La malavita organizzata è un fenomeno perfettamente compatibile con
l’economia capitalista, che anzi ne esaspera alcuni aspetti
caratteristici quali la sopraffazione dell’uomo sull’uomo,
l’utilizzo della disperazione altrui, l’arricchimento quale
principale interesse e l’ostilità nei riguardi di regole e
vincoli. Inoltre in Italia le mafie hanno sempre avuto un preciso ed
importante ruolo nel garantire allo Stato, soprattutto nelle regioni
del Sud, il mantenimento dell’ordine sociale vigente in favore
delle classi dominanti e nel rappresentare una sorta di “polizia
segreta” contro i movimenti di lotta organizzati. Non è certo un
caso se da Portella della Ginestra alle bombe fasciste, passando dai
tentativi golpisti e dal sostegno elettorale ai raggruppamenti
politici antipopolari, il ruolo delle mafie sia sempre stato
determinante. Non è un caso neanche che i Comunisti siano da sempre
i principali nemici del crimine organizzato nel nostro paese e che
molti di loro abbiano pagato il prezzo più caro per il loro impegno.
E’ prevedibile infine che in un momento storico come quello
attuale, caratterizzato da un attacco crescente ai lavoratori e ai
loro diritti, dal prevalere assoluto del mercato su ogni altro
aspetto della vita associata o valore e dalla potenziale ripresa
delle lotte in varia forma, la malavita si rafforzi e divenga più
aggressiva anche e soprattutto qui da noi.
L’omicidio Piccolino sembra avere evidenziato in tutto il Basso
Lazio questo rischio. Non è nostra intenzione improvvisarci
detective e non sappiamo se in realtà la pista camorristica verrà
rafforzata o smentita dalle indagini in corso. E’ in ogni caso
evidente come l’accaduto rappresenti un segnale gravissimo e
purtroppo non isolato di imbarbarimento e di violenza all’interno
del nostro territorio. Qualunque sia stato il movente di
quest’assassinio una cosa è certa: La malavita esiste ed’è
radicata nel sud pontino da decenni. Il vero scandalo di quanto
accaduto è che la classe politica locale si mostri in gran parte
consapevole solo adesso del fenomeno e nel farlo non manifesti alcuna
vergogna. L’altro aspetto inaccettabile è che ci si limiti
diffusamente alla vuota ed ipocrita retorica senza intraprendere
alcuna iniziativa concreta per contrastare gli interessi criminali.
E’ il caso del Sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano che rilascia
dichiarazioni pubbliche contro la Camorra, ha sfilato con i
“colleghi” alla fiaccolata tenutasi a Formia e si dice molto
preoccupato ma negli ultimi 3 anni non ha risposto ad alcuno dei
nostri appelli su di un tema così importante. Il fatto è
particolarmente grave in una città che mostra di essere nell’occhio
del ciclone. Da quanto risulta e non è mai stato smentito operano
attualmente indisturbate a Gaeta ben 2 grandi Società colpite da
interdittiva antimafia e almeno un’altra, malgrado fosse stata
raggiunta dallo stesso provvedimento, ha ricevuto in passato dal
Comune l’affidamento temporaneo per un importante servizio. Varie e
autorevoli fonti investigative riconoscono ormai da tempo la presenza
di numerosi Clan all’interno della città.
Ben consapevoli dei rischi crescenti chiedemmo già in occasione
dell’ultima campagna del 2012 e abbiamo continuato a rivendicare
provvedimenti come l’istituzione di un’Azienda Speciale pubblica
anche per sottrarre i servizi ai capitali della malavita e la
riduzione delle gare d’appalto al ribasso che favoriscono la
criminalità. Per primi e a lungo isolati ci facemmo portavoce della
proposta dell’Associazione antimafia “Antonio Caponnetto” di
istituire un Osservatorio comunale contro le mafie comprendente
Magistrati, Forze dell’ordine provinciali e Associazioni antimafia
che collaborasse a stretto contatto con la DIA, oltre a chiedere che
venisse istituito con modalità simili un organo di controllo sul
Porto, particolarmente sensibile come confermato dalle vicende
successive.
Nessuna risposta è mai arrivata da questa Giunta che anzi continua
ad intraprendere imperterrita politiche che nei fatti favoriscono il
rafforzamento della malavita quali la privatizzazione continua di
servizi e beni comuni, il Project Financing, l’investimento
sconsiderato di milioni di Euro dei cittadini in lavori di arredo
urbano e viabilità dalla dubbia valenza e che normalmente non hanno
alcuna ricaduta positiva sull’economia e sull’occupazione locale.
Non manca una gestione spesso poco trasparente e oculata di appalti,
affidamenti e concessioni a partire dalla pratica diffusa di separare
in modo a volte sospetto voci di spesa collegate e che potrebbero
essere accorpate imponendo di sottostare a norme ben più
restrittive. A ciò si aggiunga il fatto che l’impegno di
quest’Amministrazione per scongiurare la chiusura del Tribunale e
la perdita della Tenenza dei Carabinieri, importanti avamposti dello
Stato sul territorio, non ci è parso assolutamente adeguato al di là
dei soliti slogan.
Nel frattempo lo stesso Sindaco, dopo aver rassicurato la popolazione
del fatto che Gaeta sarebbe a suo avviso una tra le città più
sicure della provincia, ha incontrato ufficialmente e ricevuto i
complimenti amorevoli dell’estrema destra fascistoide e dei
leghisti a sostegno di Salvini che hanno annunciato grande sintonia
su di un improbabile quanto ridicolo progetto “Golfo Sicuro”.
Sarebbe bene che il Sindaco Mitrano comprendesse finalmente che la
lotta alla criminalità organizzata è una cosa seria che non si
compie con i proclami, le sfilate, i convegni e la demagogia ma con
atti amministrativi e pratiche concrete quanto quotidiane.
Circolo PRC “MARIANO MANDOLESI”
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