A poche ore dalla nomina del fascista Ciaramaglia alla carica di Assessore alle attività produttive ed al commercio del Comune di Gaeta, vero e proprio insulto alla memoria condivisa della nostra città, giungono le sue dimissioni irrevocabili. Al di là del solito e ben noto gioco delle parti teatrale in cui il dimissionario simula come sempre l’assoluta spontaneità del gesto mentre il Sindaco si mostra sorpreso e risponde con un prosaico “Onore a Ciaramaglia !” in chiaro odore di ventennio, è ragionevole ritenere che la scelta sia stata frutto di imposizioni dall’alto o quantomeno di concertazione. Siamo avanti ad un fatto comunque strano ed insolito per una maggioranza che raramente aveva fatto marcia indietro, perfino di fronte a polemiche violente o palesi sviste. Prescindendo dalle apparenze ci sembra pertanto che la vicenda sia il termometro di elementi ben più importanti che vanno portati alla luce, degni di analisi politica e di attenzione. Il primo dato che emerge è la pressoché totale assenza di opposizione in seno al Consiglio Comunale, tolta qualche rara scaramuccia di facciata. Questo è il solo elemento che può spiegare il delirio di onnipotenza di un Sindaco che nomina assessore una figura di questo genere e prosegue, malgrado tutto, con grandi attestati di stima. In assenza di opposizione inoltre gli equilibri interni e la tenuta della maggioranza rimangono gli unici elementi di cui tener conto, e qui arriviamo al secondo punto che ci pare rilevante. Ci piacerebbe pensare infatti che sia stato l’appello giusto e condivisibile dell’ANPI di Gaeta a determinare tale ritirata strategica e sicuramente esso può aver giocato un ruolo, tuttavia è chiaro come ci sia ben altro dietro la strana vicenda. Lo dimostra l’inaspettata quanto tempestiva reazione della fazione sconfitta ed in cerca di rivalsa di un Partito Democratico agonizzante in uno stato di perenne guerra civile, rappresentata dal Senatore Bruno Astorre. L’onorevole invia immediatamente una nota alla stampa in cui tuona contro la scelta, si erge a paladino dei diritti civili e ricorda l’episodio della contestazione di forza nuova contro la Cirinnà. E’ divertente e singolare notare come queste parole vengano dall’esponente di un partito che ha avuto tra le più alte responsabilità nello sdoganamento del neofascismo in Italia. E’ paradossale come esse siano scritte da un uomo di quel PD che a livello locale non ha esitato a sostenere una coalizione assieme ad esponenti neofascisti, Ciaramaglia compreso, che non si degnò neppure di rispondere agli accorati quanto autorevoli appelli dell’ANPI che chiese ripetutamente di astenersi da confronti pubblici con formazioni di stampo neofascista. E’ vergognoso che usi tali argomenti l’uomo di un partito come il PD i cui rappresentanti gaetani si sono spinti fino al punto di condividere le piazze con esponenti di Casapound e Forza Nuova. Ora, senza alcun apparente imbarazzo, il Senatore tira fuori di colpo questa ipocrita retorica. Evidentemente l’obiettivo da colpire non è Ciaramaglia, ma si strumentalizzano in questo caso l’Antifascismo ed i suoi valori gloriosi per dare una spallata e mettere in difficoltà la fazione rivale del proprio partito. Fazione rappresentata a Gaeta dal Presidente del Consiglio Pina Rosato, non a caso omaggiata di stima e affetto nella lettera di dimissioni del camerata Ciaramagla. Fazione del PD la quale governa la città insieme a Forza Italia, qualora a qualcuno fosse sfuggito. Una spallata quindi che avrebbe potuto mettere seriamente a repentaglio l’intera coalizione, tanto da suscitare la preoccupazione di Mitrano e la sua iniziativa per disinnescarla. L’equilibrio che sostiene l’attuale maggioranza è del resto instabile e precario come mostrano questi continui rimpasti che tradiscono l’esigenza di tenere insieme diverse e riottose anime e cordate di interessi pagando numerose cambiali. L’accoppiata Forza Italia- PD, formata da due forze politiche peraltro entrambe in caduta libera, non rappresenta ormai un inedito, forgiata com’è da anni di politiche intercambiabili contro gli interessi delle classi popolari e dei lavoratori. Sono d'altronde i comuni interessi sociali da difendere a tenere insieme queste alleanze, a Gaeta rappresentati dai soliti poteri forti cittadini, non certo ideologie politiche o sistemi filosofici. Usino allora questi signori altri campi di battaglia a loro più consoni per regolare i propri conti, ma lascino stare una cosa seria e sacra come l’Antifascismo!
PARTITO COMUNISTA-SEZIONE “MARIANO MANDOLESI”-GAETA
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