CASATI CAMBIA
VERSIONE OGNI GIORNO. LO SFIDIAMO A VENIRE PER SPIEGARE A NOI COSA
ACCADRA’
Sabato 22 Ottobre si
svolgerà come annunciato la manifestazione cittadina contro la
chiusura del Punto di Primo Intervento di Gaeta, contro le politiche
di taglio alle spese mediche che hanno colpito il nostro diritto alla
salute e già condotto al collasso il sistema sanitario pontino,
contro la scelta di concentrare in pochi e distanti presidi
ospedalieri tutti i servizi, per un nuovo potenziamento del “Di
Liegro” che restituisca a questa struttura la funzionalità
sottratta nel tempo. Il corteo comincerà a radunarsi dalle ore 16:00
presso “Villa delle Sirene” per poi raggiungere la sede del PPI
di Gaeta ove si terrà un confronto pubblico. I motivi di
partecipazione sono numerosi ed hanno assunto ancor più forza
proprio negli ultimi giorni.
Il primo è che la nostra
mobilitazione, comprendente anche la raccolta di firme in corso
indirizzata al Direttore Generale della ASL, al Ministro della
Salute, al Presidente della Regione e sottoscritta da oltre mille
cittadini in sole due settimane, ha già raggiunto notevoli
risultati. La possibile chiusura del nostro PPI non avrebbe ricevuto
alcuna attenzione come stava avvenendo e come avvenuto in molti altri
casi passati se non avessimo denunciato pubblicamente quanto
rischiato e dato il via a questa battaglia. Tutte le goffe reazioni
del mondo politico, del Sindaco e della Direzione Generale della ASL
non sarebbero sicuramente avvenute, a partire dalle ultime riunioni e
incontri provinciali che hanno avuto l’obiettivo palese di calmare
gli animi e prendere tempo, volendo far credere che il problema non
sia mai esistito. Pertanto l’inizio della nostra mobilitazione ha
già interferito fortemente con i disegni di chi è responsabile
dello smantellamento in corso e proprio ora bisogna ribadire quindi
un segnale forte di determinazione e di unità anziché di resa.
Questo anche per evitare futuri ripensamenti e nuove brutte sorprese,
alle quali siamo purtroppo abituati. Chi ha ricevuto tanti duri colpi
negli anni non abbassa facilmente la guardia e noi non lo faremo. Se
anche fossero state veritiere le rassicurazioni in corso, in ogni
caso, sarebbe merito solo dei cittadini e del Consiglio Popolare aver
sventato il pericolo imminente. Abbiamo comunque ottime ragioni per
credere che non lo siano.
In
secondo luogo infatti, diversamente da Mitrano, noi non crediamo alle
rassicurazioni dello strapagato Manager Giorgio Casati riguardo alla
sorte dei PPI come quello di Gaeta. Mitrano e Dies peraltro sembrano
gli unici a crederci. Lo stesso Casati ha dato innumerevoli versioni
diverse, ambigue e contraddittorie in pochissimo tempo, rischiando il
ridicolo. Stando alle note giornalistiche il grande arrampicatore di
specchi ha esordito negando la chiusura, per poi parlare di
“riconversione” dei PPI in strutture dedicate alla cura dei casi
cronici (che non c’entrano nulla con i PPI), per poi ancora parlare
di “disattivazione” degli stessi, scandendone addirittura due
distinte fasi. Successivamente, nella riunione del 17 Ottobre, Casati
avrebbe intrapreso: “una disamina della difficile situazione
finanziaria della sanità italiana, che necessita urgentemente di
un'ottimizzazione nell'uso delle risorse” dichiarando la sua
volontà di non chiudere i Punti di Primo Intervento, ma al contempo
avrebbe ribadito “la necessità di un loro utilizzo più efficace
ed efficiente attraverso un'adeguata rimodulazione”. Cosa
intendesse per “rimodulazione” è probabile che lo sappia solo
lui. Il giorno seguente comunque il funambolico Casati pare aver
cambiato l’ennesima versione e nel suo incontro a Gaeta con Mitrano
