"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

sabato 24 agosto 2019

Medici di Famiglia e PPI sotto attacco. Gli effetti delle politiche liberiste e la faccia tosta di Mitrano.


Da anni denunciamo, spesso in solitudine, il processo verso la definitiva chiusura dei Punti di Primo Intervento tra cui quello di Gaeta, coincidente con la fine di quel poco che resta del Presidio ospedaliero “Di Liegro”. Da anni rendiamo note le responsabilità ampiamente trasversali delle forze liberiste, da destra a sinistra, e l’indifferenza di tutto il ceto politico locale. E sempre da anni ripetiamo che la soluzione dei problemi non può essere cercata unicamente nella pur doverosa e ferma difesa di quanto rimasto, ma deve passare per una radicale revisione del modello fallimentare seguito a livello regionale. Esso consiste nel progressivo depotenziamento dei centri esistenti e diffusi sul territorio in favore di pochi e grandi poli ospedalieri e soprattutto del business della sanità privata, mentre noi rivendichiamo il ripristino dei servizi soppressi presso i nosocomi quali il nostro, Pronto Soccorso in primis. Già in diverse occasioni siamo riusciti ad esercitare una forte pressione supportata dall’opinione pubblica locale e dalle mobilitazioni che abbiamo organizzato con presidi, manifestazioni e petizioni bloccando quanto stava accadendo. Tuttavia eravamo ben consapevoli del fatto che la volontà di colpire il nostro Punto di Primo Intervento fosse concreta e l’esecuzione di quanto previsto solo rinviata. È di dominio pubblico infatti la notizia che quanto abbiamo denunciato si concretizzerà il primo gennaio del 2020 con la chiusura notturna del servizio. Altro aspetto grave e purtroppo da noi previsto consiste nel coinvolgimento annunciato dei medici di famiglia nella gestione del centro ambulatoriale che sostituirà il PPI. Tale scelta è l’evoluzione naturale di quanto già accaduto con l’istituzione della “medicina di gruppo” tra i medici della mutua. Questo sistema, spacciato come frutto di scelta volontaria dei medici condotti, i quali hanno ricevuto invece pressioni di vario genere per aderirvi, ha minato pesantemente l’autonomia professionale del medico di famiglia colpendo quel rapporto di conoscenza e fiducia continuo e diretto tra questa figura e il suo assistito, considerato uno dei punti di maggior prestigio e qualità del nostro sistema sanitario. Con l’ospedalizzazione di fatto del medico di famiglia si compirebbe il passo definitivo verso la rottura di questo rapporto tra paziente e medico. Ci sorprende in tal senso che i medici di base e le loro sigle non si siano ancora, a quanto ci risulta, espressi pubblicamente in merito al fine di scongiurare questo infausto destino. Sorprende ancor di più la faccia tosta del Sindaco Mitrano che, dopo aver negato per anni quanto denunciavamo, essersi posto in modo ostile nei riguardi delle mobilitazioni che abbiamo organizzato in tal senso trattandoci come visionari, essersi vantato degli ottimi rapporti con la dirigenza della Asl millantando anzi in più occasioni l’imminente potenziamento dei servizi sanitari locali ed infine dopo avere addirittura approvato, malgrado i nostri appelli, diversi Piani aziendali che prevedevano a chiare lettere quanto sta accadendo, a cose ormai fatte, ha il coraggio di inviare ai giornali una nota pubblica in cui si mostra indignato per le decisioni prese e finge di essersi opposto alla loro attuazione. La verità, ormai da tempo sotto gli occhi di tutti, è che l’attacco alla sanità pubblica è frutto di un patto scellerato tra le maggiori forze politiche del paese che, al di là degli scontri di facciata, condividono e portano avanti le stesse identiche politiche decise dai burocrati di Bruxelles. Dal PD a Forza Italia e alla Lega tutti hanno assecondato quanto avviene, passando dai 5 stelle che dopo tanti proclami, una volta al governo, nulla hanno fatto di concreto, per invertire realmente il processo in corso. Facciamo invece appello ancora una volta ai cittadini per mobilitarsi con ogni mezzo al fine di impedire quanto accade, in primo luogo individuandone i responsabili.
PARTITO COMUNISTA
SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” – GAETA

