"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

martedì 3 settembre 2013

CRISI SIRIANA: IL PRC DENUNCIA I RISCHI PER GAETA E PER IL GOLFO

La commemorazione in presenza delle autortà militari americane è uno schiaffo per la città. Rifondazione Comunista chiama in causa Sindaco e Prefetto.

Le minacce sempre più concrete di attacco imminente alla Siria pongono interrogativi gravi e urgenti riguardanti la sicurezza dei cittadini di Gaeta e del golfo. La presenza della base della marina militare americana, sede del comando della VI Flotta, rappresenta da sempre un grave rischio per il nostro territorio, quanto mai significativo in un momento del genere. E’ stato appurato ormai da tempo l’attracco di navi e sommergibili dotati di armamenti nucleari in questa base. Ciò accade in una nazione che non è dotata di centrali atomiche ad uso civile per volontà democraticamente espressa dai propri cittadini. Malgrado ciò e le reiterate richieste ufficiali sembra che non esistano piani di evacuazione per la popolazione del golfo in caso di emergenza radioattiva e sicuramente nulla è mai stato reso pubblico in merito. E’ ovvio che un attacco, di cui gli USA sarebbero protagonisti, renderebbe la base di Gaeta e il territorio circostante obiettivo sensibile di possibili rappresaglie, ancor più probabili e pericolose in caso di un terrificante allargamento del conflitto a potenze quali Russia e Cina. Per non parlare dello stato di paura e disagio che si ripresenterebbe per le misure eccezionali  adottate dai militari americani, già vissuto dai cittadini in concomitanza con gli attacchi all’Iraq e all’Afganistan. Ricordiamo che stiamo parlando di una base gestita da un paese straniero sul nostro territorio e che attualmente l’Italia ha dichiarato di non voler partecipare ad un eventuale attacco, sperando mantenga invariata questa posizione. Ciò pone interrogativi non più derogabili sulla necessità di rivedere finalmente i trattati internazionali che prevedono ancora la presenza di basi straniere sul territorio italiano in nome della nostra sovranità nazionale troppo a lungo calpestata. Si pone con la stessa forza l’esigenza di uscire dalla NATO, alleanza unanimemente riconosciuta vacillante e anacronistica. Sicuramente il prezzo altissimo pagato dalla città di Gaeta alla servitù militare cui è da tempo sottoposta non è più accettabile. Oltre ad occupare ampie zone strategiche per lo sviluppo economico e turistico della città la base, ormai ridimensionata per numero di presenze ma non per importanza, comporta gli stessi gravi rischi senza più offrire da tempo i presunti benefici per l’indotto dell’economia cittadina. Di fronte ad un dibattito acceso in tutto il mondo e al radicato sentimento di pace del popolo gaetano, in un momento tanto delicato e controverso, è incredibile che il primo cittadino di Gaeta commemori il cappellano Vincent Robert Capodanno nell’omonima piazza in presenza di soldati e comandi militari americani, abbandonandosi a encomi pubblici servili e inopportuni nei confronti degli Stati Uniti e della loro politica. Sarebbe invece suo dovere pensare a tutelare l’incolumità dei suoi compaesani e gli interessi della propria città.  Chiediamo pertanto al Sindaco Mitrano e al Prefetto D’Acunto, quali massimi garanti della sicurezza e della salute dei cittadini, che iniziative intendano intraprendere in previsione di un possibile attacco alla Siria, quali piani di emergenza stiano predisponendo in sinergia con le autorità competenti e in che tempi saranno resi pubblici. Chiediamo all’attuale Amministrazione cosa voglia fare e quando per liberare la nostra città da una presenza così ingombrante e nociva come quella della base americana, restituendo a Gaeta la propria sicurezza e alcune delle aree più belle della città.     

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