avrebbe addirittura parlato di “Potenziamento” del PPI,
ovviamente senza specificare in cosa possa mai consistere. Chi si
fiderebbe di uno che fornisce tante versioni diverse e così fumose
in pochi giorni? Un uomo c’è, a quanto pare… il Sindaco di
Gaeta. Non ci sorprende tuttavia che Casati riesca a convincere
Mitrano, visto che durante il proprio periodo di governo cittadino
egli ha assistito nel totale immobilismo e senza dire una sola parola
alla chiusura degli ultimi importanti servizi garantiti dal Presidio
di Gaeta come la Chirurgia ambulatoriale o l’Oncologia e presso
l’Assemblea dei Sindaci votò addirittura a favore del Piano
aziendale ancora in vigore che sancisce la morte definitiva dei
piccoli presidi quali il nostro. Non è sicuramente così facile però
prendere in giro il Consiglio Popolare. Se Casati ha il coraggio di
lasciare la sua poltrona ben pagata per confrontarsi con i cittadini
lo sfidiamo quindi pubblicamente a venire a Gaeta il 22 Ottobre,
proprio in occasione della manifestazione che si concluderà con un
dibattito presso il PPI. Che venga a raccontare a noi ed ai residenti
cosa vuol fare esattamente del Primo Intervento e a sentire cosa
abbiamo da dirgli sul nuovo Piano aziendale in via di stesura e
riguardo alle condizioni inaccettabili in cui versa il nostro sistema
sanitario!
In terzo luogo dobbiamo
manifestare perché di fronte all’offensiva in corso, giunta ormai
ad uno stadio avanzatissimo come mostrato anche dai fondi esigui
previsti dall’ultima manovra finanziaria del Governo Renzi, risulta
prioritario ma non sufficiente difendere il Primo Intervento. Bisogna
sferrare il contrattacco. Lo status quo non è tollerabile e
chiediamo che il “Di Liegro” torni ad essere un Ospedale con un
suo Pronto Soccorso e tutti i reparti che gli sono stati sottratti.
E’ assurdo e inaccettabile che una città di oltre 20 mila abitanti
che nei mesi estivi raggiunge le 100 mila presenze, con problemi di
viabilità senza pari, non sia dotata di una vera e propria struttura
ospedaliera attrezzata quanto meno per le emergenze. Il modello
configurato dagli ultimi piani aziendali ha fallito e non è più
sostenibile, anche perché ha sottoposto le strutture residue quali
l’ospedale di Formia ad un peso crescente che non sono e non
saranno mai in grado di sostenere. Questo è sotto gli occhi di
tutti. Il nuovo Piano aziendale in fase di stesura, le cui linee
guida sono state illustrate da Casati in occasione dell’ultima
assemblea dei Sindaci, confermerebbe e inasprirebbe ulteriormente gli
elementi di smantellamento in atto a partire dalla concentrazione in
due Macro Aree Nord e Sud facenti capo al “Goretti” di Latina e
al “Dono Svizzero” di Formia, eliminando quindi anche il Presidio
centro costituito da Terracina e Fondi. Nel frattempo aumenta a
dismisura il giro d’affari delle cliniche private quali la “Casa
del Sole” e si concede a Primari e Dirigenti medici di strutture
pubbliche di lavorare liberamente presso le cliniche private. Il
gioco è chiaro. Bisogna riprenderci quanto ci hanno tolto. Anche per
questo ribadiamo il nostro appello agli altri centri colpiti per
organizzare insieme una grande mobilitazione provinciale e regionale,
soprattutto in vista dell’approvazione dei nuovi Piani aziendali.
Per tutte le ragioni
elencate invitiamo l’intera cittadinanza di Gaeta e del
comprensorio, le formazioni associative, politiche e sindacali a
scendere con noi in piazza il 22 Ottobre portando con sé i propri
simboli, con la sola pregiudiziale verso le forze e i rappresentanti
direttamente responsabili di quanto accade e le formazioni
neofasciste o razziste.
CONSIGLIO POPOLARE
OSPEDALE DI GAETA
Nessun commento:
Posta un commento