"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

giovedì 29 gennaio 2015

CIMITERO

Adeguamento dei prezzi al reddito,  rafforzamento dell’offerta pubblica.

Il Comune di Gaeta intende recuperare l’evasione sul rinnovo delle concessioni trentennali dei loculi cimiteriali. Malgrado la scadenza del 31 Gennaio 2015 numerosi cittadini non hanno ancora provveduto al rinnovo per mancanza di disponibilità economica o per carenza di informazione. In molti rischiano che i resti dei propri cari vengano dispersi nelle fosse comuni. La spesa per il rinnovo è di 142,50 Euro di diritti amministrativi più 775 Euro di concessione per ogni loculo. Il prezzo delle nuove concessioni invece è stato determinato in una quota fissa di 3000 Euro, quasi il quadruplo del passato! Queste spese colpiscono numerosi cittadini a basso reddito ed in tanti devono provvedere al rinnovo per più loculi. Tra di loro numerosi pensionati minimi. Riteniamo giusto che il ricordo e la commemorazione dei propri cari siano garantiti a tutti in proporzione alle proprie disponibilità. Per questo il PRC avanza alcune proposte concrete:
-Rinnovo delle concessioni: Chiediamo che venga introdotta una proroga di almeno un anno per regolarizzare i propri cari e che venga avviata subito una campagna di informazione capillare sul territorio. Serve una nuova delibera che garantisca la copertura delle spese di bilancio attraverso l’indicizzazione del costo delle concessioni in base al reddito, adeguando la somma alle eventuali variazioni annuali del proprio ISEE nel periodo del pagamento. Rivendichiamo l’esenzione totale per i redditi inferiori ai 15.000 Euro annui lordi. Proponiamo che a tale provvedimento si aggiunga una maggiore dilazione delle rate. Sarà quindi necessario ricalcolare le rate o rimborsare secondo i nuovi parametri quanti avessero già provveduto al rinnovo.
-Nuove concessioni: Chiediamo la massima rateizzazione e l’adeguamento delle tariffe al reddito.
-Servizi Cimiteriali: Rivendichiamo il criterio della proporzionalità al reddito applicato anche ai costi di tutti i servizi cimiteriali.
-Più pubblico: Gli introiti devono essere impiegati da subito per rafforzare i servizi pubblici a partire dall’esigenza di effettuare le sepolture tutti i giorni e anche durante le ore pomeridiane, per eliminare il monopolio della ditta BIESSE su prezzi e tariffe in mancanza di vere alternative. A tal fine è necessario assumere altro personale comunale. Il rafforzamento del personale e dei servizi pubblici devono garantire un maggiore decoro, più manutenzione e più vigilanza su furti e gravi illeciti, come il tentativo recente di rimuovere irregolarmente alcuni resti di estinti segnalato alle forze dell’ordine dai cittadini.  



Circolo PRC "Mariano Mandolesi" Gaeta

domenica 25 gennaio 2015

Il PRC sulla vertenza Italcraft: Rispetto degli accordi o revoca della concessione

La vicenda dello stabilimento Italcraft di Gaeta prosegue purtroppo seguendo un copione già noto. Come nel caso di numerose altre vertenze i lavoratori sono stati lasciati in balia di speculazioni e pescecani di turno proprio allo scadere degli ammortizzatori sociali. La tutela del lavoro, di una tradizione cantieristica d’eccellenza e di un settore strategico per la nostra città sono stati sommersi ancora una volta dal ricatto padronale del “poco o niente”, che come al solito non garantisce neanche quanto promesso. Le istituzioni e il mondo della politica come di consueto risultano del tutto assenti o intervengono in maniera assolutamente inappropriata. In mancanza di un vero e proprio Piano Industriale, mai prodotto, incombono mille dubbi circa il futuro dell’area occupata dallo Stabilimento e di tutto il comprensorio. Ciò anche alla luce di disegni importanti quanto in gran parte misteriosi come il famigerato “Progetto Cesena”.
 
