L'EFFETTO DOMINO DEL LICENZIAMENTO
DEL COMANDANTE SPINOSA TRAVOLGE UN ALTRO DIPENDENTE . IL PRC CHIEDE LA REVOCA
DELLA CONCESSIONE ALLA SOCIETA’.
Molti concittadini
ricorderanno le diffuse critiche mosse contro l’art.4 dell’ Ordinanza n.75/2014 della
Capitaneria di Porto di Gaeta. Questo atto
tuttora autorizza il rimorchiatore in assistenza per la sicurezza della
petroliera ad allontanarsi per effettuare temporaneamente altri servizi
portuali, rallentando così i tempi di possibili manovre in caso di incidenti
nell'unico porto noto in Italia in cui le petroliere attraccano a pochi metri
dal centro abitato, e dove peraltro già in passato si verificarono casi di
incendio. I subentrati rischi per la sicurezza associati al contestato
ordinamento furono persino segnalati in una lettera a sottoscrizione popolare
indirizzata al sindaco Mitrano.
Altrettanti concittadini ricorderanno anche il caso del capitano Gianluigi Spinosa, al tempo Comandante del
rimorchiatore, persona che più di tutte si espose in prima persona nel
denunciare i rischi del provvedimento contestato. Con una tempistica che
tuttora desta forti sospetti, il Comandante fu nello stesso periodo licenziato una
prima volta dalla “Rimorchiatori Napoletani”, società che gestisce in
concessione il servizio di assistenza nel molo petroli, salvo poi essere
reintegrato sul posto di lavoro da una sentenza del Tribunale di Napoli che
giudicava la sanzione senza giusta causa e sproporzionata rispetto ai
fatti contestati, considerati compiuti peraltro nell’interesse del datore di
lavoro stesso. A quell’atto giudiziario seguì però nello stesso giorno un’ulteriore
contestazione al Comandante e poi subito un secondo licenziamento.
A distanza
di tempo, dopo la sospensione di altri tre
dipendenti - uno dopo per aver
testimoniato a favore del Comandante Spinosa e gli altri due per motivi
apparentemente futili e pretestuosi - arriva oggi il licenziamento di un altro teste a favore. Questa volta il
“colpevole” per aver detto la verità è Lorenzo Dimaccio il quale, durante
l'udienza presso il tribunale di Napoli relativa al licenziamento del Comandante,
a proposito dei fatti contestati all’imputato aveva dichiarato fosse
consuetudine da oltre venti anni per tutti i dipendenti, lui incluso,
provvedere durante i turni di lavoro ad acquistare materiali di vario genere
(pitture, prodotti per la detersione e altro) utilizzati a bordo dei
rimorchiatori . Questo comportamento comune a tutti i suoi colleghi sarebbe
stato ben noto alla società stessa e avallato dai responsabili locali
dell’azienda. Le sue dichiarazioni sono state persino favorevolmente confermate
da altri testi di tutto rispetto non dipendenti della società ma appartenenti
invece a forze dell'ordine e Marina militare. La società ha invece usato le
dichiarazioni del suo dipendente come motivazione per l'invio anche al suddetto
di una lettera di contestazione, ritenendo che con quelle dichiarazioni il
lavoratore si fosse auto accusato di allontanamento dal posto di lavoro. Al Dimaccio, onesto operatore di lunga data
nel settore marittimo che si è offerto di testimoniare di sua spontanea volontà
per amore della verità, sarebbe stato ora riservato quale strumento punitivo il
licenziamento per le sue affermazioni. A lui va tutta la nostra vicinanza e
tutto il sostegno possibile, così come è stato da parte nostra da subito anche per
Spinosa attraverso incontri con l’interessato, volantinaggi, comunicati, appelli
alle autorità.
Purtroppo ci
resta da constatare che la società “Rimorchiatore Napoletani” continua ancora in
quel che appare un accanimento
persecutorio nei confronti di chiunque dei suoi dipendenti tenti di
dimostrare la mancanza di reali e validi motivi per i due consecutivi licenziamenti
del Comandante Spinosa, così come ci saltò subito
all’occhio pure che i destinatari delle prime lettere di contestazione siano
stati cittadini gaetani tra l’altro attivi nel segnalare alla Capitaneria
di Porto e far conoscere ai propri concittadini i rischi per la sicurezza
legati alla già citata ordinanza della discordia. Possiamo affermare che
ad oggi nel porto di Gaeta è violato di fatto il buon senso delle regole sulla
sicurezza della navigazione e ancor più precisamente l'art.2 comma 3 del CCNL (Tabella d'armamento). Questo avviene con
l'avallo delle autorità competenti e purtroppo pure con l’inerzia ormai totale dei
sindacati interessati, che a parte un comunicato della UIL Trasporti e qualche
incontro senza risultato, nulla più
hanno fatto a difesa dei lavoratori. Gli standard di sicurezza per i quali il
comandante Spinosa ha iniziato la sua lotta restano quindi ancora non garantiti,
mentre la sua battaglia personale continua per vie legali.
Noi crediamo invece che la giustizia in casi come
questi non andrebbe cercata solo nelle aule dei tribunali.
A nulla per
ora è però valso il tentativo di sensibilizzare l'Amministrazione comunale che
sta invece tollerando sia questo comportamento "intimidatorio" nei
confronti di suoi cittadini lavoratori (ricordiamo tra l’altro che la società,
anche a seguito di questi fatti, ha ridotto sensibilmente gli impiegati locali
a favore di altri campani) sia la contestata pratica che mette a rischio la
sicurezza dell’intera città. Oggi ci appare quindi ancor più falsa la tardiva
solidarietà espressa dal sindaco Mitrano nei confronti del Comandante, arrivata
4 mesi dopo il suo licenziamento e senza spendere alcuna parola su i motivi e i
fatti denunciati dallo stesso, e al quale non è seguito poi da parte dell’Amministrazione
alcun atto di contrasto a queste deprecabili situazioni. I lavoratori così restano
abbandonati a se stessi da parte delle istituzioni locali, per non parlare poi
del permanere dei rischi letali che potrebbero derivare dall’incidente di una
petroliera nel mare della nostra città.
Noi crediamo invece che, per non divenire complici o
corresponsabili, i lavoratori vanno difesi quando hanno ragione e i disastri
ambientali a loro volta vanno prevenuti, e che a poco o nulla servono
manifestazioni e solidarietà a fatti
compiuti ed irreversibili.
E’ per
questo che oggi come Partito della Rifondazione Comunista di Gaeta chiediamo
con ancor più forza la revoca della
concessione alla società “Rimorchiatori Napoletani”, con tutela dei lavoratori
attualmente impiegati, e la revisione
dell’art.4 dell’Ordinanza n.75/2014 della Capitaneria di Porto. Inoltre, auspichiamo
come sempre l’allontanamento del pontile
petroli dall’area sensibile del Golfo e invochiamo ancora la costituzione
di una nuova Autorità Portuale locale
quale organo più prossimo agli interessi della città e democraticamente
controllabile dai suoi cittadini, visto pure che l’attuale authority nulla ha
fatto o deciso in tal senso.
Noi non siamo complici e neppure la città di Gaeta e i
suoi residenti devono in qualche modo continuare ad esserlo!
CIRCOLO PRC
“MARIANO MANDOLESI”
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