
“La presenza degli stessi
referenti sociali faciliterà questo compito tra disoccupati, precari e
lavoratori stagionali, pensionati e lavoratori dipendenti, tra cui molti
pendolari. Questi soggetti in gran parte estromessi da ogni forma di
protagonismo politico e di rappresentanza condividono nei due centri
problematiche in gran parte comuni, frutto di politiche volte a tutelare spesso
gli interessi di ristrette lobby locali. Politiche che tendono a tagliare i
servizi pubblici locali, privatizzare beni comuni, a non investire sul lavoro, a premiare la
rendita immobiliare a danno degli inquilini, a far prevalere la logica del
profitto sulla tutela dell’ambiente, sulla salute dei cittadini e sulla lotta
alla criminalità organizzata. L’estrema collusione del sistema politico con
queste scelte, divenute ormai in gran parte trasversali agli schieramenti
tradizionali in un ottica sempre più diffusa di larghe intese, ha portato negli
ultimi anni ad un allontanamento mai visto prima dalla politica e ad una
mancanza diffusa di fiducia nei riguardi dei partiti. L’aumento impressionante
dell’astensionismo che ha superato il 50% nei due comuni in occasione delle
ultime elezioni europee, ne è la prova. Per contrapporci in modo efficace a
queste politiche e accrescere la credibilità del PRC agli occhi dei propri referenti di classe è
necessario che i Comunisti incrementino la loro visibilità e il proprio
protagonismo nelle vertenze e nei conflitti sociali, ma soprattutto che
difendano con le unghie e con i denti la propria alterità ed autonomia
culturale e politica. Solo così sarà possibile ricostruire una forza Comunista
all’altezza delle esigenze storiche, anche avvicinando i compagni che
attualmente lavorano fuori dal PRC. Questa necessità non è e non deve in alcun
modo diventare una tendenza all’isolamento, bensì una rottura di vecchie gabbie
ormai superate e nocive, che troppo spesso hanno limitato il nostro intervento
ad accordicchi tra gruppi collusi di ceto politico locale. I comunisti devono
invece lavorare alacremente, anche nel territorio di Itri e di Gaeta, per
ricostruire un Fronte più ampio, coagulato sulla base del minimo comun
denominatore dell’anticapitalismo, dell’antiliberismo e di un programma comune
di fase. All’interno di questo fronte i comunisti devono essere presenti ma non
dissolversi e lottare per l’egemonia.”
Circolo PRC Itri-Gaeta “Mariano
Mandolesi”
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