In un quadro del genere in molti avrebbero voluto mettere le mani sull’area dell’Italcraft pur senza essere realmente interessati a riprendere la produzione. Ancor più pressanti dovevano essere le garanzie richieste e ancor maggiore la diffidenza. Tardivo e di facciata è apparso invece l’intervento dell’ Amministrazione comunale e del Sindaco che non hanno saputo o voluto giocare un ruolo da protagonisti, ben più presi evidentemente da altre priorità che purtroppo conosciamo bene. Il Partito della Rifondazione Comunista si trovò praticamente solo al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici impegnati nella dura lotta intrapresa dopo il fallimento della Società. Sopraggiunta la nuova Proprietà che trattò con il Curatore Fallimentare esprimemmo fin da subito le nostre perplessità. Non ci risulta che il Sig. Bocchi abbia mai prodotto imbarcazioni. Le clausole sancite dall’accordo capestro stipulato con l’Autorità Portuale di Civitavecchia per il rilascio della nuova concessione non lasciavano presagire che egli intendesse iniziare a farlo. Il previsto reintegro di soli 16 lavoratori su 48 entro il 2014, in presenza di scarse o nulle garanzie per tutti gli altri e la mancanza di criteri chiari nella scelta dei primi reintegrati, non lasciavano presagire nulla di buono. Il fatto che persino questi accordi minimi siano stati completamente disattesi la dice lunga sulla lungimiranza dei nostri timori. Anche la mancata ristrutturazione di vasche e tratto di mare per scalo e alaggio assieme ad uno dei due capannoni conduce purtroppo a conclusioni simili. In assenza di tempi certi per questi interventi previsti dall’accordo i pochi lavoratori occupati in piccoli lavori di rimessaggio e manutenzione operano in condizioni di grave pericolo. A tutto ciò si aggiunga la superbia e la scarsissima disponibilità al confronto con la quale la nuova Proprietà si è fin da subito rapportata a lavoratori e parti sociali.
 
Ci appare molto strana la presenza estremamente discreta dell’Autorità Portuale nel verificare il rispetto di accordi e condizioni lavorative, cozzando con la notevole solerzia e lo zelo perseguiti nell’imporre il rigoroso rispetto delle regole al precedente acquirente Sig. Fabrizio Perrozzi. Fin dall’inclusione di Gaeta sotto la giurisdizione dell’Autorità Portuale di Civitavecchia il PRC non ha mai fatto mistero della propria diffidenza nei riguardi di quest’Ente così estraneo al nostro territorio e alle sue problematiche, che sembra rispondere a ben altri equilibri politici intangibili e centri di comando ben distanti dalla nostra città. Lo stesso Ente oggetto di un interrogazione parlamentare che ipotizza gravi irregolarità nelle assunzioni e nel trattamento economico spropositato di numerosi dipendenti, rischiando addirittura il commissariamento. Altrettanto singolare risulta la condotta del Consorzio Industriale, intervenuto costantemente nella precedente trattativa sindacale con Perrozzi e ora completamente assente rispetto alle scelte della nuova proprietà. Riteniamo che sia comunque doveroso fugare ogni dubbio o accusa di connivenze mostrando una maggiore attenzione alla vertenza Italcraft e pretendendo dai nuovi proprietari un immediato e scrupoloso rispetto degli accordi precedenti. In occasione del nuovo tavolo previsto nel mese di febbraio pensiamo che vadano salvaguardate almeno tali condizioni minime. Sarebbe anzi doveroso che alla luce di quanto accaduto si riprendesse subito il confronto per garantire il reintegro delle restanti maestranze e la ripresa della produzione con tempi e modalità certi e precisi. In caso contrario è evidente che i lavoratori e la città non avrebbero niente da perdere dalla fine questa esperienza iniziata malissimo. Se gli attuali proprietari non rispetteranno gli accordi riteniamo quindi doveroso che l’Autorità Portuale intervenga con l’immediata revoca della Concessione. Le istituzioni non possono consentire che si giochi con la vita di decine di lavoratori e con il futuro di Gaeta.
 
 
Circolo PRC “Mariano Mandolesi”   
 

giovedì 22 gennaio 2015

Il PRC Gaeta chiede all'Amministrazione di pronunciarsi contro lo Sblocca Italia.

