
provvedere durante i turni di lavoro ad acquistare materiali di vario genere
(pitture, prodotti per la detersione e altro) utilizzati a bordo dei
rimorchiatori . Questo comportamento comune a tutti i suoi colleghi sarebbe
stato ben noto alla società stessa e avallato dai responsabili locali
dell’azienda. Le sue dichiarazioni sono state persino favorevolmente confermate
da altri testi di tutto rispetto non dipendenti della società ma appartenenti
invece a forze dell'ordine e Marina militare. La società ha invece usato le
dichiarazioni del suo dipendente come motivazione per l'invio anche al suddetto
di una lettera di contestazione, ritenendo che con quelle dichiarazioni il
lavoratore si fosse auto accusato di allontanamento dal posto di lavoro. Al Dimaccio, onesto operatore di lunga data
nel settore marittimo che si è offerto di testimoniare di sua spontanea volontà
per amore della verità, sarebbe stato ora riservato quale strumento punitivo il
licenziamento per le sue affermazioni. A lui va tutta la nostra vicinanza e
tutto il sostegno possibile, così come è stato da parte nostra da subito anche per
Spinosa attraverso incontri con l’interessato, volantinaggi, comunicati, appelli
alle autorità.
Purtroppo ci
resta da constatare che la società “Rimorchiatore Napoletani” continua ancora in
quel che appare un accanimento
persecutorio nei confronti di chiunque dei suoi dipendenti tenti di
dimostrare la mancanza di reali e validi motivi per i due consecutivi licenziamenti
del Comandante Spinosa, così come ci saltò subito
all’occhio pure che i destinatari delle prime lettere di contestazione siano
stati cittadini gaetani tra l’altro attivi nel segnalare alla Capitaneria
di Porto e far conoscere ai propri concittadini i rischi per la sicurezza
legati alla già citata ordinanza della discordia. Possiamo affermare che
ad oggi nel porto di Gaeta è violato di fatto il buon senso delle regole sulla
sicurezza della navigazione e ancor più precisamente l'art.2 comma 3 del CCNL (Tabella d'armamento). Questo avviene con
l'avallo delle autorità competenti e purtroppo pure con l’inerzia ormai totale dei
sindacati interessati, che a parte un comunicato della UIL Trasporti e qualche
incontro senza risultato, nulla più
hanno fatto a difesa dei lavoratori. Gli standard di sicurezza per i quali il
comandante Spinosa ha iniziato la sua lotta restano quindi ancora non garantiti,
mentre la sua battaglia personale continua per vie legali.
Noi crediamo invece che la giustizia in casi come
questi non andrebbe cercata solo nelle aule dei tribunali.
A nulla per
ora è però valso il tentativo di sensibilizzare l'Amministrazione comunale che
sta invece tollerando sia questo comportamento "intimidatorio" nei
confronti di suoi cittadini lavoratori (ricordiamo tra l’altro che la società,
anche a seguito di questi fatti, ha ridotto sensibilmente gli impiegati locali
a favore di altri campani) sia la contestata pratica che mette a rischio la
sicurezza dell’intera città. Oggi ci appare quindi ancor più falsa la tardiva
solidarietà espressa dal sindaco Mitrano nei confronti del Comandante, arrivata
4 mesi dopo il suo licenziamento e senza spendere alcuna parola su i motivi e i
fatti denunciati dallo stesso, e al quale non è seguito poi da parte dell’Amministrazione
alcun atto di contrasto a queste deprecabili situazioni. I lavoratori così restano
abbandonati a se stessi da parte delle istituzioni locali, per non parlare poi
del permanere dei rischi letali che potrebbero derivare dall’incidente di una
petroliera nel mare della nostra città.
Noi crediamo invece che, per non divenire complici o
corresponsabili, i lavoratori vanno difesi quando hanno ragione e i disastri
ambientali a loro volta vanno prevenuti, e che a poco o nulla servono
manifestazioni e solidarietà a fatti
compiuti ed irreversibili.
E’ per
questo che oggi come Partito della Rifondazione Comunista di Gaeta chiediamo
con ancor più forza la revoca della
concessione alla società “Rimorchiatori Napoletani”, con tutela dei lavoratori
attualmente impiegati, e la revisione
dell’art.4 dell’Ordinanza n.75/2014 della Capitaneria di Porto. Inoltre, auspichiamo
come sempre l’allontanamento del pontile
petroli dall’area sensibile del Golfo e invochiamo ancora la costituzione
di una nuova Autorità Portuale locale
quale organo più prossimo agli interessi della città e democraticamente
controllabile dai suoi cittadini, visto pure che l’attuale authority nulla ha
fatto o deciso in tal senso.
Noi non siamo complici e neppure la città di Gaeta e i
suoi residenti devono in qualche modo continuare ad esserlo!
CIRCOLO PRC
“MARIANO MANDOLESI”
domenica 14 giugno 2015
OSPEDALE, CHIUDE PURE ONCOLOGIA. MITRANO SI DIMETTA!