giovedì 8 agosto 2019

SFRUTTAMENTO STAGIONALE, APPELLO DEL PARTITO COMUNISTA RIVOLTO AI LAVORATORI

A Gaeta ed in gran parte del Basso Lazio la stagione balneare è sinonimo di impiego precario, spesso a condizioni che rasentano lo schiavismo. Molti giovani affrontano le prime esperienze di lavoro poco o per niente consapevoli dei propri diritti mentre un numero crescente di dipendenti in età più avanzata è costretto ad accettare condizioni umilianti.
Pochi mesi fa il Partito Comunista ha lanciato un’inchiesta sulle condizioni effettive di lavoro stagionale nei settori della balneazione, della ristorazione, del commercio, dell’alberghiero-ricettivo, dell’intrattenimento, dell’agricoltura e della pubblicità, durante gli ultimi 3 anni. Numerosi lavoratori hanno compilato il nostro questionario. Il quadro emerso è allarmante e vergognoso. Il 55% del campione possedeva un’età uguale o inferiore ai 25 anni, il 42% non ha avuto precedenti rapporti di lavoro con lo stesso datore. Il 40% degli intervistati ha dichiarato di lavorare in nero, il 73% dalle 9 alle 13 ore giornaliere, il 31% con paga oraria inferiore ai 3 Euro, il 63% con paghe inferiori ai 4 Euro, il 58% senza giorno libero, il 31% senza diritto ad una sola pausa, il 60% non ha maturato alcuna indennità di disoccupazione, il 36% ha subito trattamenti offensivi ed umilianti.
La maggior parte dei lavoratori in questione subisce queste condizioni in aziende che ricavano da tempo profitti alti, spesso da capogiro. I settori indagati potrebbero nel complesso generare quantomeno il doppio degli occupati in più a salari maggiori, orari di impiego inferiori e condizioni più dignitose, se i “datori di lavoro” si attenessero anche solo al semplice rispetto delle norme in materia. Va detto però che l’evoluzione delle leggi nazionali sul lavoro e le forme contrattuali concesse stanno comunque permettendo di trasformare tutti i lavoratori in dei precari sempre più assoggettati, sul genere proprio degli “stagionali”.
All’origine dell’aggravarsi del problema vi sono i rapporti di forza fra le classi sociali, in Italia e nell’UE sempre più sbilanciati a favore dello strapotere dei capitalisti. Fra le cause della condizione descritta a livello locale vi sono di conseguenza più tipi di complicità. Ci sono amministrazioni comunali che tutelano interessi ristretti e non contrastano le più bieche forme di sfruttamento laddove avvengono su beni demaniali in concessione o nelle attività in appalto; ci sono gli enti preposti al controllo sulle condizioni del lavoro, non a caso depotenziati e colpevolmente distratti, silenti anche a seguito della pubblicazione della nostra indagine; c’è infine l’inadeguatezza delle diverse organizzazioni sindacali che contro la piaga dello sfruttamento stagionale non si sono qui mai spesi. I lavoratori non possono quindi aspettarsi che la loro difesa arrivi dalle istituzioni esistenti che, delle ingiuste relazioni fra le classi sociali, sono un riflesso.
Il Lavoro non è un favore ricevuto per cui dover ringraziare i padroni, non può diventare un privilegio per il quale si è costretti ad accettare qualunque condizione, pur di non perderlo. Il Lavoro è l’unica fonte della ricchezza generale e l’enorme e ingiusto concentrarsi d’essa nelle mani di pochissimi, parte proprio dallo sfruttamento dei lavoratori stessi. A nulla serve lagnarsi senza lottare. La condizione attuale può essere contrastata e modificata solo a partire dall’organizzazione e la reciproca solidarietà dei dipendenti stagionali e precari, la loro unità rivendicativa. La formazione di una coscienza di classe e il coraggio di intraprendere vertenze contro i padroni possono rappresentare dei punti di partenza in un percorso di riscossa e di emancipazione collettiva che necessita di un soggetto politico rivoluzionario di riferimento.
Per queste ragioni facciamo appello ai vari dipendenti affinché si rivolgano al nostro Partito per ricevere informazioni sui propri diritti e supporto legale per tutelarsi anche economicamente contro i soprusi subiti. Gli interessati in vario modo possono nel frattempo contattarci all’indirizzo comunistigaeta@gmail.com aggiungendo all’oggetto la dicitura “LAVORO STAGIONALE”.

PARTITO COMUNISTA
SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” – GAETA