Quanto sarebbe accaduto a Itri al ventottenne Mirko,
mentre stava lavorando, costituirebbe un fatto gravissimo. Egli avrebbe subito un’aggressione
per futili motivi dal padrone e sarebbe stato lasciato tramortito a terra
riportando importanti lesioni e rischiando la vita. Ciò ci induce non solo ad
esprimere pubblicamente tutta la nostra solidarietà ma a fare serie riflessioni
sul tema del lavoro. Qualora venisse confermato il fatto rappresenterebbe in
modo emblematico la natura del rapporto tra padroncini e operai del nostro
territorio, quindi la diffusa arroganza dei primi e le condizioni lavorative
troppo spesso prossime allo schiavismo, sia dal punto di vista salariale che
dei diritti. Se a livello nazionale il Job Act, varato dal governo del PD, è
senza ombra di dubbio uno degli attacchi più feroci che il lavoro abbia mai
ricevuto dalla caduta del fascismo, a tal punto da introdurre nei fatti la
completa libertà di licenziamento, nel Basso Lazio sono da sempre diffuse
condizioni aberranti. Come messo in evidenza anche da recenti inchieste operaie
promosse dai nostri compagni, in diversi campi quali la ristorazione, la
balneazione, il settore alberghiero, il bracciantato agricolo, l'edilizia ed i
servizi in genere le paghe giornaliere possono essere di 30-35 euro per orari
che raggiungono le 12 ore in condizioni spesso massacranti. Lavoro nero,
chiamate a giornata, altri contratti capestro e lettere di licenziamento già
firmate sono la norma. Il ricambio di giovani inesperti e poco sindacalizzati è
appositamente reso costante e continuo, invece di stabilizzare nel tempo una
mano d'opera qualificata che offrirebbe servizi più efficienti determinando però
un costo del lavoro maggiore. Intanto i giovani di centri quali Itri e Gaeta
sono sempre più costretti all'emigrazione dopo essere stati adoperati per pochi
anni occasionalmente come animali da soma. Se non ti stanno bene le assurde
condizioni imposte puoi anche andartene, tanto ci sono altri proletari da
spremere e se accetti tuo malgrado, secondo questi padroni dovresti perfino
ringraziarli. Anche questa, seppur meno eclatante, è violenza, quotidiana e
diffusissima, subita purtroppo in silenzio da molti. L'episodio di Mirko, in
questo senso, sarebbe soltanto la punta di un Iceberg consistente in un
atteggiamento assai comune. Le autorità che dovrebbero sovraintendere e
controllare il rispetto delle pur blande regole residue, a partire
dall'Ispettorato del Lavoro, risultano sempre più insufficienti e prive di
mezzi o peggio complici di questo stato di cose. In materia di sfruttamento del
lavoro il potere politico locale è connivente con le piccole lobby economiche
cittadine quanto e forse ancor di più di come il Governo nazionale sia legato
agli interessi di Confindustria e grande Capitale finanziario. Lo dimostra il
fatto che in Comuni quali Itri e Gaeta un problema così centrale come quello
del lavoro viene quasi del tutto ignorato da Amministrazioni di orientamenti
politici apparentemente opposti o indefiniti, ma nella realtà legati alle
stesse logiche. Eppure semplicissime proposte, come quelle che facciamo da
tempo inascoltati, potrebbero migliorare radicalmente la qualità del lavoro
locale. La creazione di Aziende speciali pubbliche multiservizi gestite dal
Comune, la riduzione al minimo delle gare d'appalto al ribasso vinte di solito
comprimendo il costo del lavoro, l'introduzione di rigidi criteri di selezione
in base alla quantità e alla qualità dell'occupazione prodotta per l'assegnazione di gare
d'appalto, affidamenti, concessioni e licenze, sono esempi pratici di quanto viene
responsabilmente ignorato. L'emancipazione dei lavoratori tuttavia passa oggi
come in passato soprattutto dal radicamento della cultura del conflitto sociale
e dell’organizzazione della lotta di classe, anche attraverso importanti casi
di autodeterminazione ed autorganizzazione dal basso quali il "Comitato
dei Lavoratori del Golfo", nato dall'esperienza di diverse realtà
produttive in crisi del territorio, o della “Mancoop”di Castelforte, azienda
occupata e poi autogestita con successo dagli operai. In concomitanza con
l'inizio della stagione estiva é bene ricordare in ogni caso che per eventuali
vertenze lavorative o semplici consulenze i lavoratori possono rivolgersi allo
sportello dell'USB in via Indipendenza 262 a Gaeta ogni martedì dalle 17:00
alle 20.00 o presso la Camera del Lavoro Autorganizzata in via Maiorino 31 a
Formia, ogni giovedì dalle 15:30 alle 18:30.
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