"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

giovedì 6 marzo 2014

Il PRC Gaeta in piazza a sostegno del Piano per il lavoro e di Tsipras.

I militanti del circolo di Rifondazione Comunista “Mariano Mandolesi” di Gaeta saranno in piazza per promuovere il “Piano per il Lavoro” elaborato dal PRC. Venerdì 7 Marzo organizzano un banchetto informativo su Corso Cavour dalle ore 18 alle 20. La proposta di legge su iniziativa popolare intende approdare nelle aule del Parlamento per costringere chi si occupa di tutt’altro a parlare di disoccupazione, diminuzione dell’orario lavorativo, condizioni salariali, riconversione industriale a sostegno dell’ecologia ed esprimersi in merito di fronte al paese. Proposta quanto mai importante in un momento in cui i diktat dell’Europa e delle banche, supportati dai governi di larghe intese e a livello locale dalla destra di Mitrano, sembrano l’unica bussola cui solo la candidatura di Alexis Tsipras alle prossime europee può costituire un argine politico concreto. Per questo il PRC invita tutti i cittadini a recarsi quanto prima presso l’ufficio elettorale del comune di Gaeta a sottoscrivere con firma autenticata la campagna, visto che si avvicina lo scadere per la consegna dei moduli. Un obiettivo concreto che insieme possiamo raggiungere. Il Piano per il Lavoro vuole creare almeno un milione e mezzo di posti di lavoro in tre anni, iniziando a dare una risposta ai 3milioni e 140 mila disoccupati, ai tre milioni di persone che un lavoro lo vorrebbero ma non lo cercano perché pensano che sia impossibile trovarlo, ai 520mila lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione a zero ore e vuole farlo redistribuendo la ricchezza anche attraverso la tassazione dei grandi patrimoni. Pone il tema strategico della riduzione dell’orario di lavoro settimanale e nell’arco della vita, perseguendo l’obiettivo delle 32 ore settimanali e della radicale rimessa in discussione della controriforma delle pensioni. Propone il salario orario minimo da definirsi sulla base dei minimi contrattuali per tutte le prestazioni lavorative, lavoro parasubordinato e stage compresi, perché ad uguale lavoro tornino a corrispondere uguali diritti e retribuzione, e istituisce il reddito minimo per chi un lavoro non ce l’ha, universalizzando garanzie e tutele in caso di disoccupazione. Rappresenta una proposta di nuovo intervento pubblico, per ricostruire una capacità di programmazione democratica dell’economia, dal credito alle politiche industriali, dalla conoscenza al welfare. Vuole essere un progetto di modello di sviluppo alternativo, per una riconversione ecologica e solidale dell’economia, capace di rispondere non solo alla crisi economica e sociale, ma a quella climatica e ambientale, dandosi gli obiettivi della riqualificazione e riconversione delle produzioni, della salvaguardia del territorio e della natura, dell’economia della conoscenza, della cura delle persone. Si può fare? Si può fare con un intervento che reperisca le risorse da chi si è arricchito in questi anni a scapito della maggioranza della popolazione: con una patrimoniale che colpisca la scandalosa concentrazione di ricchezza esistente in un paese in cui l’1% delle famiglie possiede lo stesso patrimonio del 60% meno abbiente, ripristinando una progressività reale del fisco, contrastando la grande evasione fiscale, tagliando le spese per la guerra e quelle per le grandi opere inutili. Si può fare, dicendo no al Fiscal Compact e alle politiche che stanno aggravando la crisi, distruggendo la società e la democrazia in Italia ed in Europa.

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