Rilancio delle grandi opere, svendita del patrimonio pubblico, più inceneritori, via libera a perforazioni per la ricerca di idrocarburi e alla costruzione di gasdotti, deregolamentazione delle bonifiche e semplificazione delle procedure a favore degli inquinatori, ancora cementificazioni e regali ai costruttori, riduzione controlli a tutela di paesaggio e patrimonio storico-architettonico. Ma soprattutto a distanza di soli tre anni dal referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011, il decreto Sblocca Italia va a modificare la disciplina relativa alla gestione dell'acqua imponendo un unico gestore in ciascun ambito territoriale favorendo le grandi aziende e multiutilities, molte delle quali già quotate in borsa.

L'obiettivo appare ormai chiaro: imporre agli enti Locali la quotazione delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, costringere a fusione e accorpamento secondo le prescrizioni già previste dal piano sulla “spendig review”. Un vero e proprio ricatto nei confronti degli Enti Locali che costretti dai tagli dei trasferimenti statali, avrebbero come unica possibilità la cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita che il Governo, per questa via, si premura di sottrarre alle tenaglie del patto si stabilità.
Il decreto “Sblocca Italia” svela le reali intenzioni del Governo: consegnare nelle mani dei grandi capitali finanziari la gestione dell'acqua e degli altri servizi pubblici locali.
La strategia governativa, con il “carosello” propagandistico dello slogan “riduzione delle aziende da 8.000 a 1000”, farà esclusivamente l'interesse dei privati e dei grandi potentati economici, favorendo la massimizzazione dei profitti delle grandi aziende multiutilities che già gestiscono acqua, rifiuti e trasporto pubblico locale, e delle organizzazioni malavitose che molto spesso, soprattutto nel nostro territorio, vi sono dietro come denunciato da Procure e Associazioni Antimafia, e testimoniato dall'Interdittiva Antimafia contro la società “Ecocar” che tuttora gestisce la raccolta rifiuti nella nostra città, e dalle inchieste che hanno coinvolto molte altre aziende pontine e i noti scandali che imperversano nel Lazio interessando pesantemente la nostra provincia.

Sono numerosissime in tutta Italia, 65 solo in Lucania, le amministrazioni che si sono dichiarate contrarie al decreto, tramite deliberazioni assunte dai sindaci e dagli enti locali che stanno chiedendo ai presidenti della Regione di impugnarlo presso la Corte Costituzionale. E Sono già 6 le Regioni – Abruzzo, Campania, Lombardia, Marche, Puglia e Veneto che, entro il 10 gennaio, hanno deciso di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale il decreto “Sblocca Italia” .

Pertanto il circolo del Partito della Rifondazione Comunista “Mariano Mandolesi” di Gaeta chiede al Sindaco e alla Giunta Comunale:

 - Di esprimere una posizione di netta contrarietà rispetto alle norme contenute nel Decreto.

 - Di impegnarsi a farsi portatori di questa posizione in tutte le sedi istituzionali, in particolare portando in sede Anci la richiesta da presentare al Governo del ritiro del provvedimento, poiché esso esautora ancor più i  Comuni e le amministrazioni locali su molte materie e competenze.

 - Di promuovere un incontro urgente con il Presidente della Regione Lazio Zingaretti per dare impulso all'impugnazione del Decreto tramite un ricorso alla Corte costituzionale da parte della stessa Regione.

In caso di risposta negativa da parte dell'amministrazione il PRC Gaeta non esclude di intraprendere ulteriori iniziative al fianco dei comitati per la difesa dell'ambiente e dei beni comuni del territorio per la sottoscrizione di una petizione popolare che obblighi per lo meno il consiglio comunale a discutere dell'argomento.

Circolo Prc “Mariano Mandolesi” Itri – Gaeta

giovedì 15 gennaio 2015

ITRI: RIFONDAZIONE COMUNISTA CHIEDE UN’AZIENDA PUBBLICA PER I RIFIUTI.

