"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

domenica 25 gennaio 2015

Il PRC sulla vertenza Italcraft: Rispetto degli accordi o revoca della concessione

La vicenda dello stabilimento Italcraft di Gaeta prosegue purtroppo seguendo un copione già noto. Come nel caso di numerose altre vertenze i lavoratori sono stati lasciati in balia di speculazioni e pescecani di turno proprio allo scadere degli ammortizzatori sociali. La tutela del lavoro, di una tradizione cantieristica d’eccellenza e di un settore strategico per la nostra città sono stati sommersi ancora una volta dal ricatto padronale del “poco o niente”, che come al solito non garantisce neanche quanto promesso. Le istituzioni e il mondo della politica come di consueto risultano del tutto assenti o intervengono in maniera assolutamente inappropriata. In mancanza di un vero e proprio Piano Industriale, mai prodotto, incombono mille dubbi circa il futuro dell’area occupata dallo Stabilimento e di tutto il comprensorio. Ciò anche alla luce di disegni importanti quanto in gran parte misteriosi come il famigerato “Progetto Cesena”.
 
In un quadro del genere in molti avrebbero voluto mettere le mani sull’area dell’Italcraft pur senza essere realmente interessati a riprendere la produzione. Ancor più pressanti dovevano essere le garanzie richieste e ancor maggiore la diffidenza. Tardivo e di facciata è apparso invece l’intervento dell’ Amministrazione comunale e del Sindaco che non hanno saputo o voluto giocare un ruolo da protagonisti, ben più presi evidentemente da altre priorità che purtroppo conosciamo bene. Il Partito della Rifondazione Comunista si trovò praticamente solo al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici impegnati nella dura lotta intrapresa dopo il fallimento della Società. Sopraggiunta la nuova Proprietà che trattò con il Curatore Fallimentare esprimemmo fin da subito le nostre perplessità. Non ci risulta che il Sig. Bocchi abbia mai prodotto imbarcazioni. Le clausole sancite dall’accordo capestro stipulato con l’Autorità Portuale di Civitavecchia per il rilascio della nuova concessione non lasciavano presagire che egli intendesse iniziare a farlo. Il previsto reintegro di soli 16 lavoratori su 48 entro il 2014, in presenza di scarse o nulle garanzie per tutti gli altri e la mancanza di criteri chiari nella scelta dei primi reintegrati, non lasciavano presagire nulla di buono. Il fatto che persino questi accordi minimi siano stati completamente disattesi la dice lunga sulla lungimiranza dei nostri timori. Anche la mancata ristrutturazione di vasche e tratto di mare per scalo e alaggio assieme ad uno dei due capannoni conduce purtroppo a conclusioni simili. In assenza di tempi certi per questi interventi previsti dall’accordo i pochi lavoratori occupati in piccoli lavori di rimessaggio e manutenzione operano in condizioni di grave pericolo. A tutto ciò si aggiunga la superbia e la scarsissima disponibilità al confronto con la quale la nuova Proprietà si è fin da subito rapportata a lavoratori e parti sociali.
 
Ci appare molto strana la presenza estremamente discreta dell’Autorità Portuale nel verificare il rispetto di accordi e condizioni lavorative, cozzando con la notevole solerzia e lo zelo perseguiti nell’imporre il rigoroso rispetto delle regole al precedente acquirente Sig. Fabrizio Perrozzi. Fin dall’inclusione di Gaeta sotto la giurisdizione dell’Autorità Portuale di Civitavecchia il PRC non ha mai fatto mistero della propria diffidenza nei riguardi di quest’Ente così estraneo al nostro territorio e alle sue problematiche, che sembra rispondere a ben altri equilibri politici intangibili e centri di comando ben distanti dalla nostra città. Lo stesso Ente oggetto di un interrogazione parlamentare che ipotizza gravi irregolarità nelle assunzioni e nel trattamento economico spropositato di numerosi dipendenti, rischiando addirittura il commissariamento. Altrettanto singolare risulta la condotta del Consorzio Industriale, intervenuto costantemente nella precedente trattativa sindacale con Perrozzi e ora completamente assente rispetto alle scelte della nuova proprietà. Riteniamo che sia comunque doveroso fugare ogni dubbio o accusa di connivenze mostrando una maggiore attenzione alla vertenza Italcraft e pretendendo dai nuovi proprietari un immediato e scrupoloso rispetto degli accordi precedenti. In occasione del nuovo tavolo previsto nel mese di febbraio pensiamo che vadano salvaguardate almeno tali condizioni minime. Sarebbe anzi doveroso che alla luce di quanto accaduto si riprendesse subito il confronto per garantire il reintegro delle restanti maestranze e la ripresa della produzione con tempi e modalità certi e precisi. In caso contrario è evidente che i lavoratori e la città non avrebbero niente da perdere dalla fine questa esperienza iniziata malissimo. Se gli attuali proprietari non rispetteranno gli accordi riteniamo quindi doveroso che l’Autorità Portuale intervenga con l’immediata revoca della Concessione. Le istituzioni non possono consentire che si giochi con la vita di decine di lavoratori e con il futuro di Gaeta.
 
 
Circolo PRC “Mariano Mandolesi”   
 

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