"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

mercoledì 1 gennaio 2014

Gaeta: Il PRC Denuncia la mancanza di politiche per lo sport e la cultura

Per i cittadini solo tasse e restrizioni, ma niente servizi pubblici.

 
Sabato 21 Dicembre Rifondazione Comunista, Arci e Giovani Comunisti di Gaeta hanno svolto una manifestazione di protesta chiedendo spazi e strutture pubbliche e gratuite per sport e cultura popolari, ma soprattutto più attenzione e tolleranza nei loro riguardi. Gli organizzatori volevano mostrare a cittadini e amministratori che a Gaeta la cultura esiste malgrado le politiche che da tempo tentano di annientarla, portando in piazza giovani, artisti e intellettuali costretti ad esibirsi al freddo, considerata la drammatica mancanza di locali comunali, unico vergognoso esempio in tutto il circondario. Piccole performance artistiche simboliche avrebbero fatto parte integrante della manifestazione tempestivamente comunicata alle Forze dell’Ordine. Le richieste rivolte all’Amministrazione cittadina ed espresse durante il presidio di protesta sono l’apertura di un centro culturale polivalente a disposizione di cittadini e associazioni, regole meno restrittive per la la musica dal vivo, l’istituzione di una palestra comunale accessibile a tutti, la gestione completamente pubblica e l’adeguamento delle strutture sportive già esistenti, la creazione di impianti sportivi all’aperto dislocati in diverse aree della città, convenzioni con le palestre per garantire lo sport per le fasce a basso reddito. Serviva un segnale forte nei confronti di una delle amministrazioni più sorde mai esistite nei confronti delle esigenze delle classi popolari colpite dalla crisi anche riguardo allo sport e alla cultura. Ciò è stato mostrato ampiamente nel tentativo catastrofico di privatizzare le strutture sportive cittadine, dall’annullamento della delibera 52 del 4 novembre 2011 che prevedeva finalmente l’inaugurazione di un centro culturale polivalente nella nostra città e dall’Ordinanza 154 che impedisce di fatto la musica dal vivo a Gaeta. La scelta non casuale del luogo della protesta è stata la piazzetta antistante l’ex Caserma Cosenz, edificio ideale per contenere uno spazio culturale pubblico a disposizione dei cittadini. Quando già la piazza iniziava a gremirsi è giunta presto la conferma più lampante e insperata di quanto denunciato. Proprio mentre un manifestante interveniva al microfono due solerti vigilesse interrompevano il presidio nell’accurata ricerca di possibili abusi da sanzionare, intrattenevano gli organizzatori impegnati nella riuscita dell’evento in un’interminabile discussione, prendevano le generalità di alcuni presenti, tra cui quelle di un giovanissimo e ignaro artista. Come a voler smentire quegli incauti cittadini che in più occasioni hanno lamentato la scarsa presenza degli agenti della municipale in circostanze ben più gravi, lo zelo dei pubblici ufficiali nella prevenzione del crimine giungeva al punto di mettere gli organizzatori in contatto telefonico diretto con lo scrupolosissimo Comandante, costantemente informato degli esiti della crisi, malgrado la propria permanenza fuori città. Dopo un’accurata rilettura e interpretazione della normativa vigente il Graduato informava gli organizzatori che non erano in possesso della valutazione dei decibel, impedendo che avesse inizio la parte musicale della manifestazione. A questo punto gli organizzatori, non potendo proseguire con la programmazione prevista, erano costretti ad interrompere la manifestazione alle 21:30, con oltre 3 ore di anticipo. Fortunatamente non risulta che le Forze dell’Ordine siano sempre così solerti nel far rispettare la famigerata ordinanza 154 emessa dal sindaco Mitrano il 10/07/2012. Tale normativa impedirebbe di fatto esibizioni musicali sia nei locali che all’aperto. A prescindere dal fatto che l’ordinanza parla unicamente di “attività di intrattenimento di spettacoli sonori complementari alla somministrazione di alimenti e bevande” svolte da “esercizi pubblici”, non menzionando minimamente manifestazioni di altro genere organizzate da associazioni e partiti politici, il suo contenuto risulta incredibilmente restrittivo, sia nei confronti della libera espressione artistica che nei riguardi di un’economia cittadina che dovrebbe fare del turismo una delle proprie leve principali. Pur nell’ambito di piccole variazioni di orario legate ai periodi dell’anno e ai giorni settimanali il limite di emissioni previsto non dovrebbe superare nelle ore serali i 50 db, praticamente il volume di un televisore o di un gruppetto di persone che discutono animatamente. Un limite ridicolo all’interno di un locale, figuriamoci all’aperto! La certificazione preliminare dei decibel prevede inoltre l’intervento costosissimo di tecnici specializzati che si aggiunge solitamente al pagamento dei diritti SIAE e al compenso dei musicisti. Una richiesta che impone agli esercenti di cessare le attività di trattenimento musicale o farne pagare i costi alla clientela. Altra caratteristica assurda è la mancanza di variazioni dei limiti consentiti a seconda della densità abitativa e della vocazione turistica delle varie zone della città. Molti altri sindaci, non a caso, hanno deciso di derogare dalle indicazioni nazionali consentendo emissioni molto superiori, almeno nelle zone della movida e nelle piazze principali. Paradossale è inoltre la parte dell’ordinanza che recita: “Il Sindaco può concedere deroga alle disposizioni della presente ordinanza per manifestazioni pubbliche di forte richiamo, organizzate dall’Amministrazione comunale o con la sua collaborazione o patrocinio”. In altre parole Mitrano si concede il lusso di decidere arbitrariamente chi debba attenersi o meno alle norme previste, potendo consentire di tutto ad amici o sostenitori e intralciare chi non è soggetto a rapporti clientelari o, come nel nostro caso, è un oppositore politico della sua corte reale. Il PRC è fiero di aver fatto emergere ancora una volta le grandi contraddizioni dell’amministrazione cittadina e se qualche politico locale crede di intimorire i militanti comunisti con azioni repressive può esser certo che aumenterà soltanto la loro determinazione e il loro impegno per liberare la cultura e lo sport cittadini dalla morsa del profitto e garantirne la fruizione a tutti i cittadini.

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