"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

giovedì 8 agosto 2019

SFRUTTAMENTO STAGIONALE, APPELLO DEL PARTITO COMUNISTA RIVOLTO AI LAVORATORI

A Gaeta ed in gran parte del Basso Lazio la stagione balneare è sinonimo di impiego precario, spesso a condizioni che rasentano lo schiavismo. Molti giovani affrontano le prime esperienze di lavoro poco o per niente consapevoli dei propri diritti mentre un numero crescente di dipendenti in età più avanzata è costretto ad accettare condizioni umilianti.
Pochi mesi fa il Partito Comunista ha lanciato un’inchiesta sulle condizioni effettive di lavoro stagionale nei settori della balneazione, della ristorazione, del commercio, dell’alberghiero-ricettivo, dell’intrattenimento, dell’agricoltura e della pubblicità, durante gli ultimi 3 anni. Numerosi lavoratori hanno compilato il nostro questionario. Il quadro emerso è allarmante e vergognoso. Il 55% del campione possedeva un’età uguale o inferiore ai 25 anni, il 42% non ha avuto precedenti rapporti di lavoro con lo stesso datore. Il 40% degli intervistati ha dichiarato di lavorare in nero, il 73% dalle 9 alle 13 ore giornaliere, il 31% con paga oraria inferiore ai 3 Euro, il 63% con paghe inferiori ai 4 Euro, il 58% senza giorno libero, il 31% senza diritto ad una sola pausa, il 60% non ha maturato alcuna indennità di disoccupazione, il 36% ha subito trattamenti offensivi ed umilianti.
La maggior parte dei lavoratori in questione subisce queste condizioni in aziende che ricavano da tempo profitti alti, spesso da capogiro. I settori indagati potrebbero nel complesso generare quantomeno il doppio degli occupati in più a salari maggiori, orari di impiego inferiori e condizioni più dignitose, se i “datori di lavoro” si attenessero anche solo al semplice rispetto delle norme in materia. Va detto però che l’evoluzione delle leggi nazionali sul lavoro e le forme contrattuali concesse stanno comunque permettendo di trasformare tutti i lavoratori in dei precari sempre più assoggettati, sul genere proprio degli “stagionali”.
All’origine dell’aggravarsi del problema vi sono i rapporti di forza fra le classi sociali, in Italia e nell’UE sempre più sbilanciati a favore dello strapotere dei capitalisti. Fra le cause della condizione descritta a livello locale vi sono di conseguenza più tipi di complicità. Ci sono amministrazioni comunali che tutelano interessi ristretti e non contrastano le più bieche forme di sfruttamento laddove avvengono su beni demaniali in concessione o nelle attività in appalto; ci sono gli enti preposti al controllo sulle condizioni del lavoro, non a caso depotenziati e colpevolmente distratti, silenti anche a seguito della pubblicazione della nostra indagine; c’è infine l’inadeguatezza delle diverse organizzazioni sindacali che contro la piaga dello sfruttamento stagionale non si sono qui mai spesi. I lavoratori non possono quindi aspettarsi che la loro difesa arrivi dalle istituzioni esistenti che, delle ingiuste relazioni fra le classi sociali, sono un riflesso.
Il Lavoro non è un favore ricevuto per cui dover ringraziare i padroni, non può diventare un privilegio per il quale si è costretti ad accettare qualunque condizione, pur di non perderlo. Il Lavoro è l’unica fonte della ricchezza generale e l’enorme e ingiusto concentrarsi d’essa nelle mani di pochissimi, parte proprio dallo sfruttamento dei lavoratori stessi. A nulla serve lagnarsi senza lottare. La condizione attuale può essere contrastata e modificata solo a partire dall’organizzazione e la reciproca solidarietà dei dipendenti stagionali e precari, la loro unità rivendicativa. La formazione di una coscienza di classe e il coraggio di intraprendere vertenze contro i padroni possono rappresentare dei punti di partenza in un percorso di riscossa e di emancipazione collettiva che necessita di un soggetto politico rivoluzionario di riferimento.
Per queste ragioni facciamo appello ai vari dipendenti affinché si rivolgano al nostro Partito per ricevere informazioni sui propri diritti e supporto legale per tutelarsi anche economicamente contro i soprusi subiti. Gli interessati in vario modo possono nel frattempo contattarci all’indirizzo comunistigaeta@gmail.com aggiungendo all’oggetto la dicitura “LAVORO STAGIONALE”.

PARTITO COMUNISTA
SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” – GAETA

Nessun commento:

Posta un commento