"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

venerdì 27 febbraio 2015

Blitz dell'Unione Sindacale di Base alla sede dell'ASL Latina, presente anche il Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta.

Sindacati di Base, Comitati di Lotta, esponenti del Partito della Rifondazione Comunista della federazione di Latina e la senatrice del gruppo misto Simeoni il 26 febbraio scorso sono entrati forzando il blocco della vigilanza privata nella sede centrale dell'ASL Latina per manifestare il proprio dissenso contro i tagli e lo smantellamento della sanità pubblica pontina, arrivando sino dinanzi l'ufficio del direttore generale Michele Caporossi. Anche noi gaetani siamo stati rappresentati grazie ad una delegazione del Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta, e ci è parso incredibile trovarci davanti insieme a Caporossi che subito si è dileguato per presunti imminenti impegni nella capitale, l'ex consigliere comunale nonché candidato a sindaco Salvatore Di Maggio, che da dirigente dell'ASL ha evidentemente fatto finta di non riconoscerci al contrario di come si comporta solitamente quando lo si incontra in periodo pre elettorale per le strade della nostra città. Il gruppo composto da oltre 30 manifestanti ha poi nominato una delegazione che è stata ricevuta dal Direttore Sanitario Cordoni.
Con tecnicismi e dichiarazioni di impotenza e sudditanza nei confronti dell'amministrazione regionale Cordoni si è difeso davanti alla richiesta della delegazione di un inversione di marcia rispetto al recente Piano ASL bocciato dalla Regione, e quindi l'assunzione in primis di nuovo personale e la regolarizzazione di quello in forza, per ovviare ai disagi verificatisi negli ultimi anni in vertiginoso aumento dall'inizio del 2015 legati soprattutto al mal funzionamento del pronto soccorso del Goretti che risente come da noi più volte previsto dello smantellamento dei presidi ospedalieri limitrofi, e che mette in serio pericolo la vita dei pazienti e dei lavoratori stessi. Altrettanti disagi legati alla struttura non adatta a sostenere un tale afflusso di degenti si stanno verificando al Dono Svizzero di Formia, dove di pochi giorni fa è la notizia di una donna infartuata che ha dovuto aspettare ben sei ore che aprisse il reparto di cardiologia, che secondo la nuova idea di sanità pubblica gradita ai nostri amministratori, deve funzionare solo in ristrette fasce orarie della giornata.
Il Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta quindi continua la battaglia per la difesa della sanità pubblica per fermare lo smantellamento in corso dell'Ospedale di Liegro, testimoniato di recente dalle vergognose trasferte dei malati oncologici a Formia e dalla chiusura anche della chirurgia ambulatoriale. Si chiederà pertanto il rilancio della struttura ospedaliera cittadina e di fermarne la trasformazione in mera struttura ambulatoriale detta 'Casa della Salute', prevista dal Piano", organizzandoci per un blitz alla regione Lazio dove mettere con le spalle al muro questa volta Zingaretti e la sua giunta.


Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta

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