I militanti del circolo di Rifondazione Comunista
“Mariano Mandolesi” di Gaeta saranno in piazza per promuovere il “Piano per il
Lavoro” elaborato dal PRC. Venerdì 7 Marzo organizzano un banchetto informativo
su Corso Cavour dalle ore 18 alle 20. La proposta di legge su iniziativa
popolare intende approdare nelle aule del Parlamento per costringere chi si
occupa di tutt’altro a parlare di disoccupazione, diminuzione dell’orario
lavorativo, condizioni salariali, riconversione industriale a sostegno
dell’ecologia ed esprimersi in merito di fronte al paese. Proposta quanto mai
importante in un momento in cui i diktat dell’Europa e delle banche, supportati
dai governi di larghe intese e a livello locale dalla destra di Mitrano, sembrano
l’unica bussola cui solo la candidatura di Alexis Tsipras alle prossime europee
può costituire un argine politico concreto. Per questo il PRC invita tutti i
cittadini a recarsi quanto prima presso l’ufficio elettorale del comune di
Gaeta a sottoscrivere con firma autenticata la campagna, visto che si avvicina
lo scadere per la consegna dei moduli. Un obiettivo concreto che insieme
possiamo raggiungere. Il Piano per il Lavoro vuole creare almeno un milione e
mezzo di posti di lavoro in tre anni, iniziando a dare una risposta ai 3milioni
e 140 mila disoccupati, ai tre milioni di persone che un lavoro lo vorrebbero
ma non lo cercano perché pensano che sia impossibile trovarlo, ai 520mila
lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione a zero ore e vuole farlo
redistribuendo la ricchezza anche attraverso la tassazione dei grandi
patrimoni. Pone il tema strategico della riduzione dell’orario di lavoro
settimanale e nell’arco della vita, perseguendo l’obiettivo delle 32 ore
settimanali e della radicale rimessa in discussione della controriforma delle
pensioni. Propone il salario orario minimo da definirsi sulla base dei minimi
contrattuali per tutte le prestazioni lavorative, lavoro parasubordinato e
stage compresi, perché ad uguale lavoro tornino a corrispondere uguali diritti
e retribuzione, e istituisce il reddito minimo per chi un lavoro non ce l’ha,
universalizzando garanzie e tutele in caso di disoccupazione. Rappresenta una proposta
di nuovo intervento pubblico, per ricostruire una capacità di programmazione
democratica dell’economia, dal credito alle politiche industriali, dalla
conoscenza al welfare. Vuole essere un progetto di modello di sviluppo
alternativo, per una riconversione ecologica e solidale dell’economia, capace
di rispondere non solo alla crisi economica e sociale, ma a quella climatica e
ambientale, dandosi gli obiettivi della riqualificazione e riconversione delle
produzioni, della salvaguardia del territorio e della natura, dell’economia
della conoscenza, della cura delle persone. Si può fare? Si può fare con un
intervento che reperisca le risorse da chi si è arricchito in questi anni a
scapito della maggioranza della popolazione: con una patrimoniale che colpisca
la scandalosa concentrazione di ricchezza esistente in un paese in cui l’1%
delle famiglie possiede lo stesso patrimonio del 60% meno abbiente,
ripristinando una progressività reale del fisco, contrastando la grande
evasione fiscale, tagliando le spese per la guerra e quelle per le grandi opere
inutili. Si può fare, dicendo no al Fiscal Compact e alle politiche che stanno
aggravando la crisi, distruggendo la società e la democrazia in Italia ed in
Europa.
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