Il 23 Giugno si è svolto il Congresso
straordinario congiunto dei circoli di Rifondazione Comunista di Itri e di
Gaeta. I numerosi iscritti intervenuti alla presenza del Segretario Provinciale
Maurizio Frattagli hanno ratificato l’unione dei due circoli in un’unica
sezione intercomunale comprendente i territori delle due città, in un momento definito da molti “storico”. Presente
anche il Segretario uscente del circolo di Itri Gianluca Ruggieri, al quale è
stato unanimemente riconosciuto un ruolo centrale nella riorganizzazione del Partito
a Itri, in una fase di transizione delicata e complessa. Alla base della fusione,
nata da una richiesta congiunta dei militanti e dei Direttivi dei due circoli,
hanno pesato alcuni elementi importanti. Tra questi la collaborazione intensa operata
negli ultimi tempi e la presenza di bisogni di classe, quadri politici e problematiche
comuni nei due territori, l’esigenza quindi di sviluppare insieme un’azione
politica sempre più unitaria, coerente, sinergica ed efficace, in un quadro generale
di rinnovato radicamento del Partito in tutto il basso Lazio. L’Assemblea ha
inoltre eletto gli organismi dirigenti e di Garanzia del circolo esprimendo un Direttivo
formato da 11 compagne e compagni di Itri e di Gaeta. Il Direttivo ha
confermato Benedetto Crocco, Segretario
uscente del circolo di Gaeta, nuovo Segretario politico della sezione
intercomunale e ha rieletto Tesoriere il compagno Massimo Cortese, che già in
precedenza aveva svolto con impegno la funzione di Commissario del circolo di
Itri. Si è inoltre indicata la necessità di ripartire incarichi precisi tra i
membri degli organismi dirigenti a partire da tematiche quali lavoro, acqua
pubblica e beni comuni, emergenza abitativa, cultura e antifascismo,
radicamento tra i giovani. L’Assemblea ha inoltre votato all’unanimità un lungo
documento politico che ispirerà l’intervento del circolo intercomunale sul
territorio. Una parte centrale del documento, che dà il senso delle scelte compiute
e delle linee guida future, recita in riferimento alle due città:
“La presenza degli stessi
referenti sociali faciliterà questo compito tra disoccupati, precari e
lavoratori stagionali, pensionati e lavoratori dipendenti, tra cui molti
pendolari. Questi soggetti in gran parte estromessi da ogni forma di
protagonismo politico e di rappresentanza condividono nei due centri
problematiche in gran parte comuni, frutto di politiche volte a tutelare spesso
gli interessi di ristrette lobby locali. Politiche che tendono a tagliare i
servizi pubblici locali, privatizzare beni comuni, a non investire sul lavoro, a premiare la
rendita immobiliare a danno degli inquilini, a far prevalere la logica del
profitto sulla tutela dell’ambiente, sulla salute dei cittadini e sulla lotta
alla criminalità organizzata. L’estrema collusione del sistema politico con
queste scelte, divenute ormai in gran parte trasversali agli schieramenti
tradizionali in un ottica sempre più diffusa di larghe intese, ha portato negli
ultimi anni ad un allontanamento mai visto prima dalla politica e ad una
mancanza diffusa di fiducia nei riguardi dei partiti. L’aumento impressionante
dell’astensionismo che ha superato il 50% nei due comuni in occasione delle
ultime elezioni europee, ne è la prova. Per contrapporci in modo efficace a
queste politiche e accrescere la credibilità del PRC agli occhi dei propri referenti di classe è
necessario che i Comunisti incrementino la loro visibilità e il proprio
protagonismo nelle vertenze e nei conflitti sociali, ma soprattutto che
difendano con le unghie e con i denti la propria alterità ed autonomia
culturale e politica. Solo così sarà possibile ricostruire una forza Comunista
all’altezza delle esigenze storiche, anche avvicinando i compagni che
attualmente lavorano fuori dal PRC. Questa necessità non è e non deve in alcun
modo diventare una tendenza all’isolamento, bensì una rottura di vecchie gabbie
ormai superate e nocive, che troppo spesso hanno limitato il nostro intervento
ad accordicchi tra gruppi collusi di ceto politico locale. I comunisti devono
invece lavorare alacremente, anche nel territorio di Itri e di Gaeta, per
ricostruire un Fronte più ampio, coagulato sulla base del minimo comun
denominatore dell’anticapitalismo, dell’antiliberismo e di un programma comune
di fase. All’interno di questo fronte i comunisti devono essere presenti ma non
dissolversi e lottare per l’egemonia.”
Circolo PRC Itri-Gaeta “Mariano
Mandolesi”
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