A Giugno inoltrato si può constatare come i rischi che il
Partito Comunista aveva paventato per la stagione balneare a Gaeta si sono
purtroppo realizzati. Ascoltando le proposte di Mitrano tutte volte alla tutela
prioritaria delle solite caste presenti persino nell’Amministrazione, mettevamo
in guardia dai rischi di aumenti dei prezzi degli stabilimenti oltre che
denunciare i problemi che sarebbero conseguiti per lavoratori e classi popolari.
Se a causa della crisi da COVID a questi ultimi si sono chiesti sacrifici, non
si è preteso altrettanto a Gaeta dai balneari con un qualche accordo per
calmierare i prezzi dei sevizi offerti. Da noi incalzato, Mitrano rassicurava
che i suoi amici non avrebbero aumentato tariffe e possiamo ora verificare
quanto ciò si sia rivelato falso. Fra prezzi ritoccati malgrado il
distanziamento quasi invariato diversi stabilimenti hanno scaricato il costo
della crisi sull’utenza.
Negli incontri istituzionali è poi mancata la rappresentanza
dei lavoratori, categoria esposta a maggiori rischi. Come Partito Comunista per
gli stagionali disoccupati abbiamo chiesto invano l’istituzione di un
contributo comunale a fondo perduto.
Quanto per quelli occupati, nessun soggetto oltre noi ha preteso che vi fossero
garanzie e chiarezza su regole contrattuali, tutela sanitaria, compiti da
svolgere in tempo di pandemia con personale ridotto e prolungamento degli orari
di lavoro. Tutto fa prospettare che lo sfruttamento dei lavoratori del settore
continuerà indisturbato su questa falsa riga, cosa già denunciata per mezzo
stampa da impiegati locali del settore. In un quadro del genere già disagiato,
questa Amministrazione è comunque riuscita ad aumentare i problemi esistenti
pur di tutelare gli operatori tanto più grandi a discapito di attività più
piccole e periferiche e del diritto generale ad usufruire degli arenili.
Le nostre pressioni sono servite per rendere di nuovo
fruibili tratti di spiagge libere resi inaccessibili da indebite ingerenze
private, tant’è che questa estate si potrà entrare in punti dell’Arenauta, di
S. Vito e delle Scissure finora chiusi usufruendo degli ingressi delle attività
adiacenti. Eppure i problemi dovuti alla carenza di spazi persistono e ad essi
se ne sono aggiunti ulteriori in termini di sicurezza sanitaria e
occupazionali. Questo scenario dove i meno facoltosi saranno costretti a
riversarsi contingentati su spiagge libere ridotte è infatti aggravato dal caos
sorto attorno alla sorveglianza e le attività su queste aree. Dopo l’invenzione
delle “sentinelle” per sorvegliare i pedoni, ora che c’è davvero da assicurare
sulle spiagge libere un controllo degli ingressi e il dislocamento distanziato
dei bagnanti per la tutela della salute, non si comprende ancora chi debba svolgere
questo compito. Certe entrate sembrano del tutto incustodite, in altre si nota
personale dei noleggiatori stessi fare i controllori non certo imparziali di
tali aree. Eppure ci risulta che il Comune di Gaeta abbia ricevuto dalla
Regione Lazio la cifra di 122.076,62 euro proprio per la messa in sicurezza ed
accessibilità degli arenili liberi. Chiediamo quale destinazione abbiano avuto
questi fondi.
Inoltre, dopo aver annunciato con solito show mediatico che
tutte le spiagge di Gaeta aprivano con rispettivo piano di salvamento, sulla
piana di Sant’Agostino si è arrivati invece al paradosso. Qui, a quanto pare
anche a causa di contenziosi del Comune con determinati concessionari, non solo
l’Amministrazione non è stata in grado di affermare un piano generale di
riapertura della spiaggia, ma la sua attitudine solita ha scatenato un
conflitto fra le parti a discapito delle più piccole attività frontiste che
rischiano di non partire. Su un arenile che da diversi anni assicurava tramite contratto
collettivo una copertura totale per il salvataggio, i vari operatori hanno infine
proceduto ad attivarsi con tempi diversi a seconda del loro tipo di concessione,
ognuno con propri bagnini. Risultato è che l’assistenza ai bagnanti sulla
spiaggia è ora assente in vari punti, i noleggiatori più piccoli non sanno
quando potranno aprire e quali saranno le porzioni ridotte di spiaggia a loro assegnate,
in tanti rischiano il posto di lavoro e permane qui ancora più forte il mistero
su chi dovrebbe garantire il controllo degli ingressi e del distanziamento
sociale sulle spiagge libere.
E’ anche per evitare problemi di questo genere che il Partito
Comunista, che da anni chiede la creazione di un’azienda speciale multiservizi
comunale, ha proposto la rapida istituzione di questo strumento per gestire per
prima cosa proprio le spiagge libere residuali, garantendo assistenza alla balneazione,
assunzione di personale a partire dai lavoratori stagionali disoccupati, controllo
pubblico e imparziale dei tratti di arenile libero. Se questa soluzione fosse
stata adottata, oggi non saremmo in questa situazione. La nostra proposta
rimane comunque valida per il futuro ed è appunto estendibile ad altri servizi
della città, con vantaggi generali in termini occupazionali, qualitativi e di costi
ridotti per gli utenti. E’ per questo che porteremo avanti durante tutta
l’estate la nostra petizione popolare per la costituzione di una Azienda
Speciale a Gaeta. I cittadini possono firmarla presso edicole, tabaccai ed
esercizi commerciali aderenti, oltre che durante le raccolte pubbliche che
organizzeremo. L’invito è rivolto per prima proprio a coloro che sono stati
danneggiati in ogni modo dalla crisi sanitaria e dalla politica di questa
Amministrazione negli anni, in particolare a chi ha difficoltà a vivere del
proprio lavoro o purtroppo già l’ha perso.
PARTITO COMUNISTA – GAETA – SEZIONE “MARIANO MANDOLESI”
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