"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

martedì 30 giugno 2020

GESTIONE RIFIUTI. RISPONDIAMO AL CONSIGLIERE SCINICARIELLO


Il Consigliere Scinicariello, sempre composto e serafico, questa volta ha proprio perso le staffe. A farlo inalberare tanto siamo stati noi del PC con il nostro ultimo post e ci spiace. In esso viene denunciato un fatto gravissimo di enorme rilevanza politica il quale stava passando quasi inosservato e si afferma che sulle questioni strategiche non ci sono sostanziali differenze tra maggioranza e minoranze. L’argomento in questione sono le linee guida approvate dall’ultimo Consiglio comunale concernenti la gestione dei rifiuti. Suddette linee prevedono per il futuro, dopo tante pantomime e false promesse, il rinnovo della gestione privata di tale servizio, con le stesse modalità del passato. Una gestione che ha prodotto tutte le mostruosità che ormai cittadini e dipendenti conoscono bene a loro spese comprendenti costi esorbitanti, servizi scadenti, condizioni lavorative penose, svariate interdittive antimafia e tanto altro. Ci si sarebbe attesi che di fronte ad un fatto del genere le opposizioni consiliari erigessero le barricate e dirigessero pubbliche sommosse. Abbiamo scritto anche erroneamente, è vero, che il voto su tali linee è stato unanime. In realtà un voto unanime dei presenti effettivamente c’è stato, riguardante però l’immediata eseguibilità del provvedimento. Le linee guida sono state approvate invece col voto contrario di Romanelli, l’astensione del suddetto Scinicariello e di De Angelis. Ci scusiamo per l’inesattezza. Non limitandoci a questo non possiamo a questo punto fare a meno di ringraziare il Consigliere Scinicariello per averci indotto a leggere con attenzione ancor maggiore il verbale dei lavori al fine di delineare in modo più nitido la sua posizione e rafforzare ulteriormente il messaggio di fondo del nostro precedente post, ovvero la sostanziale carenza di differenze politiche di rilievo e visioni realmente alternative all’interno del Consiglio comunale di Gaeta. Andiamo con ordine. Se Scinicariello fosse stato veramente assente come indicato in modo erroneo la sua posizione sarebbe risultata di certo meno compromettente. In realtà, come egli stesso ha tenuto a precisare, era presente e SI è ASTENUTO quindi NON HA VOTATO CONTRO di fronte ad un provvedimento di tale natura. Andando a leggere i suoi interventi riportati nel verbale, cosa che invitiamo tutti a fare integralmente, apprendiamo anche le ragioni di tale scelta. Egli in realtà si dice favorevole alle linee guida e le reputa addirittura condivisibili, compresa ovviamente la rapace gestione privata da esse implicata. Tuttavia questa volta saremo più attenti e precisi per non fare arrabbiare nuovamente il Consigliere, citando per questo testualmente le sue stesse parole riportate nel verbale: “Io queste linee guida, per quanto generiche sono, non posso non approvarle, il problema non è nelle linee guida, quelle sono delle enunciazioni di massima all’indirizzo assolutamente condivisibile…” La ragione per cui alla fine Scinicariello non vota a favore ma si astiene, egli spiega in seguito, nulla ha a che vedere con la gestione privata del servizio, l’aspetto che noi contestiamo perché vera fonte di tutte le problematiche emerse, ma riguarda una serie di mancate garanzie concernenti il