Chiediamo le dimissioni del Sindaco che rivendica piena
sintonia con queste scelte dell'ASL di Latina
A fine Maggio il Sindaco Cosmo Mitrano ha risposto alle ulteriori
preoccupazioni dei cittadini riunitisi nel “Consiglio Popolare
Ospedale di Gaeta” anche sulla voce di una possibile chiusura
notturna del Primo Intervento, accusandoli di diffondere notizie
infondate ed insinuando che essi agissero “con l'intento di
destabilizzare l'ambito sociale per creare malcontento e sobillare
pretestuose proteste”. Noi invece pensiamo che sia stata
proprio la fondata diffusione da parte nostra di quella voce ad aver
arrestato, almeno per ora, quella probabile chiusura. Nello
stesso comunicato egli affermava che: “Se il Direttore Caporossi
(della ASL di Latina) fosse stato interpellato, si sarebbe chiarito
tutto subito”. Precisava in fine orgoglioso che: “Anche in questa
delicata situazione il buon rapporto instaurato con l'Ente di
riferimento ha consentito alla nostra Amministrazione di chiarire
subito il problema. Quando si opera in sinergia con le istituzioni è
facile valutare eventuali criticità, affrontarle insieme per
addivenire a soluzioni condivise, e sopratutto finalizzate al bene
delle collettività". Apprendevamo così, per bocca dello stesso
Primo Cittadino, che egli ha un buon rapporto e agisce in piena
sinergia con Caporossi e con la ASL, che conoscono e valutano insieme
i problemi del nostro Ospedale e che condividono tutte le decisioni
in merito. Su ciò non avevamo dubbi anche alla luce dell’ultimo
voto favorevole del Sindaco al nuovo piano triennale di austerità
prodotto dalla ASL, benché sull’ultima parte, quella riguardante
il bene della collettività, conserviamo moltissime remore. Solo
pochi giorni dopo che il Sindaco si addentrava in questa quantomeno
imprudente esaltazione dell’efficienza dell’Azienda Sanitaria
Locale e del buon rapporto tra essa e l’Amministrazione di Gaeta,
giungeva l’annuncio della chiusura definitiva e permanente del
reparto di Oncologia dell’Ospedale cittadino “Di Liegro”. Una
delle pochissime parti ancora parzialmente funzionanti del nostro
Nosocomio, sottoposto al definitivo smantellamento proprio durante il
mandato di Mitrano nel più assordante silenzio di questa
Maggioranza. Ciò avviene in una città, lo ricordiamo, in cui
purtroppo i rapporti ufficiali stilati negli ultimi anni dalla stessa
ASL mostrano livelli allarmanti e in aumento di diverse
patologie tumorali. Su questo torneremo presto. La motivazione del
provvedimento, diffusa a mezzo stampa, risulta del tutto assurda e
potrebbe apparire addirittura beffarda. Visto che a fronte del
depotenziamento del reparto di Oncologia da noi più volte denunciato
si imponevano trasferte vergognose ai malati verso il “Dono
Svizzero” di Formia, si è pensato bene di risolvere il problema
chiudendo definitivamente il reparto di Gaeta, anziché restituirgli
la piena funzionalità. Se ai nostri concittadini malati oncologici
poteva capitare spesso di doversi recare a Formia per ricevere
importanti prestazioni ora dovranno farlo ogni volta e in ogni caso,
usufruendo di una struttura sempre più congestionata. Per questo, è
parere bizzarro di alcuni, dovrebbero peraltro essere anche molto
grati. Ovviamente in tale circostanza Mitrano non ha fatto alcun tipo
di commento, forse sperando che la cosa passasse un po’
inosservata, come non ne fece alcuno quando furono sottratti al
nostro Ospedale altri importanti servizi quali la Chirurgia
ambulatoriale. A quanto pare i suoi preziosi commenti il Sindaco li
riserva solo a denigrare i cittadini che si riuniscono per fare ciò
che in realtà a lui spetterebbe: difendere l’Ospedale di Gaeta e
tutelare il diritto alla salute. Visto che egli stesso ha rivendicato
di recente e pubblicamente la piena sintonia con le scelte della
ASL, alla luce di questo ennesimo e gravissimo attacco
all’Ospedale di Gaeta, non possiamo ormai che chiederne le
immediate dimissioni.
“Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta”
domenica 7 giugno 2015
RIFONDAZIONE COMUNISTA A MITRANO: CONTRO LA CRIMINALITA’ VOGLIAMO I FATTI
La malavita organizzata è un fenomeno perfettamente compatibile con
l’economia capitalista, che anzi ne esaspera alcuni aspetti
caratteristici quali la sopraffazione dell’uomo sull’uomo,
l’utilizzo della disperazione altrui, l’arricchimento quale
principale interesse e l’ostilità nei riguardi di regole e
vincoli. Inoltre in Italia le mafie hanno sempre avuto un preciso ed
importante ruolo nel garantire allo Stato, soprattutto nelle regioni
del Sud, il mantenimento dell’ordine sociale vigente in favore
delle classi dominanti e nel rappresentare una sorta di “polizia
segreta” contro i movimenti di lotta organizzati. Non è certo un
caso se da Portella della Ginestra alle bombe fasciste, passando dai
tentativi golpisti e dal sostegno elettorale ai raggruppamenti
politici antipopolari, il ruolo delle mafie sia sempre stato
determinante. Non è un caso neanche che i Comunisti siano da sempre
i principali nemici del crimine organizzato nel nostro paese e che
molti di loro abbiano pagato il prezzo più caro per il loro impegno.