Siamo allo scadere dell’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Nel 2014 il comune di Itri ha speso per la spazzatura oltre due milioni di Euro. Una cifra aumentata in modo considerevole negli ultimi anni e coperta con i sempre più ingenti introiti della TARI, senza che venissero previsti adeguati sgravi per i cittadini a basso reddito o esenzioni totali per le categorie più svantaggiate. Il nostro territorio corre un rischio altissimo di infiltrazioni malavitose, come testimoniato dall’Interdittiva Antimafia contro la Società “Ecocar” che gestiva il servizio in città limitrofe quali Gaeta o Minturno, le inchieste che hanno coinvolto molte altre aziende pontine e i noti scandali che imperversano nel Lazio interessando pesantemente la nostra provincia. Procure e Associazioni Antimafia quali la “Caponnetto” denunciano da tempo che il Basso Lazio è terra di conquista per la criminalità organizzata. La tremenda crisi occupazionale che ci colpisce impone inoltre l’intervento diretto dell’Amministrazione Comunale al fine di creare posti di lavoro garantendo livelli salariali e condizioni accettabili. E’ tuttavia evidente come tariffe accessibili, qualità del servizio, vera occupazione e legalità non siano conciliabili con la logica del mero profitto. Per queste ragioni proponiamo con forza la creazione di un’Azienda Speciale Pubblica (ex municipalizzata) per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e che tale società comunale si occupi anche di altri servizi, dal verde pubblico all’illuminazione cittadina e molto altro. Chiediamo inoltre che tale azienda venga affiancata da un organismo comunale di controllo e partecipazione costituito dai propri lavoratori e dalle proprie lavoratrici. Vogliamo inoltre rimarcare che persino la discussa Giunta di Formia e il Sindaco Bartolomeo, contro i quali si è da sempre schierata la puntuale opposizione del nostro Partito, si sono posti il problema di escludere gli interessi privati dal ciclo dei rifiuti creando la “Formia Rifiuti Zero”, una SPA pubblica alla quale è stata affidata la nettezza urbana e che potrà occuparsi anche di altri ambiti. Una soluzione per noi non ottimale, ma certamente migliore dell’attuale sistema degli appalti ai privati. La Giunta di Formia viene peraltro sostenuta da numerose forze politiche che appoggiano anche De Santis, PD in testa. Lo stesso Bartolomeo ha da tempo lanciato un appello affinché i comuni limitrofi si consorzino per gestire insieme la raccolta dei rifiuti. Quale comune meglio di Itri avrebbe potuto rispondere a quest’invito, vista la distanza di soli 7 chilometri in linea d’aria tra le due città? Per questo ci sorprende molto che a quanto ci risulta neanche il Sindaco De Santis abbia replicato in alcun modo, se non altro per semplice “cortesia istituzionale”. Ci meraviglia ancor di più che lo stesso PD di Itri si sia espresso sulla questione “rifiuti”, non prendendo in alcuna considerazione le proposte della propria sezione formiana e non facendovi alcun cenno. Semplice incapacità e disinformazione? Faide interne? Mancanza di una visione condivisa all’interno dello stesso Partito? Comunque sia ribadiamo la nostra richiesta di non indire nuovi bandi di gara per il “servizio rifiuti” e di istituire un’Azienda Speciale Pubblica a controllo operaio. Nel caso in cui non si reputasse immediatamente percorribile tale soluzione sarebbe comunque possibile, in seconda istanza, un consorzio anche temporaneo con il vicino comune di Formia per sottrarre comunque da subito la nettezza urbana alla morsa del profitto e al rischio criminalità.


Circolo PRC “Mariano Mandolesi” Itri-Gaeta

lunedì 12 gennaio 2015

Italcraft, la vicinanza del PRC: “chiediamo garanzie per i lavoratori, basta prese in giro!”

