"Il Comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo Comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente". Karl Marx

martedì 28 giugno 2022

Gaeta Italia: Terra di pace VIA LE BASI NATO!

 

Sabato 2 Luglio alle ore 17 in Piazza Roma a Gaeta si terrà la manifestazione nazionale unitaria contro le basi NATO nel territorio italiano. Hanno aderito tutte le forze sia a livello nazionale che locale che compongono un’alleanza per la difesa della Costituzione, per l’Italia del lavoro, indipendente, fuori dalla UE e dalla NATO.

La guerra in Ucraina, oltre alle gravi conseguenze umanitarie, ha generato profonde incertezze nello scenario economico globale, già ampiamente compromesso dalla pandemia, che peraltro nel nostro Paese ha visto una particolare politica tesa al controllo sociale;

i motivi che hanno scatenato il conflitto in corso tendono ad essere rappresentati dai media del nostro Paese con semplificazione propagandistica occultandone gli antefatti bellici iniziati a partire dal 2014 nonché le ragioni profonde che trovano le proprie radici in uno scontro geopolitico scaturito dagli equilibri precari conseguenti alla fine della guerra fredda;

la ripresa post-Covid si è completamente bloccata con l’insorgere della guerra, visto l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle difficoltà di distribuzione delle stesse;

gli effetti della crisi economica, pur estesa a livello mondiale, sono fortemente diseguali e si fanno maggiormente sentire in Europa, a causa della vicinanza con i paesi coinvolti nel conflitto ma anche per la dipendenza energetica dei Paesi dell’UE dalla Russia;

in Italia, ove appunto l’economia è fortemente condizionata dal punto di vista energetico, si registra un evidente rallentamento della crescita rispetto alle previsioni. Il conseguente ed inevitabile aumento dei prezzi energetici dovuto alla difficoltà di approvvigionamento, insieme all’aumento indiscriminato dei costi al consumo, sta creando una contrazione del mercato dell’importazione ed esportazione, con danni a cascata su tutte le fasce sociali e le categorie imprenditoriali;

l’inasprimento delle tensioni nei mercati delle risorse energetiche e delle materie prime (grano, mais, metalli) è dovuto principalmente al fatto che Russia ed Ucraina sono i principali fornitori di tali risorse, la cui mancanza produce gli effetti collaterali appena descritti;

in questo scenario, gli effetti economici “stagflattivi” sono destinati inevitabilmente ad aumentare: le strozzature dell’offerta innalzano l’inflazione e contraggono la produzione, con conseguenze devastanti, in prospettiva sui livelli occupazionali;

l’inflazione, erodendo il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, costringe le famiglie a consumare meno e le imprese a ritardare gli investimenti, alimentando un clima di incertezza e tensioni, oltre che un progressivo impoverimento della stragrande maggioranza della popolazione;

è evidente che alimentare con l’invio delle armi il conflitto in Ucraina concorre a mettere a rischio la pace internazionale ed a rendere il mondo meno sicuro. Occorre, pertanto, addivenire ad una risoluzione del conflitto attraverso ogni strumento diplomatico a disposizione, finalizzato a favorire il dialogo tra le parti. Occorre, altresì, sospendere ogni sanzione finanziaria che, storicamente, non ha mai risolto alcun conflitto e che, attualmente, non fa altro che produrre gravi ricadute sul nostro sistema economico;


Come già chiesto in Senato lo scorso 21 Giugno in occasione dell’ennesima votazione per l’invio di armi in Ucraina, scenderemo in piazza affinché il governo si impegni a:


ad attivarsi per mettere immediatamente in campo ogni azione diplomatica volta alla risoluzione del conflitto in atto, promuovendo il confronto e il dialogo tra le parti coinvolte;


a promuovere la neutralità dell’Ucraina in sede internazionale quale via pacifica di risoluzione del conflitto;


a non partecipare ad alcun intervento militare, a non inviare ulteriori armamenti, a ritirare

ogni assetto militare dispiegato e a farsi promotore dei valori di pace e dialogo, in seno all’Unione europea;


ad affrontare immediatamente l’emergenza democratica in cui ci ritroviamo dopo il

dossieraggio messo in atto dall’articolo del Corriere della Sera e suggellato dai documenti dei servizi segreti che drammaticamente mettono in discussione la critica al governo ed il diritto all’opposizione politica;


ad adottare politiche pubbliche volte a ridurre gli effetti economici della guerra su imprese e famiglie, quali l’aumento dei salari, la riduzione del cuneo fiscale, l’aumento delle politiche di sostegno alle famiglie disagiate, la riduzione in maniera drastica e definitiva del costo dei carburanti per autotrazione con eliminazione delle accise, la riduzione sistematica dei costi di rete per le utenze energetiche sia private che commerciali, l’eliminazione del fenomeno degli extraprofitti delle aziende di Stato da rimettere a disposizione della collettività, l’immediato blocco, in questa fase di crisi, dei licenziamenti come disposto nella precedente crisi pandemica;


