Sindacati
di Base, Comitati di Lotta, esponenti del Partito della Rifondazione
Comunista della federazione di Latina e la senatrice del gruppo misto
Simeoni il 26 febbraio scorso sono entrati forzando il blocco della
vigilanza privata nella sede centrale dell'ASL Latina per manifestare
il proprio dissenso contro i tagli e lo smantellamento della sanità
pubblica pontina, arrivando sino dinanzi l'ufficio del direttore
generale Michele Caporossi. Anche noi gaetani siamo stati
rappresentati grazie ad una delegazione del Consiglio Popolare
Ospedale di Gaeta, e ci è parso incredibile trovarci davanti insieme
a Caporossi che subito si è dileguato per presunti imminenti impegni
nella capitale, l'ex consigliere comunale nonché candidato a sindaco
Salvatore Di Maggio, che da dirigente dell'ASL ha evidentemente fatto
finta di non riconoscerci al contrario di come si comporta
solitamente quando lo si incontra in periodo pre elettorale per le
strade della nostra città. Il gruppo composto da oltre 30
manifestanti ha poi nominato una delegazione che è stata ricevuta
dal Direttore Sanitario Cordoni.
Con
tecnicismi e dichiarazioni di impotenza e sudditanza nei confronti
dell'amministrazione regionale Cordoni si è difeso davanti alla
richiesta della delegazione di un inversione di marcia rispetto al
recente Piano ASL bocciato dalla Regione, e quindi l'assunzione in
primis di nuovo personale e la regolarizzazione di quello in forza,
per ovviare ai disagi verificatisi negli ultimi anni in vertiginoso
aumento dall'inizio del 2015 legati soprattutto al mal funzionamento
del pronto soccorso del Goretti che risente come da noi più volte
previsto dello smantellamento dei presidi ospedalieri limitrofi, e
che mette in serio pericolo la vita dei pazienti e dei lavoratori
stessi. Altrettanti disagi legati alla struttura non adatta a
sostenere un tale afflusso di degenti si stanno verificando al Dono
Svizzero di Formia, dove di pochi giorni fa è la notizia di una
donna infartuata che ha dovuto aspettare ben sei ore che aprisse il
reparto di cardiologia, che secondo la nuova idea di sanità pubblica
gradita ai nostri amministratori, deve funzionare solo in ristrette
fasce orarie della giornata.
Il
Consiglio Popolare Ospedale di Gaeta quindi continua la battaglia per
la difesa della sanità pubblica
per
fermare lo smantellamento in corso dell'Ospedale di Liegro,
testimoniato di recente dalle vergognose trasferte dei malati
oncologici a Formia e dalla chiusura anche della chirurgia
ambulatoriale. Si chiederà pertanto il rilancio della struttura
ospedaliera cittadina e di fermarne la trasformazione in mera
struttura ambulatoriale detta 'Casa della Salute',
prevista
dal Piano",
organizzandoci
per un blitz alla regione Lazio dove mettere con le spalle al muro
questa volta Zingaretti e la sua giunta.
Consiglio
Popolare Ospedale di Gaeta






