Gaeta: Questa
campagna elettorale si profila di uno spessore ancor più basso rispetto
alle passate, per quanto in continuità con i mali cronici della
politica gaetana. Difficile rinvenire tracce di un programma limpido e
concreto per questa città, cosa ancor più grave visto il carattere
epocale della crisi che l'attraversa. Si assiste invece a una maggiore
frammentazione di liste che rispecchiano personalismi e claque solite,
oltre che lo sfruttamento della disperazione. Accordi che celano
accozzaglie predatorie. Tutte conferme del livello di isolato
provincialismo raggiunto da Gaeta. In un clima del genere, terreno più
che altro di sottoculture, il PRC Gaeta assume una ancor maggiore forza
di autentica alternativa politica in grado di raccogliere le componenti
più sane della città. A dimostrazione di questo, vogliamo rompere un
muro di silenzi attorno a quello che doveva invece essere da tempo un
tema centrale per il futuro di Gaeta, ossia la lotta alle criminalità
organizzate. Là dove si avvertivano tutt'al più timidi sussurri, noi
vogliamo invece gridare che camorra e mafie a Gaeta ci sono e vanno
combattute prima che vincano definitivamente distruggendo il nostro
tessuto sociale. Oltre alle già accertate presenze affaristiche e
immobiliari, siamo infatti prossimi ad interventi e rinnovi in settori
che sono dei classici piatti ricchi per queste organizzazioni, quali la
portualità o i rifiuti ad esempio. Non è più tempo di esitazioni e
ignavia da parte degli amministratori di questa città, l'immobilismo
tipico delle classi dirigenti di questi ultimi decenni non è più
accettabile. D'altronde questi personaggi politici tuttora rispecchiano
bene i loro stessi supporters forti di riferimento, quei soggetti che
hanno determinato situazioni di rendite economiche e squilibri sociali
che più invitano a nozze le mafie. Noi comunisti di Gaeta siamo invece
composti da quella parte della cittadinanza che più continuerà a subire i
danni di queste inettitudini, ossia lavoratori dipendenti, precari,
disoccupati, giovani studenti, ecc. Ancora una volta è la nostra
coscienza di classe che non ci permette di restare in silenzio. Abbiamo
invece la necessità di trasformarci con l'impegno nella punta avanzata
di una lotta politica alla criminalità organizzata in città,
sottolineando quanto le mafie più pericolose siano quelle tipicamente
borghesi in doppiopetto e i loro referenti politici. Non abbiamo in
questo momento bisogno di pantofolai che si mettono la coscienza apposto
unicamente leggendo "Gomorra", e neppure del ancor più grave fenomeno
di chi minimizza o nega il rischio della presenza delle mafie sul nostro
territorio. Abbiamo invece bisogno di atti concreti, oltre che di
significative risposte culturali.
In tal senso il Partito della Rifondazione Comunista
di Gaeta richiede l'istituzione di un Osservatorio Permanente in
Consiglio Comunale per monitorare infiltrazioni mafiose nel tessuto
socio-economico cittadino. E' fondamentale che tale commissione operi
per quanto possibile in coordinamento con forze di polizia oltre che con
l'Autorità Portuale. Nel nostro programma proponiamo pure la riduzione
al minimo delle gare di appalto pubbliche a ribasso, per limitare le
possibilità di ingresso di capitali malavitosi. Reputiamo inoltre
importante intraprendere iniziative che diano anche una risposta
simbolica e di sensibilizzazione collettiva sul gravissimo tema.
Vogliamo che a Gaeta sia indetta una Giornata contro le Mafie e che
nelle scuole cittadine la lotta alle mafie sia materia di studio e di
educazione civica. Progetti di questo genere sono importanti per
contrastare la colpevole rimozione del problema finora condotta oltre
che l'assuefazione a comportamenti che favoriscono l'infiltrazione della
mala. E rappresentano solo l'inizio di impegni continui da mantenere
nel tempo. A tal proposito Benny Crocco, candidato a sindaco del PRC di
Gaeta, afferma: "sto rilevando in città una remissività e una
accondiscendenza alle sirene del clientelismo che quanto a gravità vanno
oltre le già rovinose abitudini gaetane. Sento passare un messaggio
pericolosissimo. In molti reputano che nello scatafascio generale sia
più opportuno vendersi al miglior offerente a prescindere dal suo
lindore e le sue relazioni pericolose con l'illegalità. Io voglio invece
che si capisca che questi corruttori non hanno più niente da offrire se
non altro malessere sociale. Le loro promesse sono bugie tremende che
non potranno mantenere. Se giustamente Peppino Impastato gridò che la
Mafia è una montagna di merda, noi ora dobbiamo inveire anche contro
quei mosconi che fanno affari su questo impero di sterco!". Ovunque le
mafie si impossessano della realtà, anche quando sembrano apportare una
iniziale ricchezza, dopo lasciano solo un irreversibile deserto.