a mettere in atto una politica energetica con interventi mirati a rendere l’Italia indipendente dalle importazioni di fonti energetiche e, nel contempo, renderla libera dalle fonti fossili e dall’energia nucleare in favore delle fonti energetiche rinnovabili;


a promuovere, nell’ambito delle sedi europee, l’istituzione di un fondo comune tra paesi membri al fine di sostenere e rendere perseguibili le raccomandazioni per il semestre;


ad accelerare la decisione sul tetto al prezzo del gas al fine di attenuare le gravissime difficoltà dei paesi più esposti alla crisi dovuta al conflitto;


a procedere con determinazione contro le speculazioni sul prezzo del gas e del petrolio come annunciato dal Ministro Giovannini in una sua intervista rilasciata ad un quotidiano.


Per un’Italia che torni ad essere sovrana e dare titolarità al popolo, oggi occorre come non mai chiedere l’uscita dalla NATO che è diventata strumento di offesa e non di Pace nel mondo.


Saranno presenti:


Igor Camilli - Comitato "NO DRAGHI"

Stefano D'Andrea - Presidente di Riconquistare l'Italia

Antonio Ingroia - Presidente di Azione Civile

Marco Rizzo - Segretario Generale del Partito Comunista

Francesco Toscano - Presidente di Ancora Italia

Fulvio Grimaldi - Giornalista e scrittore

Benedetto Crocco - Segretario locale del Partito Comunista


Partito Comunista Sezione “Mariano Mandolesi” Gaeta


sabato 30 aprile 2022

Report Triennale sullo Sfruttamento Stagionale

 Il Partito Comunista di Gaeta come oramai sua consuetudine ha contribuito a realizzare una triennale inchiesta operaia anonima sul lavoro stagionale nei comuni del basso Lazio, supportando la campagna “Basta Sfruttamento” che ha avuto un certo riflesso mediatico e trovato uno strumento funzionale nel web.


Gli anni in cui sono avvenuti i rapporti di lavoro indagati sono ripartiti tra il 2019, il 2020 e il 2021, concentrati per il 58,5% circa in questo ultimo, e i settori interessati sono stati soprattutto quello della balneazione, della ristorazione, del settore alberghiero-ricettivo e del commercio come era quasi ovvio aspettarsi. Il campione dei dipendenti esaminati sono per il 62,3% di sesso maschile e per il 37,7% di sesso femminile.

Quel che subito emerge chiaro dall'indagine è che prevalgono ancora pienamente nell'ambito stagionale il lavoro nero o quello illecito.



Solo il 43,4% degli intervistati ha dichiarato di avere avuto un “regolare” contratto di lavoro e fra questi il 13% ha firmato lettera di licenziamento anticipata, il 26,1% non ha ricevuto copia del contratto e il 43,5% non ne conosceva comunque il contenuto.

Coloro che invece lo conoscono dichiarano al 100% di aver svolto più ore lavorative di quelle previste con una media di 4,69 ore giornaliere in più che sale a 5,41 fra i part time (circa l'84,6% di questi). Il 30,77% dichiara di aver ricevuto una retribuzione effettiva inferiore a quella prevista dal contratto firmato e il 71,7% di aver svolto mansioni e compiti non previsti dal proprio contratto di lavoro.

Inoltre solo il 69,56% circa dei dipendenti con contratto dichiara che la durata del rapporto gli da diritto a percepire un’indennità di disoccupazione e questo conferma che il 60% circa dei lavoratori stagionali dell'area esaminata non percepirà alcuna indennità al termine del rapporto.

Il 56,6% di questi inoltre dichiara che durante il proprio rapporto di lavoro ha ricevuto dal datore trattamenti umilianti.




I dati mostrano ancora una volta che anche nei casi minoritari in cui viene stipulato un regolare contratto quasi mai esso viene rispettato, rimanendo in una sfera di totale illegalità in quanto a retribuzioni, ore effettive di lavoro, mansioni svolte.

In un quadro generale di questo tipo, al quale si è aggiunto pure la possibilità per gli inoccupati di percepire in alternativa un reddito di cittadinanza, è facile comprendere perché con le proprie scelte padronali le attività in questione hanno incontrato una maggiore difficoltà a soddisfare la propria domanda di lavoro, che se posta nel rispetto delle norme genererebbe tra l'altro un’occupazione aggiuntiva sensibilmente maggiore, tendendo poi così invece a quella attuale più sovrasfruttata, meno qualificata, meno formata e a maggior ricambio, ricercata a questo punto ancor di più fra i giovanissimi e/o le sacche di povertà più bisognose e ricattabili.


Il 62,26% dei dipendenti infatti dichiara di non aver già avuto in passato altri rapporti di lavoro con lo stesso datore, il 64,15% di non avere avuto una formazione specifica per il lavoro svolto, il 71,7% di aver svolto molteplici mansioni. Tutto questo contribuisce ad abbassare il livello dei servizi offerti e non valorizzare le competenze e le eccellenze che pure vi sarebbero in zona.


