La gestione dei rifiuti nella
città di Gaeta ha raggiunto quest’estate livelli di emergenza e degrado con
pochi precedenti. La responsabilità dei cumuli di spazzatura, visibili
soprattutto in via Indipendenza o nei pressi delle isole ecologiche site in
zona Calegna, Monte Tortone e via Mariano Mandolesi, ma diffusi in gran parte
del territorio, viene interamente attribuita dagli amministratori a cittadini
poco attenti o turisti incivili, che incappano in pesanti multe per non aver
rispettato le modalità del conferimento. Senza voler negare che esistano
ovviamente casi di disattenzione e spesso di cattiva educazione è bene precisare
che il rispetto delle regole può e deve essere preteso ove le condizioni
oggettive lo rendano possibile e vi siano stati il tempo e il modo necessari ad
abituare l’utenza alle novità. Al
contrario l’introduzione della raccolta differenziata porta a porta ha assunto
nella nostra città connotati grotteschi fin dai suoi primissimi passi. Contravvenendo
alla consueta prudenza adottata in tutti i centri in cui da anni è stata scelta
la raccolta capillare prevedendo ampi periodi di sperimentazione che comprendessero
a lungo un doppio regime di conferimento (anche un anno), qui i cittadini di
molti quartieri si sono visti sottrarre dopo un breve preavviso i vecchi
cassonetti mentre molti di loro non avevano ancora i necessari contenitori
domestici a disposizione. Viste le prime gravi difficoltà e le numerose
lamentele già nel mese di Aprile Rifondazione Comunista si fece portavoce a
mezzo stampa di semplici proposte frutto di puro buon senso. Tra queste la
convinzione che un regime di conferimento già precario e zoppicante sarebbe
entrato definitivamente in crisi durante il periodo estivo alla luce dell’aumento
considerevole della popolazione, ci indusse a chiedere un potenziamento notevole
del numero delle isole ecologiche e degli orari disponibili per accedere alle
stesse, soprattutto in vista dei mesi più caldi. Con nostro stupore notammo
invece che oltre a non ricevere alcuna risposta pubblica nel merito, come
purtroppo spesso accade, in diverse zone della città le isole vennero
addirittura ridotte con l’estate alle porte e molte di esse sono ancora inspiegabilmente
inutilizzate e ben visibili dalla strada che costeggia il deposito dell’azienda.
In definitiva i cassonetti risultano chiaramente insufficienti e vengono
colmati troppo rapidamente, gli orari sono eccessivamente limitativi e in molti
sono costretti a scomode trasferte quotidiane in altre zone della città per
evitare di doversi mantenere la spazzatura in casa, nella speranza di trovare cassonetti
ancora utilizzabili. Non deve sorprendere purtroppo che diversi utenti, magari
al secondo o al terzo tentativo vano, abbandonino i sacchetti nei pressi dell’ennesima
isola stracolma. Tutto questo naturalmente si riversa in modo negativo sulla
qualità del lavoro degli operatori ecologici, costretti a far fronte a continue
emergenze e turni di lavoro sempre più pesanti per far fronte ad una gestione
scellerata. La cosa più assurda tuttavia è che tale situazione catastrofica si
verifichi in una città che paga una tra le somme più alte della provincia in
proporzione a popolazione e ampiezza del territorio (sei milioni di Euro annui!)
per il servizio in questione e imponga di conseguenza un’aliquota comunale
altissima e per nulla diversificata a seconda del reddito dei cittadini,
gravando pesantemente soprattutto sulle classi più deboli. Sembra una beffa pertanto
che proprio i quartieri più popolari e periferici risentano in misura maggiore
dei disservizi. E' bene ricordare inoltre che le cospicue cifre sottratte dalle nostre
tasche vengano tuttora incassate da una società raggiunta da interdittiva
antimafia. Per un quadro completo a ciò si aggiunga che anche la selezione del
personale impiegato nell’azienda sia avvenuta in base a criteri non trasparenti
e che in diversi casi le ragioni delle scelte compiute nelle assunzioni risultino
estremamente difficili da comprendere al di fuori di vecchie logiche
clientelari. Tutti gli elementi critici elencati sarebbero stati evitabili
seguendo l’esempio di altri comuni e promuovendo una sana gestione pubblica,
come da noi richiesto da anni nel più totale isolamento. Purtroppo però, come è ormai noto a settori sempre più vasti della
popolazione di Gaeta, non è possibile interloquire con questa Maggioranza o
condizionarne le scelte. Bisogna solo mandarli a casa.
Circolo PRC “Mariano Mandolesi”
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