bando ed il ruolo del futuro Consiglio nel determinarlo. Egli pertanto ritiene che inserire qualche clausola in più qua e là ci metterebbe completamente al riparo dalle problematiche emerse nella gestione dei rifiuti, ben note anche in altri ambiti quali il servizio idrico posto nelle mani di Acqualatina, ove come in questo caso ed in tanti altri vige solo la ferrea legge della ricerca del massimo profitto che prevale su ogni interesse collettivo. La questione centrale della modalità di gestione viene menzionata dal Consigliere solo in un passaggio fugace quanto confuso in cui egli afferma: “pure io avrei voluto nel migliore dei mondi possibili il servizio pubblico e comprensoriale, non è stato possibile per una serie di motivi, detto questo il bando si deve fare…” Quale sarà mai questo servizio “pubblico e comprensoriale” di cui parla Scinicariello, realizzabile evidentemente per lui solo in una perfetta società utopica ma non applicabile qui da noi per ragioni oscure e non meglio precisate? Il Consigliere ce lo spiega nel suo post polemico precisando si tratti dell’ingresso nella “Formia Rifiuti Zero” da lui stesso caldeggiato. Una scelta che fu approvata, ci tiene molto a precisare, questa sì all’unanimità! La cosa in verità non ci sorprese affatto visto che già all’epoca spiegammo che la Formia Rifiuti Zero è una società  regolata dalle norme del diritto privato e ispirata alle logiche del profitto, la quale non mette comunque al riparo da un possibile futuro ingresso di soggetti privati e produce, come noto alle cronache, anche attualmente problematiche analoghe a quelle a noi ben note. Chi legge può verificare anche come all’epoca scrivemmo che la proposta approvata sarebbe servita più a Mitrano per cercare di smarcarsi dalle pesanti responsabilità nella gestione fallimentare del servizio di raccolta e smaltimento e che probabilmente non avrebbe avuto alcun seguito. I fatti ci hanno dato ragione. Non è il primo favore, consigliere Scinicariello, che lei fa al nostro Sindaco e alla sua maggioranza e sinceramente non crediamo che sarà l’ultimo. Sempre per dovere di cronaca è corretto precisare che all’epoca, e cioè il 27 Marzo 2019, anche i Consiglieri Romanelli e De Angelis erano presenti in aula e votarono a favore dell’ingresso nella “Formia Rifiuti Zero”. Forse è per questa loro strana concezione di pubblico che Romanelli conia un ambiguo neologismo, come si evince dallo stesso verbale del Consiglio, parlando di una gestione “pubblicistica”. Probabilmente è per la stessa ragione che De Angelis, come lo stesso Scinicariello, non tocca neppure il tema e parla d’altro, dichiarandosi in più occasioni anzi favorevole all’impianto generale delle linee guida in oggetto (verificare leggendo integralmente anche i suoi interventi!) Pertanto, ribadendo alla luce di quanto affermato le gravi responsabilità diffuse e trasversali all’interno dell’attuale Consiglio cittadino nelle politiche speculative ai nostri danni, invitiamo nuovamente i cittadini a sottoscrivere la petizione popolare a sostegno dell’unica autentica gestione pubblica di questo e tanti altri servizi attraverso un’Azienda Speciale affiancata da un organo democratico di controllo dei lavoratori. Si può chiedere di firmare presso edicole e tabaccai di Gaeta o presso la nostra sezione in via Indipendenza 206 ogni martedì dalle 17:00 alle 18:30.

