"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

domenica 24 febbraio 2019

Presidio del Partito Comunista contro Lega-M5S: “E’ un altro Governo contro i lavoratori”.



Nella mattinata di Domenica si è tenuto nei pressi del lungomare di Serapo a Gaeta un presidio informativo e di protesta del Partito Comunista. A partire dallo slogan “Lega-M5S, un altro Governo contro i lavoratori” si è contestato in particolare proprio l’insieme di misure che forse più hanno contraddistinto l’esecutivo “giallo-verde”, ovvero quelle per l’istituzione del “reddito di cittadinanza”, la “quota 100” per le pensioni e la “flat tax”. Tramite i volantini distribuiti e il dialogo con i militanti comunisti,  molti cittadini hanno così potuto apprendere meglio e spesso per la prima volta tante questioni che l’attuale governo si guarda bene dal raccontare.
Quanto al “reddito di cittadinanza”, spacciato per un diritto universale atto a creare posti di lavoro, c’è da dire invece che i requisiti d’accesso sono molto ristretti e riguarderanno solo i più bisognosi, vincolando tramite Patto di Lavoro tutti i maggiorenni delle famiglie interessate. La prestazione durerà 18 mesi, rinnovabile una sola volta e si dovrà accettare una di tre offerte di lavoro, pure da tutta Italia, per un reddito troppo basso per campare lontani da casa, solo in minima parte spendibile in contanti e comunque non risparmiabile. Non si genererà occupazione stabile, mentre i padroni avranno contributi e una massa di lavoratori dalle fasce più deboli, sfruttati per mansioni molto basse a breve termine. Tutto pagato dallo Stato, ossia soprattutto con le tasse prelevate dalle classi popolari. Se si considera pure che è stato preservato il Job Act e non reintrodotto l’art.18, allora è fin troppo evidente che nel complesso questa manovra non ha avvantaggiato la classe lavoratrice.
Se in termini del lavoro non si è favorito coloro che più di tutti andavano supportati ovvero quelli che producono la ricchezza con la propria fatica e quanti vorrebbero fare altrettanto per acquisire dignità sociale, in termini pensionistici e fiscali il Governo riesce ad essere altrettanto ingiusto. Non si è abolita davvero la “Fornero” come si va sbandierando, ma tramite la “quota 100” si sono invece introdotte penalizzazioni che colpiscono paradossalmente proprio chi più ha duramente lavorato in vita sua o è comunque svantaggiato in partenza. A chi accetta questo accordo pensionistico, spesso perché disperato per le proprie condizioni di lavoro, viene tagliato fino a circa 1/4 dell’assegno previdenziale, decurtazione che per le donne può arrivare al 40%. Inoltre la quota sarà praticamente irraggiungibile se si svolgono lavori usuranti o discontinui, o se si è giovane, in particolare del Sud. Con la “flat tax” solo per lavoratori autonomi invece è stata agevolata la fascia medio-alta delle partite Iva e non le imprese individuali. Gli “autonomi” nella maggior parte dei casi pagheranno imposte sostitutive in proporzione inferiori a quelle ordinarie dei lavoratori dipendenti.
Si potrebbe concludere dicendo che se i precedenti governi hanno fatto gli interessi dei padroni, questo da un colpo al cerchio e uno alla botte. Benefici a padroni e lavoratori autonomi medi, mance avvelenate agli indigenti, niente per i lavoratori dipendenti. In tutt’altra direzione vanno invece le proposte del Partito Comunista che si prepongono come obiettivi una politica della piena occupazione tramite nazionalizzazioni dei settori strategici e monopolistici e un grande piano di interventi strutturali sul territorio italiano, di ripristino di diritti, abolizione della precarietà  e fissazione di un salario minimo intercategoriale, di riduzione generalizzata delle imposte sui redditi da lavoro, alleggerimento della pressione fiscale sulle piccole attività e tassazione dei grandi patrimoni e multinazionali, di abolizione vera della legge Fornero e riduzione a 60 anni della età pensionabile.
Lavorare meno, lavorare tutti, lavorare meglio a parità di salario si può. E’ così che si da vero potere ai lavoratori per costruire una Italia socialista.

Partito Comunista – Gaeta – Sezione “Mariano Mandolesi”

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