Grazie alla nutrita
manifestazione svoltasi il 9 Maggio il Comitato degli Inquilini per il Diritto
alla Casa ha ottenuto un incontro ufficiale con l’Amministrazione lunedì 13
alle 17:00, presso l’aula consiliare di Gaeta. La riunione è stata concessa
dall’assessore Leccese a seguito delle dure contestazioni dei manifestanti,
dopo l’atteggiamento di chiusura mostrato all’inizio del colloquio informale
tenutosi in piazza. In occasione dell'incontro la delegazione del Comitato
rivendicherà una sistemazione urgente per gli inquilini sotto sfratto di
Palazzo Tosti, un nuovo piano di edilizia residenziale pubblica, l'istituzione
dell'affitto concordato, la possibilità di requisire le seconde case sfitte,
l'istituzione di un fondo per la casa, la ristrutturazione degli alloggi
popolari esistenti e la lotta al mercato degli affitti in nero. Ciò che sdegna
tuttavia è che, malgrado l'appello pubblico lanciato da tempo, Rifondazione
Comunista, i Giovani Comunisti e il Fronte della Gioventù Comunista, siano
state le uniche organizzazioni ad aderire ufficialmente al presidio. Nessuna
delle altre forze di opposizione presenti dentro e fuori il Consiglio Comunale
ha ritenuto di sostenere pubblicamente la piattaforma della manifestazione. Ciò
sorprende in una città in cui il problema abitativo rappresenta uno dei drammi
più sentiti, tra le cause principali del continuo decremento demografico in
atto. Tale atteggiamento purtroppo è coerente con la condotta dei consiglieri
di opposizione che si sono disinteressati quasi del tutto della questione
abitativa e delle sorti dei 13 concittadini sotto sfratto. La stessa condotta
mostrata in occasione dell'assemblea che diede vita al “Comitato Spontaneo di
Lotta Contro Acqualatina” che disertarono, delle mobilitazioni a sostegno degli
operai di Pozzi Ginori e Italcraft, riguardo al problema del lavoro in
generale, alla carenza di servizi pubblici accessibili e alla tutela dei beni
comuni. Tali questioni, sollevate in parte solo in campagna elettorale, hanno
lasciato subito il posto ad un'opposizione di facciata troppo spesso docile e
collaborativa, fatta di voti unanimi e accordi sotto banco, ma soprattutto poco
attenta agli interessi delle fasce sociali più deboli. Il quadro locale
rispecchia quanto avviene in modo più esplicito a livello nazionale, con il
governo Letta sostenuto dal PD e dai montiani a fianco di Berlusconi e del PDL.
A Gaeta il Centrosinistra mostra ancora una volta la propria connivenza con le
politiche antisociali e la sua inadeguatezza a difendere gli interessi delle
fasce più colpite dalla crisi. Qui come altrove la sola speranza di riscatto è
nella costituzione di un nuovo fronte che offra l'unica vera alternativa agli
interessi della rendita, delle banche e dei padroni, rompendo i disegni del
partito unico dominante. Anche a Gaeta Rifondazione Comunista intende giocare
un ruolo centrale in questa aggregazione.
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