Da anni denunciamo, spesso in
solitudine, il processo verso la definitiva chiusura dei Punti di Primo Intervento
tra cui quello di Gaeta, coincidente con la fine di quel poco che resta del
Presidio ospedaliero “Di Liegro”. Da anni rendiamo note le responsabilità
ampiamente trasversali delle forze liberiste, da destra a sinistra, e
l’indifferenza di tutto il ceto politico locale. E sempre da anni ripetiamo che
la soluzione dei problemi non può essere cercata unicamente nella pur doverosa
e ferma difesa di quanto rimasto, ma deve passare per una radicale revisione
del modello fallimentare seguito a livello regionale. Esso consiste nel
progressivo depotenziamento dei centri esistenti e diffusi sul territorio in
favore di pochi e grandi poli ospedalieri e soprattutto del business della sanità
privata, mentre noi rivendichiamo il ripristino dei servizi soppressi presso i
nosocomi quali il nostro, Pronto Soccorso in primis. Già in diverse occasioni
siamo riusciti ad esercitare una forte pressione supportata dall’opinione
pubblica locale e dalle mobilitazioni che abbiamo organizzato con presidi,
manifestazioni e petizioni bloccando quanto stava accadendo. Tuttavia eravamo
ben consapevoli del fatto che la volontà di colpire il nostro Punto di Primo
Intervento fosse concreta e l’esecuzione di quanto previsto solo rinviata. È di
dominio pubblico infatti la notizia che quanto abbiamo denunciato si
concretizzerà il primo gennaio del 2020 con la chiusura notturna del servizio.
Altro aspetto grave e purtroppo da noi previsto consiste nel coinvolgimento
annunciato dei medici di famiglia nella gestione del centro ambulatoriale che
sostituirà il PPI. Tale scelta è l’evoluzione naturale di quanto già accaduto
con l’istituzione della “medicina di gruppo” tra i medici della mutua. Questo
sistema, spacciato come frutto di scelta volontaria dei medici condotti, i
quali hanno ricevuto invece pressioni di vario genere per aderirvi, ha minato
pesantemente l’autonomia professionale del medico di famiglia colpendo quel
rapporto di conoscenza e fiducia continuo e diretto tra questa figura e il suo
assistito, considerato uno dei punti di maggior prestigio e qualità del nostro
sistema sanitario. Con l’ospedalizzazione di fatto del medico di famiglia si
compirebbe il passo definitivo verso la rottura di questo rapporto tra paziente
e medico. Ci sorprende in tal senso che i medici di base e le loro sigle non si
siano ancora, a quanto ci risulta, espressi pubblicamente in merito al fine di
scongiurare questo infausto destino. Sorprende ancor di più la faccia tosta del
Sindaco Mitrano che, dopo aver negato per anni quanto denunciavamo, essersi
posto in modo ostile nei riguardi delle mobilitazioni che abbiamo organizzato in
tal senso trattandoci come visionari, essersi vantato degli ottimi rapporti con
la dirigenza della Asl millantando anzi in più occasioni l’imminente
potenziamento dei servizi sanitari locali ed infine dopo avere addirittura approvato,
malgrado i nostri appelli, diversi Piani aziendali che prevedevano a chiare
lettere quanto sta accadendo, a cose ormai fatte, ha il coraggio di inviare ai giornali una nota pubblica in cui si
mostra indignato per le decisioni prese e finge di essersi opposto alla loro
attuazione. La verità, ormai da tempo sotto gli occhi di tutti, è che
l’attacco alla sanità pubblica è frutto di un patto scellerato tra le maggiori
forze politiche del paese che, al di là degli scontri di facciata, condividono
e portano avanti le stesse identiche politiche decise dai burocrati di
Bruxelles. Dal PD a Forza Italia e alla Lega tutti hanno
assecondato quanto avviene, passando dai 5 stelle che dopo tanti proclami, una volta
al governo, nulla hanno fatto di concreto, per invertire realmente il processo
in corso. Facciamo invece appello ancora una volta ai cittadini per mobilitarsi
con ogni mezzo al fine di impedire quanto accade, in primo luogo individuandone
i responsabili.
PARTITO COMUNISTA
SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” – GAETA
SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” – GAETA