Alla luce dell’inchiesta aperta dalla Procura di Latina riguardante l’appalto vinto in passato dalla ditta “De Vizia” e dell’ultimo appalto annullato a seguito dell’interdittiva antimafia a carico della ditta “Ecocar”, Rifondazione Comunista ha rilanciato la proposta della creazione di un’azienda pubblica che gestisca anche la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ricordando la possibilità di collaborare con altri comuni. Inaspettatamente è seguita la proposta del Sindaco di Formia che ha chiesto pubblicamente all’Amministrazione di Gaeta la creazione di un’azienda municipalizzata comune. L’Assessore alle politiche ambientali di Gaeta, Alessandro Vona, ha risposto con una nota estremamente sintetica e sibillina, pubblicata Venerdì 25 Luglio alla pagina 17 del noto quotidiano locale “Latina Oggi”, un po’ “alla chetichella” e in difformità con la consueta potenza di fuoco mediatica sfoggiata dalla Giunta Mitrano. Non ci risulta che la notizia abbia ricevuto ulteriore e più ampio spazio su altri mezzi di informazione. Comunque sia crediamo che il trafiletto in questione abbia lasciato numerosi cittadini perplessi quanto noi. L’Assessore, supponiamo di comune accordo con il resto della Maggioranza e con il Sindaco, rifiuta seccamente la proposta dell’amministrazione formiana di creare un’azienda unica, se non per la parte finale dello smaltimento e limitatamente all’umido. Non viene specificato se l’Amministrazione di Gaeta intenda creare un’azienda pubblica propria, rifiutando solo l’ipotesi del consorzio con Formia e altre eventuali città del Golfo, o se anche l’ipotesi della municipalizzata venga seccamente respinta alla luce forse dei “brillanti” risultati prodotti dalla gestione privata. Sono in ogni caso misteriose e di difficilissima comprensione soprattutto le motivazioni addotte in tal senso dall’Assessore, il quale afferma nel virgolettato che : “La morfologia del territorio del Sud pontino non consente di far gestire il servizio dei rifiuti ad un solo soggetto” (?!) La ditta “Ecocar” (solo soggetto) non gestisce già la raccolta in due comuni diversi del Sud pontino (Gaeta e Minturno)? Cosa intende l’ “oscuro” Assessore quando parla di “morfologia del territorio”? Cosa ci sarebbe di così particolare e diverso nella “morfologia” dei comuni di Formia e Gaeta? Forse distratti dalla politica non ci siamo accorti di invalicabili catene montuose che separano le due città, o di distese lagunari che impongono la raccolta differenziata con l’ausilio di Sub e mezzi da sbarco anfibi? A noi stolti è sembrato in realtà che gli strumenti a disposizione della nettezza urbana nelle due città e le modalità con cui viene svolto il servizio non siano poi tanto diversi, ma anche se così non fosse non riusciremmo comunque a cogliere come la morfologia del territorio possa impedire una gestione pubblica, trasparente, condivisa e sicuramente più economica di quella attuale. Non potendo dubitare delle capacità linguistiche dell’illustre Assessore né del suo intelletto e non volendo in alcun modo insinuare che egli tentasse di prendere in giro i cittadini con dei paroloni privi di alcun senso, siamo certi che la nostra difficoltà nel decifrare il significato della sua replica derivi solo da un refuso o da un taglio giornalistico che ha estrapolato alcune dichiarazioni da un contesto più ampio. Considerata tuttavia la grande importanza del tema trattato e l’entità considerevole delle tasse pagate anticipatamente dai cittadini gaetani per usufruire di un servizio basilare, chiediamo all’Assessore spiegazioni più chiare e dettagliate circa le motivazioni di questo netto rifiuto, in un linguaggio semplice e comprensibile anche da noi “popolino”, pregando i mezzi d’informazione locali di riportarne il contenuto in modo più esteso e completo. Se tali spiegazioni non dovessero arrivare immediatamente tuttavia saremmo legittimati nel ritenere che l’unica “morfologia” ad impedire la creazione di un’azienda pubblica sia quella delle politiche liberiste applicate dalla Giunta Mitrano. Questa ha finora tutelato interessi particolari a discapito della collettività scegliendo o consolidando la gestione privata di servizi e beni comuni come l’acqua, le spiagge, l’illuminazione, le strutture sportive e culturali, il cimitero e la nettezza urbana, producendo costi alti e indiscriminati a carico dei cittadini, scarse garanzie occupazionali locali, carenza dei servizi e rischi altissimi di infiltrazioni malavitose.
Circolo PRC “Mariano Mandolesi”
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