Sono tornate da giorni in strada le maestranze dei Cantieri navali Italcraft, in un presidio davanti i cancelli dello stabilimento per chiedere il rispetto degli accordi presi con la nuova proprietà a riguardo della riassunzione degli operai. Ancora una volta il circolo di Rifondazione Comunista di Gaeta esprime tutta la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori del cantiere anche attraverso la presenza accanto a loro del proprio segretario Benedetto Crocco, unico rappresentante dei partiti in un momento nel quale sindacati e lavoratori denunciano la latitanza della politica locale. Dopo la sentenza di fallimento del 2013 emessa dal Tribunale di Latina il cantiere è stato acquistato dalla società "Nuova Italcraft”, ma ancora una volta sembra disatteso un accordo fra le parti sociali e proprietari, tra l’altro di solo sei mesi fa, per il rientro occupazionale in questo caso di 38 lavoratori dello stabilimento. Un protocollo d'intesa che utilizzando lo strumento della cassa integrazione straordinaria e in deroga per tutto il gruppo proponeva molto genericamente di tendere ad assumere gradualmente tutti i lavoratori nella Nuova Italcraft con il procedere dei lavori di riqualificazione del cantiere: 16 dei 48 originari entro dicembre, le rimanenti unità lavorative da prendere invece dalle liste di mobilità in base alle esigenze produttive. L'impegno dell'azienda doveva essere di reintegrare tutti i lavoratori a partire dal 15 dicembre, prima della loro messa in mobilità, e garantire lavoro ininterrotto per almeno due anni. Un protocollo di intesa che con tanta enfasi e soddisfazione è stato salutato dall’Amministrazione comunale e il sindaco Mitrano, che ha rivendicato l’esserne uno degli artefici, e questo nonostante le scarse rassicurazioni e i gravi limiti che l’accordo comportava. Basta ricordare che ad oggi invece sono impiegati solo 8 lavoratori e della richiesta riqualificazione non c’è segno significativo nel cantiere. E’ per questo che, dichiarandoci come sempre pronti a scendere ancora una volta accanto ai lavoratori in agitazione e svolgere ogni attività politica a supporto del loro diritto al lavoro, il Circolo PRC “Mariano Mandolesi” di Gaeta intende sottolineare che la propria non è una simbolica solidarietà di circostanza, come spesso espressa finora da altre parti politiche, ma vuole essere un atto concreto di proposta e denuncia che si va ad aggiungere al sostegno offerto nelle mobilitazioni. Ancora una volta ribadiamo infatti che è nostra convinzione che i progetti futuri per l'intero distretto produttivo del Porto di Gaeta siano ben altri rispetto a quelli di difesa delle realtà industriali esistenti e che siano diversi i soggetti pure nelle istituzioni a sostenere in segreto la graduale e totale dismissione di tutte le fabbriche di questo tratto del Golfo. Esistono di certo intenzioni concrete di speculazioni future sui terreni soggetti a concessione - si pensi ad esempio al "fantomatico" Progetto Cesena sulla quale natura mai abbiamo ricevuto risposte - che tra l’altro non prevedono in alcun modo la tutela degli attuali livelli occupazionali, ma che puntano piuttosto alla creazione di nuove attività legate allo sviluppo turistico e produttivo del porto. Per questo motivo rinnoviamo la nostra proposta politica per la creazione di un Coordinamento dei Lavoratori in Lotta delle varie fabbriche gaetane, idea estendibile nel tempo a tutto il Golfo. Quello in atto è infatti è un vero e proprio stillicidio che attraverso licenziamenti dilazionati e ammortizzatori sociali vuole arrivare allo smantellamento dell’attuale tessuto produttivo dell’area. I cittadini tutti devono invece comprendere che crisi e chiusure a catena non sono in questo caso un fenomeno casuale, ma piuttosto un progetto economico-finanziario di speculazione da combattere politicamente. I lavoratori stessi in questione a loro volta non devono continuare a cadere nel gioco padronale che intende porli gli uni contro gli altri per poi metterli tutti in strada alla fine. I Cantieri navali Italcraft sono una realtà che può invece essere ancora competitiva e creare occupazione, ma per questo occorrono di un piano industriale preciso e credibile. E' in questo senso che a nostro modo denunciamo pure noi ancora una volta latitanza e vacuità di istituzioni ed autorità competenti, in particolar modo dell'Amministrazione comunale. Se finora di fatto non abbiamo ravvisato una effettiva ed efficace attività del sindaco Mitrano a salvaguardia dei livelli occupazionali secondo il ruolo politico che gli compete e che può esercitare su questi spazi di concessione demaniale, ad oggi possiamo dirci ancor più convinti che questi faccia oggettivamente parte della schiera dei complici delle dismissioni e speculazioni in atto. Per questo invitiamo i lavoratori a diffidare da qualsiasi suo prossimo proclama e ruolo futuro in questa vertenza, così come nelle altre riguardanti l’intero distretto industriale. 