Intanto, al fine di dare da subito anche qui un segnale di discontinuità
con il passato della nostra classe politica, Rifondazione Comunista
invita tutte le forze politiche a sottoscrivere il "Codice di
autoregolamentazione" per le candidature approvato dalla Commissione
Parlamentare antimafia.
"Codice di autoregolamentazione" per le candidature
approvato dalla Commissione Parlamentare antimafia
Questo "codice di autoregolamentazione" è stato approvato nella scorsa legislatura dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 3 aprile 2007 (trasmessa alle presidenze delle Camere il 3 aprile 2007).
ARTICOLO 1
1. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano a non presentare come candidati alle elezioni dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, ovvero sia stata emessa misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione, ovvero che si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive, ovvero che siano stati condannati con sentenza anche non definitiva, allorquando le predette condizioni siano relative a uno dei seguenti delitti:
a) delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale;
b) estorsione (articolo 629 del codice penale), usura (articolo 644 del codice penale);
c) riciclaggio e impiego di danaro di provenienza illecita (articolo 648-bis e articolo 648-ter c.p.);
d) trasferimento fraudolento di valori (articolo 12-quinquies della legge 7 agosto 1992, n.356);
e) omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte delle persone sottoposte ad una misura di prevenzione disposta ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, nonché da parte dei condannati con sentenza definitiva per il delitto previsto dall'articolo 416-bis del codice penale (articolo 31 della legge 13 settembre 1982, n. 646);
f) attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).
2. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano, altresì, a non presentare come candidati alle elezioni di cui al comma 1 coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, ricorra una delle seguenti condizioni:
a) a) sia stata disposta l'applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575;
b) b) siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ovvero della legge 31 maggio 1965, n. 575, così come successivamente modificate e integrate;
c) c) siano stati rimossi, sospesi o dichiarati decaduti ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
ARTICOLO 2
1. Il presente codice di autoregolamentazione si applica anche alle nomine di competenza del sindaco e del presidente della Provincia.
approvato dalla Commissione Parlamentare antimafia
Questo "codice di autoregolamentazione" è stato approvato nella scorsa legislatura dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 3 aprile 2007 (trasmessa alle presidenze delle Camere il 3 aprile 2007).
ARTICOLO 1
1. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano a non presentare come candidati alle elezioni dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, ovvero sia stata emessa misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione, ovvero che si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive, ovvero che siano stati condannati con sentenza anche non definitiva, allorquando le predette condizioni siano relative a uno dei seguenti delitti:
a) delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale;
b) estorsione (articolo 629 del codice penale), usura (articolo 644 del codice penale);
c) riciclaggio e impiego di danaro di provenienza illecita (articolo 648-bis e articolo 648-ter c.p.);
d) trasferimento fraudolento di valori (articolo 12-quinquies della legge 7 agosto 1992, n.356);
e) omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte delle persone sottoposte ad una misura di prevenzione disposta ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, nonché da parte dei condannati con sentenza definitiva per il delitto previsto dall'articolo 416-bis del codice penale (articolo 31 della legge 13 settembre 1982, n. 646);
f) attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).
2. I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano, altresì, a non presentare come candidati alle elezioni di cui al comma 1 coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, ricorra una delle seguenti condizioni:
a) a) sia stata disposta l'applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575;
b) b) siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ovvero della legge 31 maggio 1965, n. 575, così come successivamente modificate e integrate;
c) c) siano stati rimossi, sospesi o dichiarati decaduti ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
ARTICOLO 2
1. Il presente codice di autoregolamentazione si applica anche alle nomine di competenza del sindaco e del presidente della Provincia.
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