Per
i cittadini solo tasse e restrizioni, ma niente servizi pubblici.
Sabato
21 Dicembre Rifondazione Comunista, Arci e Giovani Comunisti di Gaeta
hanno svolto una manifestazione di protesta chiedendo spazi e
strutture pubbliche e gratuite per sport e cultura popolari, ma
soprattutto più attenzione e tolleranza nei loro riguardi. Gli
organizzatori volevano mostrare a cittadini e amministratori che a
Gaeta la cultura esiste malgrado le politiche che da tempo tentano di
annientarla, portando in piazza giovani, artisti e intellettuali
costretti ad esibirsi al freddo, considerata la drammatica mancanza
di locali comunali, unico vergognoso esempio in tutto il circondario.
Piccole performance artistiche simboliche avrebbero fatto parte
integrante della manifestazione tempestivamente comunicata alle Forze
dell’Ordine. Le richieste rivolte all’Amministrazione cittadina
ed espresse durante il presidio di protesta sono l’apertura di un
centro culturale polivalente a disposizione di cittadini e
associazioni, regole meno restrittive per la la musica dal vivo,
l’istituzione di una palestra comunale accessibile a tutti, la
gestione completamente pubblica e l’adeguamento delle strutture
sportive già esistenti, la creazione di impianti sportivi all’aperto
dislocati in diverse aree della città, convenzioni con le palestre
per garantire lo sport per le fasce a basso reddito. Serviva un
segnale forte nei confronti di una delle amministrazioni più sorde
mai esistite nei confronti delle esigenze delle classi popolari
colpite dalla crisi anche riguardo allo sport e alla cultura. Ciò è
stato mostrato ampiamente nel tentativo catastrofico di privatizzare
le strutture sportive cittadine, dall’annullamento della delibera
52 del 4 novembre 2011 che prevedeva finalmente l’inaugurazione di
un centro culturale polivalente nella nostra città e dall’Ordinanza
154 che impedisce di fatto la musica dal vivo a Gaeta. La scelta non
casuale del luogo della protesta è stata la piazzetta antistante
l’ex Caserma Cosenz, edificio ideale per contenere uno spazio
culturale pubblico a disposizione dei cittadini. Quando già la
piazza iniziava a gremirsi è giunta presto la conferma più lampante
e insperata di quanto denunciato. Proprio mentre un manifestante
interveniva al microfono due solerti vigilesse interrompevano il
presidio nell’accurata ricerca di possibili abusi da sanzionare,
intrattenevano gli organizzatori impegnati nella riuscita dell’evento
in un’interminabile discussione, prendevano le generalità di
alcuni presenti, tra cui quelle di un giovanissimo e ignaro artista.
Come a voler smentire quegli incauti cittadini che in più occasioni
hanno lamentato la scarsa presenza degli agenti della municipale in
circostanze ben più gravi, lo zelo dei pubblici ufficiali nella
prevenzione del crimine giungeva al punto di mettere gli
organizzatori in contatto telefonico diretto con lo scrupolosissimo
Comandante, costantemente informato degli esiti della crisi, malgrado
la propria permanenza fuori città. Dopo un’accurata rilettura e
interpretazione della normativa vigente il Graduato informava gli
organizzatori che non erano in possesso della valutazione dei
decibel, impedendo che avesse inizio la parte musicale della
manifestazione. A questo punto gli organizzatori, non potendo
proseguire con la programmazione prevista, erano costretti ad
interrompere la manifestazione alle 21:30, con oltre 3 ore di
anticipo. Fortunatamente non risulta che le Forze dell’Ordine siano
sempre così solerti nel far rispettare la famigerata ordinanza 154
emessa dal sindaco Mitrano il 10/07/2012. Tale normativa impedirebbe
di fatto esibizioni musicali sia nei locali che all’aperto. A
prescindere dal fatto che l’ordinanza parla unicamente di “attività
di intrattenimento di spettacoli sonori complementari alla
somministrazione di alimenti e bevande” svolte da “esercizi
pubblici”, non menzionando minimamente manifestazioni di altro
genere organizzate da associazioni e partiti politici, il suo
contenuto risulta incredibilmente restrittivo, sia nei confronti
della libera espressione artistica che nei riguardi di un’economia
cittadina che dovrebbe fare del turismo una delle proprie leve
principali. Pur nell’ambito di piccole variazioni di orario legate
ai periodi dell’anno e ai giorni settimanali il limite di emissioni
previsto non dovrebbe superare nelle ore serali i 50 db,
praticamente il volume di un televisore o di un gruppetto di persone
che discutono animatamente. Un limite ridicolo all’interno di un
locale, figuriamoci all’aperto! La certificazione preliminare dei
decibel prevede inoltre l’intervento costosissimo di tecnici
specializzati che si aggiunge solitamente al pagamento dei diritti
SIAE e al compenso dei musicisti. Una richiesta che impone agli
esercenti di cessare le attività di trattenimento musicale o farne
pagare i costi alla clientela. Altra caratteristica assurda è la
mancanza di variazioni dei limiti consentiti a seconda della densità
abitativa e della vocazione turistica delle varie zone della città.
Molti altri sindaci, non a caso, hanno deciso di
derogare dalle indicazioni nazionali consentendo emissioni molto
superiori, almeno nelle zone della movida e nelle piazze principali.
Paradossale è inoltre la parte dell’ordinanza che recita:
“Il Sindaco può concedere deroga alle disposizioni della presente
ordinanza per manifestazioni pubbliche di forte richiamo, organizzate
dall’Amministrazione comunale o con la sua collaborazione o
patrocinio”. In altre parole Mitrano si concede il lusso di
decidere arbitrariamente chi debba attenersi o meno alle norme
previste, potendo consentire di tutto ad amici o sostenitori e
intralciare chi non è soggetto a rapporti clientelari o, come nel
nostro caso, è un oppositore politico della sua corte reale. Il PRC
è fiero di aver fatto emergere ancora una volta le grandi
contraddizioni dell’amministrazione cittadina e se qualche politico
locale crede di intimorire i militanti comunisti con azioni
repressive può esser certo che aumenterà soltanto la loro
determinazione e il loro impegno per liberare la cultura e lo sport
cittadini dalla morsa del profitto e garantirne la fruizione a tutti
i cittadini.
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