 Circolo PRC “Mariano Mandolesi”

sabato 10 gennaio 2015

PRC e Giovani Comunisti: Spazi e Cultura a Gaeta. Poco per troppi, troppo per pochi

Sfuma ancora una volta per Gaeta la possibilità di dotarsi un centro d'aggregazione culturale pubblico, un luogo che accolga i giovani della nostra città e che oltre ad essere dotato di spazi per lo studio, sia anche un punto di incontro dove svolgere attività culturali e ludico ricreative.  La Giunta Regionale infatti targata PD e SEL, che in sede locale invece fanno tanta demagogia sull'argomento, ha dato l'OK al progetto dell'amministrazione comunale di cambiare destinazione d'uso alla Ex Caserma Cosenz. A distanza di quattro anni ci chiediamo che fine abbia fatto la delibera 52 e perché l'Amministrazione Mitrano non le abbia dato attuazione né seguito, deludendo le aspettative di tanti cittadini, giovani e non solo. Invece si è tanto prodigata per far ottenere ad un privato la gestione di un bene pubblico ristrutturato con i soldi della collettività  per un totale di oltre 1000 mq per ben 12 anni. Tutto ciò nonostante da anni il problema sia stato portato alla luce più volte dall'ARCI, dai Giovani Comunisti e dal Partito della Rifondazione Comunista tramite iniziative e manifestazioni di piazza. Vi è inoltre l’aggravante ulteriore di concedere con questo atto degli spazi cittadini ad una Fondazione privata “amica” operante nel settore della formazione quando invece scarseggiano i locali per le nostre scuole pubbliche. La grave assenza di spazi pubblici di aggregazione culturale al chiuso è un problema che nel tempo incide pure nel disfacimento del tessuto sociale e del corpo delle tradizioni gaetane, così come ha dimostrato il recente caso del Festival dei Sciusci che di fatto non si svolge da due anni a causa delle condizioni atmosferiche avverse, aldilà delle polemiche sulle gestioni clientelari di tali eventi.
Alla luce di ciò ci appare ipocrita e demagogica anche la proposta del sindaco di creare una banca dati con tutti i riferimenti dei gruppi musicali del Sud Pontino  per “sollecitare” secondo Mitrano  “la creatività musicale dei ragazzi del comprensorio”. Da organizzatori ultra decennali di eventi pubblici per l'esibizione esclusivamente di gruppi locali a Gaeta chiediamo pertanto al Primo cittadino e al neo assessore alla cultura Francesca Lucreziano di impegnarsi immediatamente nell'apertura di un centro culturale polivalente secondo quanto deciso in consiglio comunale con l'approvazione della delibera 52 del 2011 con tanto di regolamento che avrebbe dovuto ispirarne gli scopi e il funzionamento. E se veramente hanno a cuore la creatività musicale dei ragazzi del comprensorio di modificare immediatamente l'ordinanza 154 del 10/07/2012 con la quale si impediscono di fatto esibizioni musicali a Gaeta sia nei locali che all'aperto: il suo contenuto risulta incredibilmente restrittivo, sia nei confronti della libera espressione artistica che nei riguardi di un'economia cittadina che dovrebbe fare del turismo una delle proprie leve principali. Pur nell'ambito di piccole variazioni di orario legate ai periodi dell'anno e ai giorni settimanali il limite di emissioni previsto non può infatti superare nelle ore serali i 50 db, praticamente il volume di un televisore o di un gruppetto di persone che discutono animatamente. Un limite ridicolo all'interno di un locale, figuriamoci all'aperto! La certificazione preliminare dei decibel prevede inoltre l'intervento costosissimo di tecnici specializzati che si aggiunge solitamente al pagamento dei diritti SIAE e al compenso dei musicisti. Una richiesta che impone agli esercenti di cessare le attività di trattenimento musicale o farne pagare i costi alla clientela. Altra caratteristica assurda è la mancanza di variazioni dei limiti consentiti a seconda della densità abitativa e della vocazione turistica delle varie zone della città.  Paradossale è inoltre la parte dell'ordinanza che recita: "Il Sindaco può concedere deroga alle disposizioni della presente ordinanza per manifestazioni pubbliche di forte richiamo, organizzate dall'Amministrazione comunale o con la sua collaborazione o patrocinio". In altre parole Mitrano si concede il lusso di decidere arbitrariamente chi debba attenersi o meno alle norme previste, potendo consentire di tutto ad amici o sostenitori e intralciare chi non è soggetto a rapporti clientelari o, come ci ha definiti il vice sindaco Leccese “detrattori ... coloro che, per "partito preso", e per cattiveria, gettano fango su amministratori comunali che lavorano”.
 
Circolo PRCMariano Mandolesi
Giovani Comunisti Gaeta