E’ prevedibile infine che in un momento storico come quello
attuale, caratterizzato da un attacco crescente ai lavoratori e ai
loro diritti, dal prevalere assoluto del mercato su ogni altro
aspetto della vita associata o valore e dalla potenziale ripresa
delle lotte in varia forma, la malavita si rafforzi e divenga più
aggressiva anche e soprattutto qui da noi.
L’omicidio Piccolino sembra avere evidenziato in tutto il Basso
Lazio questo rischio. Non è nostra intenzione improvvisarci
detective e non sappiamo se in realtà la pista camorristica verrà
rafforzata o smentita dalle indagini in corso. E’ in ogni caso
evidente come l’accaduto rappresenti un segnale gravissimo e
purtroppo non isolato di imbarbarimento e di violenza all’interno
del nostro territorio. Qualunque sia stato il movente di
quest’assassinio una cosa è certa: La malavita esiste ed’è
radicata nel sud pontino da decenni. Il vero scandalo di quanto
accaduto è che la classe politica locale si mostri in gran parte
consapevole solo adesso del fenomeno e nel farlo non manifesti alcuna
vergogna. L’altro aspetto inaccettabile è che ci si limiti
diffusamente alla vuota ed ipocrita retorica senza intraprendere
alcuna iniziativa concreta per contrastare gli interessi criminali.
E’ il caso del Sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano che rilascia
dichiarazioni pubbliche contro la Camorra, ha sfilato con i
“colleghi” alla fiaccolata tenutasi a Formia e si dice molto
preoccupato ma negli ultimi 3 anni non ha risposto ad alcuno dei
nostri appelli su di un tema così importante. Il fatto è
particolarmente grave in una città che mostra di essere nell’occhio
del ciclone. Da quanto risulta e non è mai stato smentito operano
attualmente indisturbate a Gaeta ben 2 grandi Società colpite da
interdittiva antimafia e almeno un’altra, malgrado fosse stata
raggiunta dallo stesso provvedimento, ha ricevuto in passato dal
Comune l’affidamento temporaneo per un importante servizio. Varie e
autorevoli fonti investigative riconoscono ormai da tempo la presenza
di numerosi Clan all’interno della città.
Ben consapevoli dei rischi crescenti chiedemmo già in occasione
dell’ultima campagna del 2012 e abbiamo continuato a rivendicare
provvedimenti come l’istituzione di un’Azienda Speciale pubblica
anche per sottrarre i servizi ai capitali della malavita e la
riduzione delle gare d’appalto al ribasso che favoriscono la
criminalità. Per primi e a lungo isolati ci facemmo portavoce della
proposta dell’Associazione antimafia “Antonio Caponnetto” di
istituire un Osservatorio comunale contro le mafie comprendente
Magistrati, Forze dell’ordine provinciali e Associazioni antimafia
che collaborasse a stretto contatto con la DIA, oltre a chiedere che
venisse istituito con modalità simili un organo di controllo sul
Porto, particolarmente sensibile come confermato dalle vicende
successive.
Nessuna risposta è mai arrivata da questa Giunta che anzi continua
ad intraprendere imperterrita politiche che nei fatti favoriscono il
rafforzamento della malavita quali la privatizzazione continua di
servizi e beni comuni, il Project Financing, l’investimento
sconsiderato di milioni di Euro dei cittadini in lavori di arredo
urbano e viabilità dalla dubbia valenza e che normalmente non hanno
alcuna ricaduta positiva sull’economia e sull’occupazione locale.
Non manca una gestione spesso poco trasparente e oculata di appalti,
affidamenti e concessioni a partire dalla pratica diffusa di separare
in modo a volte sospetto voci di spesa collegate e che potrebbero
essere accorpate imponendo di sottostare a norme ben più
restrittive. A ciò si aggiunga il fatto che l’impegno di
quest’Amministrazione per scongiurare la chiusura del Tribunale e
la perdita della Tenenza dei Carabinieri, importanti avamposti dello
Stato sul territorio, non ci è parso assolutamente adeguato al di là
dei soliti slogan.
Nel frattempo lo stesso Sindaco, dopo aver rassicurato la popolazione
del fatto che Gaeta sarebbe a suo avviso una tra le città più
sicure della provincia, ha incontrato ufficialmente e ricevuto i
complimenti amorevoli dell’estrema destra fascistoide e dei
leghisti a sostegno di Salvini che hanno annunciato grande sintonia
su di un improbabile quanto ridicolo progetto “Golfo Sicuro”.
Sarebbe bene che il Sindaco Mitrano comprendesse finalmente che la
lotta alla criminalità organizzata è una cosa seria che non si
compie con i proclami, le sfilate, i convegni e la demagogia ma con
atti amministrativi e pratiche concrete quanto quotidiane.
Circolo PRC “MARIANO MANDOLESI”
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