Prosegue la petizione
popolare verso la grande manifestazione del 22 Ottobre
La
mobilitazione di Gaeta e delle altre città coinvolte contro la
chiusura dei Punti di Primo Soccorso ha già spaventato la Direzione
Generale della ASL che evidentemente avrebbe voluto procedere ancora
una volta indisturbata, tanto da tentare un maldestro depistaggio
attraverso una goffa smentita che di fatto conferma pienamente quanto
temiamo. I giornali locali hanno dedicato molto spazio all’ultima
riunione provinciale del 5 ottobre tra i Sindaci ed il Direttore
Giorgio Casati, finalizzata a tracciare le linee guida per il nuovo
piano aziendale della ASL. Contrariamente ai titoli ad effetto in
realtà il nocciolo delle affermazioni riportate conferma in pieno le
nostre paure sul destino del PPI di Gaeta, del “Di Liegro” e del
diritto alla salute dei cittadini. Solo due purtroppo sono gli
elementi che si aggiungono ad un quadro per il resto già chiaro. Il
primo è che il Manager superpagato Casati, ennesimo curatore
fallimentare del nostro sistema sanitario in via di smantellamento
nominato da Zingaretti, ci reputa evidentemente dei perfetti idioti
in grado di bersi qualunque cosa. Si sbaglia. Il secondo è che Gaeta
non è in alcun modo rappresentata ed il suo Sindaco, Mitrano, o è
ancora una volta complice di quanto accade o si lascia placidamente
prendere in giro da chi solo pochi giorni prima lo rassicurava sul
futuro del Primo Intervento garantendogli pubblicamente che nulla era
ancora deciso. E’ sorprendente infatti che Mitrano ed il suo
rappresentante Dies si facciano abbindolare dalle dichiarazioni
ambigue e contraddittorie riportate anche sulla stampa e le
ripropongano ai cittadini con piena soddisfazione, diversamente da
molte altre amministrazioni che già in sede di assemblea hanno mosso
durissime critiche. Casati afferma che non ci sarebbe alcuna
chiusura in vista dei PPI ma una “riconversione delle funzioni di
questi mini-pronto soccorso”. Riconversione in cosa? Ci chiediamo
noi. Ce lo spiega subito dopo affermando che “l’assistenza va
rimodellata a partire dalla presa in carico dei pazienti cronici”.
Chiunque, anche un bambino, comprenderebbe tuttavia che Pronto
Soccorso e Primo Intervento nulla hanno a che fare con le patologie
croniche, come dice il loro stesso nome! Non è un caso se lo stesso
Casati si tradisce poco dopo parlando più appropriatamente di
“disattivazione” del nostro e degli altri PPI, scandendone
addirittura le tempistiche in due fasi. Quello proposto da Casati
infatti è, come egli stesso ha spiegato, ancora una volta il modello
delle ormai famigerate “Case della Salute”, le quali dovrebbero
sopperire allo smantellamento dei presidi ospedalieri ma non sono
niente altro che grandi ambulatori. Esse inoltre sono destinate a
diventare luogo di visita dei medici di famiglia riuniti in gruppi,
facendo saltare un altro importante elemento di qualità del nostro
sistema sanitario, ovvero il rapporto di fiducia e conoscenza diretta
tra i medici di base e i loro pazienti. Che Casati andasse a
domandare ad esempio ad un cittadino di Sezze se è contento e
soddisfatto che il proprio Ospedale è stato sostituito da una “Casa
della Salute” e poi venga a riferirci che risposte ha ottenuto! In
realtà la relazione di Casati non si limita a confermare la
disattivazione del PPI di Gaeta ma traccia per il nuovo piano
aziendale in via di elaborazione la stessa filosofia applicata fino
ad ora e che ha già condotto alla distruzione della sanità pontina
e allo smantellamento del Presidio Ospedaliero di Gaeta. Questo
accadde, lo ricorderemo fino alla nausea, con l’approvazione del
Consiglio Comunale di Gaeta ancora in carica e dello stesso Mitrano
che votò il vecchio Piano aziendale attualmente in vigore presso
l’assemblea dei Sindaci. E’ la visione del sistema sanitario
basata sui grandi centri di Formia e di Latina, oggi in realtà
completamente al collasso, schiacciati dal peso di un’utenza
ingestibile. E’ la visione che ha condotto alla chiusura o al
ridimensionamento di tutti gli altri Presidi, quali appunto il “Di
Liegro” di Gaeta, come confermato anche dall’impoverimento dei
Centri di Fondi e Terracina e dalla divisione annunciata da Casati in
due grandi “Macro Aree”, Nord e Sud, che farebbero di fatto
scomparire il Presidio Centro. Un modello fallimentare come
dimostrano soprattutto i dati delle migliaia di pazienti che ogni
anno vanno a farsi curare presso altre ASL, producendo peraltro costi
ingenti. Tutto è ovviamente a favore solo della sanità privata.
Questo modello, che Casati intende confermare e rafforzare, ha già
mostrato di essere non riformabile. Serve pertanto che finalmente si
prenda atto della sua impraticabilità invertendo subito marcia e
restituendo la vecchia funzionalità sottratta a Presidi quali il “Di
Liegro” di Gaeta. Per queste ragioni confermiamo oggi più che mai
l’importanza della petizione già avviata che può essere
sottoscritta presso le edicole centrali su Corso Cavour, il “Bar
Bazzanti”, il “Tarantella Caffè”, il “Brio Bar”, il
Tabaccaio di via Serapide, la macelleria “da Michele”, altre
attività commerciali, presso i banchetti organizzati per le strade
cittadine e la sede del Consiglio popolare in via Indipendenza 206.
Confermiamo inoltre la grande manifestazione cittadina che si riunirà
alle 16:00 del 22 ottobre in Villa Delle Sirene per giungere al “Di
Liegro”. Queste iniziative non hanno solo l’obiettivo di
difendere il Primo Soccorso in via di chiusura ma anche e soprattutto
di gridare insieme che rivogliamo il nostro ospedale. Sarà solo
l’inizio di una lunga e dura battaglia.
CONSIGLIO POPOLARE
OSPEDALE DI GAETA
Nessun commento:
Posta un commento