I lavoratori del cantiere hanno avuto il continuo
sostegno di Rifondazione, ora attiva pure per creare un Coordinamento fra le
fabbriche del Golfo
La
protesta dei lavoratori Italcraft, che ha interrotto ad intermittenza la strada
della Flacca, più che una risposta a certi silenzi e messinscene delle
istituzioni è piuttosto l'affermazione del sacrosanto ruolo e diritto a
difendere i posti di lavoro di ognuno di loro. Dobbiamo purtroppo segnalare che
il Circolo PRC "Mariano Mandolesi", che fin dalla sua giovane costituzione
è in rapporto diretto con le lotte delle fabbriche di Gaeta, aveva previsto
molto di quello che sarebbe loro successo. E' infatti da tempo nostra
convinzione che i progetti futuri per l'intero distretto produttivo del Porto
di Gaeta, opportunamente occultati, siano ben altri rispetto a quelli di difesa
delle realtà industriali esistenti. Crediamo invece che siano in diversi nelle
istituzioni a sapere e sostenere la graduale e totale dismissione di tutte le
fabbriche di questo tratto del Golfo. Esistono di certo intenzioni concrete di
speculazioni future sui terreni soggetti a concessione, progetti neppure troppo velati – si pensi ad
esempio al “fantomatico” Progetto Cesena - che oltre alla chiusura della
fabbriche non prevedono in alcun modo la tutela degli attuali livelli occupazionali,
ma piuttosto bramano la creazione nel
tempo di nuove attività legate allo sviluppo turistico e produttivo del porto.
D'altronde a quale avventuriero, finanziere o riciclatore di denaro sporco non
farebbe gola acquisire a buon prezzo queste aree in dismissione? E' in questo
senso che denunciamo la totale latitanza delle istituzioni, in particolare
dell'Amministrazione comunale. Non
abbiamo sentito infatti sostenere con forza dal sindaco Mitrano quel che ora
più conta politicamente ovvero che, qualsiasi attività e proprietà subentrino
nell'area dell'Italcraft, sarà suo impegno fondamentale far di tutto affinché
la concessione futura sia legata alla conservazione del lavoro degli eccellenti
professionisti attualmente impiegati, pena
il blocco di ogni attività subentrante. Abbiamo ascoltato invece di ridicole
proposte di "elemosina". Insomma, allo stato attuale abbiamo
assistito a delle istituzioni quantomeno inette, per non pensare a peggio. Noi
di Rifondazione Comunista di Gaeta invece non abbiamo esitato un solo istante
ad unirci fisicamente e numerosi alla lotta dei lavoratori, unici nella nostra
presenza costante durante le proteste e i presidi interni della fabbrica e nel
continuo sostegno pure in momenti decisivi per le scelte prese. Per questo li
ringraziamo per la fiducia concessa e solidarizziamo ora pienamente con la loro
occupazione del cantiere. La scelta presa in questo momento era l'unica possibile
per non finire definitivamente in strada e avere ancora un potere contrattuale
con curatori fallimentari ed eventuali acquirenti con i quali studiare nuovi
piani di rilancio. In tal senso
invitiamo ora i lavoratori a costituire un Comitato di Fabbrica e stilare una
loro piattaforma di richieste da presentare a qualsiasi controparte. Ci preme
ora far sentire che non sono soli e che pure in Italia esistono tante realtà
che hanno risposto con successo nel loro stesso modo alla crisi. Basti pensare
anche a quelle più vicine come l'ex Evotape di Castelforte o i Cantieri Navali
Megaride di Napoli, avviate cooperative nate da occupazioni di fabbriche fallite.
Il PRC di Gaeta, come parte politica attiva del movimento nazionale di
Lavoratori Autoconvocati del quale queste due cooperative sono delle punte avanzate, si mette a piena disposizione per organizzare
al più presto un incontro dell'Italcraft con rappresentanti di queste realtà
autogestite . Il confronto con chi ha già affrontato determinate difficoltà non
può che essere utile, anche per estendere la rete di solidarietà che già esiste
fra questo tipo di fabbriche. Il nostro Circolo inoltre coglie l'occasione per
rinnovare la nostra proposta politica per un Coordinamento dei Lavoratori in
Lotta delle varie fabbriche gaetane, idea estendibile a tutto il Golfo. Eravamo
già attivi in tal senso e ora vediamo che i tempi, seppur tardivi, sono
comunque finalmente maturi affinché questa forza di lotta si costituisca. Già
durante la protesta di questi giorni abbiamo
con piacere finalmente visto la partecipazione pure di operai della Pozzi
Ginori. Lanciamo quindi con forza l'appello a tutti i lavoratori, sindacalisti
e RSU di Gaeta affinché si stringano i contatti per costituire al più presto
questo Coordinamento. I cittadini tutti devono comprendere che crisi,
licenziamenti e chiusure a catena non sono in questo caso un fenomeno casuale
di mercato da attenuare per via sindacale, ma piuttosto un progetto
economico-finanziario da combattere politicamente. Nessuno in questo momento
può pensare di salvare il proprio posto di lavoro godendo dei licenziamenti di
qualcun altro o la chiusura di altre fabbriche. Nessun può pensare di salvarsi
da solo, perché con questa crisi quel che succede ad un altro presto o poi può toccare a se stessi. I
lavoratori di Gaeta e del Golfo dopo lungo tempo tornino a capire che possono
salvarsi solo con l'unità, l'organizzazione e la solidarietà di classe. Solo
così potranno riprendere in mano il loro destino.
Benedetto
Crocco
Responsabile
del Lavoro
del
Circolo PRC "Mariano Mandolesi" di Gaeta
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