PARTITO COMUNISTA - SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” - GAETA.

domenica 21 giugno 2020

L’IPAB È DIVENTATA UN’AGENZIA IMMOBILIARE O COS’ALTRO?


Tra Ostelli per ricchi ed altre stranezze rilanciamo la nostra petizione popolare!

Diamo volentieri voce ringraziandolo ad un compagno di Formia che ci ha chiesto di divulgare questo suo interessante contributo riguardante le attività dell’IPAB SS Annunziata, condividendone in pieno analisi e dubbi. Riportiamo il suo testo integrale aggiungendo solo una parte del titolo proposto ed una nostra nota al margine, oltre a questo breve cappello. 

Beninteso non conosciamo il patrimonio immobiliare che fa capo all’IPAB SS. Annunziata ma di fatto spulciando l’albo pretorio che fa capo ad essa abbiamo il sospetto che deve essere immenso. Partiamo dall’inizio. È un ente regionale che “ha lo scopo di promuovere e salvaguardare la dignità  della persona in stato di bisogno attuando interventi a tutela dell’infanzia, della famiglia, della maternità, dello studio, dell’invalidità  e della terza età, e delle persone dimesse o dimissibili dagli istituti di prevenzione e pena, nell’ambito della rete integrata dei servizi sociali stabiliti dalla programmazione locale e regionale”. Negli anni ha accumulato numerose proprietà, alcune delle quali sono state oggetto di discutibili interventi di valorizzazione economica ma non solo, ha infatti anche finanziato operazioni commerciali discutibili. In particolare tre sono quelle che hanno colpito il nostro interesse: Il primo riguarda l’ostello della gioventù, realizzato presso alcuni locali dell'immobile comunale di Via Amalfi a Gaeta. È un progetto realizzato con un finanziamento di 280.000 euro presi dal fondo nazionale politiche giovanili e fondi regionali. Pare che l’IPAB SS. Annunziata sia intervenuta con un cofinanziamento. Ignoto il valore. La cosa che ci ha colpito è che non è dato sapere chi lo gestirà materialmente (forse l’associazione di volontariato Ante Omnia?) e soprattutto lasciano senza fiato le tariffe. Si parte da una tariffa giornaliera di 55 euro (Infrasettimanale - Giugno/Settembre) per finire agli 80 euro (Infrasettimanale - Agosto) per una Camera Standard Con Balcone Vista Mare. Non sappiamo quali giovani hanno in mente le persone che hanno architettato tale marchingegno, di certo non potranno appartenere alle categorie di cui dovrebbe occuparsi per statuto l’IPAB SS. Annunziata. Non finisce qui perché il sito dell’ente di Via Annunziata, 21 è pieno di sorprese. Infatti il consiglio di amministrazione - con deliberazione del n.6 del 29/07/2019 – decide di avviare la procedura ad evidenza pubblica per la concessione in locazione, dei seguenti  immobili: un appartamento ubicato in Gaeta (LT), Via Livorno 15 con destinazione ad uso anche non abitativo e, in particolare, turistico - stagionale; e un locale ubicato in Formia (LT), Via Vitruvio 47, con destinazione ad uso commerciale. Siccome l’appetito vien mangiando lo stesso consiglio di amministrazione decide - con deliberazione del n.6 del 29/07/2019 – di buttarsi a capofitto nella valorizzazione di un terreno di sua proprietà ubicato nel centro storico “Sant’Erasmo” della città di Gaeta, su cui dovrà sorgere un parcheggio multipiano. La realizzazione e la gestione dell’opera avverranno attraverso il ricorso all’istituto della finanza di progetto. In poche parole verrà selezionata una società privata – che in cambio della gestione pluriennale -  dovrà tirare fuori i soldi per realizzare l’opera. Alla fine il bene ritornerà di proprietà dell’ente di beneficenza. Per capirci è lo stesso strumento finanziario che è stato usato per realizzare il multipiano di piazza “Aldo Moro” a Formia. Quello che lascia sbigottiti e nauseati è che un Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza amministri il proprio patrimonio come una qualsiasi società immobiliare.
D’altronde le città in questi anni – anche le nostre purtroppo - hanno subito un forte processo di privatizzazione.
La politica ha deciso di fronte all’avanzare del capitalismo più feroce di farsi piccola, di non imporre alcuna direzione o visione ma anzi peggio. Ha creato le condizioni migliori affinché il mercato si potesse sviluppare in modo indisturbato. Per esempio, se ci sono tanti edifici abbandonati in città e tante famiglie che non si possono permettere una casa, non sarà compito della politica intercedere per affrontare quest’emergenza sociale, perché significherebbe togliere al capitale l’occasione per riprodursi. Ormai è da tempo che le città hanno smesso di essere luoghi di gestione di risorse e di distribuzione di servizi e sono trasformate in città imprenditoriali, con le stesse caratteristiche che si richiedono alle persone: di essere promotrici di sé stesse, attrattive per chi potrebbe voler investire su di loro. La chiave del successo è dunque una competizione all’insegna della necessità di attrarre gli investimenti dei privati prima che lo facciano gli altri. Le amministrazioni delle nostre città hanno fatto a gara a chi svendeva l’immenso patrimonio immobiliare pubblico di cui disponeva.
D’altronde questo approccio ci sembra oramai scontato, l’unico possibile perché da decenni  ci dicono che di soldi non ce ne sono e che le città, quindi noi che ci viviamo, hanno bisogno degli investimenti dei privati. Ovviamente in tutto questo lo spazio per gli ultimi è venuto meno.

