Nel momento della massima
emergenza, degli appelli all’unità nazionale, dell’“andrà tutto bene”, del
“restiamo a casa”, diversi si preoccupano delle ricadute economiche del
Coronavirus, nessuno come al solito dei lavoratori e delle loro sorti. Questo è
vero più che mai in un territorio socialmente martoriato come il basso Lazio e
a maggior ragione a Gaeta. Qui più che altrove emergono chiaramente i due
aspetti di questa epidemia, le due facce di questa medaglia di cui nessuno
parla. Il primo è quello dei tanti lavoratori a termine, precari, stagionali,
non garantiti, spesso in nero o con partita Iva, sovente privi di ogni forma di
ammortizzatore. Quei lavoratori
impiegati ad esempio in settori quali l’alberghiero, la ristorazione, la
balneazione, il commercio, le pulizie e tanto altro le cui condizioni prossime
allo schiavismo sono state evidenziate nella nostra recente inchiesta operaia. Questa
ha messo in luce come per loro non andava certo tutto bene prima e a maggior
ragione non andrà bene adesso, tra chi di loro teme di perdere il proprio
impiego attuale o lo ha già perso e chi ha paura che non inizino neppure i
consueti rapporti lavorativi estivi. Soggetti che già normalmente si trovano in
condizioni di totale debolezza e privi di ogni forza contrattuale, anche grazie
alla collaborazione del mondo politico e all’assenza del sindacalismo locale, sono
i primi a cadere nel silenzio più completo. Questo anche perché le proposte
concrete rivolte da anni all’Amministrazione comunale da parte del Partito
Comunista per migliorare le condizioni lavorative di questi dipendenti non sono
mai state neanche prese in considerazione. L’altra faccia della medaglia è
rappresentata da quei lavoratori che mentre tutti sono a casa sono costretti
ancora a recarsi a lavoro e si trovano in condizioni di grave rischio assieme
alle proprie famiglie, con misure di sicurezza spesso insufficienti e in alcuni
casi nulle. Pensiamo al personale medico e infermieristico, alle attività
commerciali ancora aperte quali i supermercati e ai loro dipendenti, ai servizi
quali la raccolta dei rifiuti, i trasporti pubblici, la polizia locale, i
vigili del fuoco, le forze dell’ordine, ma l’elenco è molto più lungo e a tutti
loro il PC esprime la propria vicinanza e gratitudine. Per quanto riguarda i
servizi vitali che non possono essere interrotti sono necessarie tutte le misure
e le risorse finalizzate a garantire la massima sicurezza possibile. L’Amministrazione
comunale, più che fare continui proclami, dovrebbe vigilare costantemente
affinché ciò avvenga. Servizi non indispensabili quali quello della sosta a
pagamento devono invece essere immediatamente interrotti, intervenendo per
garantire ai dipendenti lo stipendio pieno. Che anche le attività del porto
commerciale cittadino vengano ridotte all’osso con le massime precauzioni al
fine di garantire unicamente la circolazione di merci e prodotti medici o
legati al comparto agroalimentare. I lavoratori del porto sono infatti tra i
soggetti più esposti al rischio. Per quanto riguarda le realtà produttive
presenti sul territorio di Gaeta quali Geberit, Peroni Pompe, cantieri navali,
chiediamo che tutte le attività non strettamente legate a settori strategici e
vitali vengano immediatamente sospese, garantendo ai lavoratori il proprio
salario. I lavoratori non sono carne da macello! Non possiamo consentire nel
momento di massima emergenza che centinaia di operai si spostino ogni giorno e
lavorino a stretto contatto, con misure di sicurezza peraltro molto discutibili
dalle scarsissime informazioni trapelate. A rischio non sono soltanto la salute
di questi dipendenti, ma di tutti i loro cari e delle loro intere comunità. Non
è un caso se le zone d’Italia più colpite sono anche quelle in cui si
concentrano il maggior numero di aziende attive. Che il Sindaco Mitrano, il
quale a più riprese si è vantato pubblicamente di essere disposto addirittura
ad oltrepassare anche le proprie strette competenze e anticipare le direttive
ministeriali pur di garantire la sicurezza dei suoi concittadini, intervenga
immediatamente con lo scopo di interrompere queste attività. Che mostri di non
essere capace solo a fare lo sceriffo con chi porta a spasso il cane o con i
ragazzini nei parchi ma di sapersi imporre anche nei confronti dei padroni
chiusi in quarantena nelle proprie lussuose ville mentre i lavoratori e chi li
circonda rischiano la pelle per garantire i profitti delle aziende. Estendiamo
questo appello anche ai Sindaci dei comuni limitrofi. Ricordiamo a questi
operai che il PC è al loro fianco e che in tutta Italia si moltiplicano le
lotte dei lavoratori per garantire la propria salute, assieme purtroppo ai casi
di contagio. Gli invitiamo pertanto ad aderire assieme ai loro colleghi allo
sciopero generale dei metalmeccanici già proclamato fino al 23 marzo dalla
FLMUniti e che continuerà durante tutto il periodo emergenziale. Mai come
adesso è chiaro infatti che solo la lotta potrà imporre ai padroni ed ai loro
referenti politici di garantire la propria salute.
PARTITO COMUNISTA –SEZIONE “MARIANO MANDOLESI”- GAETA
Nessun commento:
Posta un commento