La serrata padronale messa in
atto dagli imprenditori del settore balneare lo scorso 3 Agosto contro gli
effetti della direttiva Europea Bolkestein assume a nostro avviso connotati
imbarazzanti, a Gaeta più che altrove. Questa ristretta cerchia di privilegiati
che da decenni accumulano capitali impressionanti grazie a concessioni
demaniali rinnovate automaticamente e senza meriti e ad investimenti esigui,
avrebbe fatto meglio ad astenersi da tale iniziativa in una città duramente
colpita dal dramma della disoccupazione giovanile e del precariato. A Gaeta il
turismo sarebbe potuto diventare leva di sviluppo e benessere per tutti. Certi
del beneficio arrecato da una posizione di rendita i gestori di stabilimenti
balneari non hanno favorito in alcun modo tale prospettiva, offrendo servizi
carenti a fronte di costi elevati per la clientela, rovinando il nostro
litorale con orrende strutture in cemento, rendendosi responsabili di
innumerevoli abusi e limitando o impedendo il libero accesso al mare, bene
comune fondamentale. Tuttavia la colpa più grave di cui si è macchiata questa
categoria è di aver esasperato fino a livelli insostenibili lo sfruttamento dei
lavoratori. E' indecoroso che uno spiaggino percepisca 30 Euro al giorno,
spesso a nero o con contratti fasulli, a fronte di un lavoro massacrante svolto
per 12 ore consecutive, senza garanzie né prospettive per il futuro. Sarebbero
i vessati dipendenti che avrebbero tutto il diritto di tener chiusi gli
ombrelloni in segno di protesta. Se questo è il contributo occupazionale di cui
si vantano i padroni degli Stabilimenti ci auguriamo di cuore che se ne vadano
il prima possibile. Per queste ragioni il circolo di Rifondazione Comunista
“Mariano Mandolesi” di Gaeta valuta positivamente il futuro impiego di aste
pubbliche per il rilascio di concessioni demaniali marittime, a patto che tali
aste siano trasparenti e tengano conto di requisiti quali la quantità, la qualità e la durata dei
contratti di lavoro prodotti, i servizi offerti, le attività e le iniziative
intraprese per la promozione turistica del nostro territorio, il rispetto
ambientale e la salvaguardia del litorale. D'altronde le poche eccezioni di
imprenditori virtuosi nel settore non dovrebbero avere nulla da temere da
questa prospettiva. Rimaniamo convinti tuttavia del fatto che la gestione
pubblica degli arenili fornirebbe le migliori garanzie nei termini di creazione
di posti di lavoro, tutela dei dipendenti, lotta agli abusi, regolazione delle
tariffe e contrasto di possibili infiltrazioni malavitose. Non a caso
continuiamo a sostenere come in campagna elettorale la necessità
dell'istituzione di un' Azienda Speciale a capitale comunale e rivolgiamo in
tal senso un appello all'attuale Amministrazione. Tale strumento potrebbe
impiegare un numero ingente di dipendenti in svariati settori tra i quali
appunto la gestione dei servizi sugli arenili. Gli stessi lavoratori potrebbero
essere impiegati in altri ambiti durante l'inverno.
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