NOTA DEL PC: In riferimento all’Ostello appena inaugurato aggiungiamo che le tariffe indicate non sono soltanto in contraddizione con la vocazione della struttura, la quale risulta decisamente poco accessibile ad un’utenza per definizione meno facoltosa. Esse determinano anche una forte concorrenza dannosa contro strutture quali i B&B locali, piccole attività già pesantemente colpite dalla crisi in corso che peraltro hanno beneficiato di sostegni scarsi o nulli. Inoltre, qualora venisse confermato il possibile affidamento all’Associazione di Volontariato “Ante Omnia” che gestisce già alcuni servizi museali o ad altre simili ad essa, sorge legittimo il dubbio sulle ricadute occupazionali dell’iniziativa e sulle condizioni salariali degli eventuali dipendenti. In una città come Gaeta la mancanza di lavoro a condizioni decorose è la maggiore piaga esistente, la cui risoluzione dovrebbe ispirare prioritariamente ogni intervento pubblico. È semplicemente assurdo che in tale contesto servizi tanto importanti e remunerativi vengano gestiti da volontari, cittadini che svolgono il Servizio civile o da dipendenti precari, camuffati e sottopagati. Non è un caso se l’Ostello in questione rientra, come tutte le attività ricettive, tra quei servizi di cui chiediamo la gestione pubblica e Comunale, posta sotto il controllo dei lavoratori, attraverso un’Azienda Speciale. Così chiediamo nella petizione che invitiamo i residenti a sottoscrivere, anche rivolgendosi a tutti i tabaccai e le edicole di Gaeta o presso la nostra sede in via indipendenza 206 ogni Martedì dalle 17:00 alle 18:30. Chi invece volesse aiutarci attivamente nella raccolta richiedendo i moduli può contattarci attraverso la nostra pagina FB: “Partito Comunista – Gaeta - Sez. “Mariano Mandolesi”.

PARTITO COMUNISTA - SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” - GAETA



martedì 9 giugno 2020

PC DENUNCIA CAOS SPIAGGE: AUMENTO PREZZI, MANCANZA DI SICUREZZA, LAVORO A RISCHIO.


A Giugno inoltrato si può constatare come i rischi che il Partito Comunista aveva paventato per la stagione balneare a Gaeta si sono purtroppo realizzati. Ascoltando le proposte di Mitrano tutte volte alla tutela prioritaria delle solite caste presenti persino nell’Amministrazione, mettevamo in guardia dai rischi di aumenti dei prezzi degli stabilimenti oltre che denunciare i problemi che sarebbero conseguiti per lavoratori e classi popolari. Se a causa della crisi da COVID a questi ultimi si sono chiesti sacrifici, non si è preteso altrettanto a Gaeta dai balneari con un qualche accordo per calmierare i prezzi dei sevizi offerti. Da noi incalzato, Mitrano rassicurava che i suoi amici non avrebbero aumentato tariffe e possiamo ora verificare quanto ciò si sia rivelato falso. Fra prezzi ritoccati malgrado il distanziamento quasi invariato diversi stabilimenti hanno scaricato il costo della crisi sull’utenza.
Negli incontri istituzionali è poi mancata la rappresentanza dei lavoratori, categoria esposta a maggiori rischi. Come Partito Comunista per gli stagionali disoccupati abbiamo chiesto invano l’istituzione di un contributo comunale a fondo perduto.  Quanto per quelli occupati, nessun soggetto oltre noi ha preteso che vi fossero garanzie e chiarezza su regole contrattuali, tutela sanitaria, compiti da svolgere in tempo di pandemia con personale ridotto e prolungamento degli orari di lavoro. Tutto fa prospettare che lo sfruttamento dei lavoratori del settore continuerà indisturbato su questa falsa riga, cosa già denunciata per mezzo stampa da impiegati locali del settore. In un quadro del genere già disagiato, questa Amministrazione è comunque riuscita ad aumentare i problemi esistenti pur di tutelare gli operatori tanto più grandi a discapito di attività più piccole e periferiche e del diritto generale ad usufruire degli arenili.
Le nostre pressioni sono servite per rendere di nuovo fruibili tratti di spiagge libere resi inaccessibili da indebite ingerenze private, tant’è che questa estate si potrà entrare in punti dell’Arenauta, di S. Vito e delle Scissure finora chiusi usufruendo degli ingressi delle attività adiacenti. Eppure i problemi dovuti alla carenza di spazi persistono e ad essi se ne sono aggiunti ulteriori in termini di sicurezza sanitaria e occupazionali. Questo scenario dove i meno facoltosi saranno costretti a riversarsi contingentati su spiagge libere ridotte è infatti aggravato dal caos sorto attorno alla sorveglianza e le attività su queste aree. Dopo l’invenzione delle “sentinelle” per sorvegliare i pedoni, ora che c’è davvero da assicurare sulle spiagge libere un controllo degli ingressi e il dislocamento distanziato dei bagnanti per la tutela della salute, non si comprende ancora chi debba svolgere questo compito. Certe entrate sembrano del tutto incustodite, in altre si nota personale dei noleggiatori stessi fare i controllori non certo imparziali di tali aree. Eppure ci risulta che il Comune di Gaeta abbia ricevuto dalla Regione Lazio la cifra di 122.076,62 euro proprio per la messa in sicurezza ed accessibilità degli arenili liberi. Chiediamo quale destinazione abbiano avuto questi fondi.
Inoltre, dopo aver annunciato con solito show mediatico che tutte le spiagge di Gaeta aprivano con rispettivo piano di salvamento, sulla piana di Sant’Agostino si è arrivati invece al paradosso. Qui, a quanto pare anche a causa di contenziosi del Comune con determinati concessionari, non solo l’Amministrazione non è stata in grado di affermare un piano generale di riapertura della spiaggia, ma la sua attitudine solita ha scatenato un conflitto fra le parti a discapito delle più piccole attività frontiste che rischiano di non partire. Su un arenile che da diversi anni assicurava tramite contratto collettivo una copertura totale per il salvataggio, i vari operatori hanno infine proceduto ad attivarsi con tempi diversi a seconda del loro tipo di concessione, ognuno con propri bagnini. Risultato è che l’assistenza ai bagnanti sulla spiaggia è ora assente in vari punti, i noleggiatori più piccoli non sanno quando potranno aprire e quali saranno le porzioni ridotte di spiaggia a loro assegnate, in tanti rischiano il posto di lavoro e permane qui ancora più forte il mistero su chi dovrebbe garantire il controllo degli ingressi e del distanziamento sociale sulle spiagge libere.
E’ anche per evitare problemi di questo genere che il Partito Comunista, che da anni chiede la creazione di un’azienda speciale multiservizi comunale, ha proposto la rapida istituzione di questo strumento per gestire per prima cosa proprio le spiagge libere residuali, garantendo assistenza alla balneazione, assunzione di personale a partire dai lavoratori stagionali disoccupati, controllo pubblico e imparziale dei tratti di arenile libero. Se questa soluzione fosse stata adottata, oggi non saremmo in questa situazione. La nostra proposta rimane comunque valida per il futuro ed è appunto estendibile ad altri servizi della città, con vantaggi generali in termini occupazionali, qualitativi e di costi ridotti per gli utenti. E’ per questo che porteremo avanti durante tutta l’estate la nostra petizione popolare per la costituzione di una Azienda Speciale a Gaeta. I cittadini possono firmarla presso edicole, tabaccai ed esercizi commerciali aderenti, oltre che durante le raccolte pubbliche che organizzeremo. L’invito è rivolto per prima proprio a coloro che sono stati danneggiati in ogni modo dalla crisi sanitaria e dalla politica di questa Amministrazione negli anni, in particolare a chi ha difficoltà a vivere del proprio lavoro o purtroppo già l’ha perso.

PARTITO COMUNISTA – GAETA – SEZIONE “MARIANO MANDOLESI”