Inoltre solo il 7,5% dei dipendenti afferma di avere avuto contatti con rappresentanti sindacali o legali a loro tutela, soltanto il 52,8% afferma che saprebbe a quali figure rivolgersi. Eppure il 94,3 % dichiara comunque che sarebbe disponibile ad intraprendere eventuali iniziative di rivendicazione e di lotta quantomeno per i propri diritti negati.



Nonostante le denunce pubbliche, qualche conseguente iniziativa e il numero aumentato di vertenze intraprese a fine rapporto lavorativo, persistono comunque le condizioni sfavorevoli sconcertanti e la debolezza contrattuale e di tutela delle proprie condizioni da parte dei dipendenti stagionali, ancora privi di vero coordinamento, organizzazione e rappresentanza sindacale.


Le inchieste finora svolte dai Comunisti di Gaeta, seguite da assemblee, appelli pubblici di unità e il supporto finanche legale ai lavoratori in questione, non sono bastate finora per avviare una vera risposta collettiva in controtendenza. Il problema è soprattutto politico prima ancora che culturale e per cambiare davvero ci si trova a dover lottare contro un conglomerato di interessi di parte che coinvolge padroni, amministratori, istituzioni e finanche ormai la criminalità organizzata.



Da sempre sottolineiamo che una buona parte di tale sfruttamento avviene in settori come quello della balneazione ed alberghiero che con profitti altissimi e basse tassazioni operano per tempo limitato e con scarsa concorrenza su suolo demaniale, contribuendo alla sperequazione della ricchezza, l'accumulo di patrimoni renditieri, speculazione, distruzione del tessuto sociale dei nostri piccoli centri e la conseguente emigrazione giovanile.

Molte delle nostre valutazioni hanno tolto la possibilità di nascondere proprie colpe a chi troppo a lungo ha agito indisturbato o fatto finta di non vedere una realtà così evidente. Fa riflettere in tal senso pure che il 41,5% dei lavoratori stagionali dichiarano che in servizio è capitato loro di doversi allontanare con preavviso dal posto di lavoro per evitare ispezioni probabilmente non troppo inaspettate dai propri datori.


Abbiamo evidenziato con i fatti le volute carenze della legislazione nazionale sul lavoro e dei governi che l’hanno favorita alimentando tra l'altro il quadro della deregolamentazione degli organi di controllo, Ispettorato e Guardia di Finanza in primis che si mostrano anche loro malgrado del tutto inadeguati al compito assegnatoli. Abbiamo accusato appunto il mondo politico locale e degli amministratori che tutti non vogliono intervenire al fine di limitare un fenomeno di sfruttamento così persistente e favorirne il superamento. Abbiamo sottolineato come gran parte dei sindacati pure non sembrano possedere capacità e volontà di rappresentare questi lavoratori.

Oggi con questa ulteriore inchiesta che purtroppo conferma il quadro negativo passato ci prepariamo a nuove iniziative e nuove proposte politiche per affrontare questa annosa battaglia per il futuro che non potrà essere mai vinta senza unità dei lavoratori disposti a lottare per il loro potere.


PARTITO COMUNISTA – SEZIONE “MARIANO MANDOLESI” - GAETA


giovedì 10 febbraio 2022

Salviamo le piccole attività commerciali in crisi

Le proposte dell’assemblea popolare Difendi Gaeta:


le piccole attività commerciali di Gaeta, che non godono del fascino illuminato del centro cittadino, già messe a dura prova dai governi di centro destra e centro sinistra che hanno favorito l’espandersi del mercato della grande distribuzione e dei colossi d’oltreoceano come Amazon, sono state decimate da questi due anni di lockdown e restrizioni. Ma ora stanno per essere smantellate del tutto con il rincaro dei prezzi delle utenze, del carburante e del costo della vita in generale.

Da questa amministrazione, che da sempre ha favorito solo i renditieri dei grandi alberghi e degli stabilimenti balneari, non è arrivato alcun aiuto incisivo! Anzi con le tasse comunali al massimo, la realizzazione ai limiti della legalità del nuovo centro commerciale gate A, la sottrazione di posti macchina, e i cantieri dei lavori permanenti, ha contribuito ad acuire la crisi del settore, in cambio di qualche aiuola curata e rifacimenti di marciapiede dal dubbio gusto estetico e qualitativo.

Noi proponiamo invece se eletti, dei provvedimenti che riducano il peso fiscale sulle fasce più deboli e sulle piccole attività produttive scaricandolo sui più alti profitti e sulle posizioni di rendita, costi dei servizi gratuiti o proporzionati ai redditi anche grazie alla loro gestione pubblica, sostenuta di recente pure attraverso una petizione firmata da circa 500 cittadini.

Rimborso della tari alle piccole attività che in questi due anni di Covid hanno subito una diminuzione sensibile del reddito dimostrabile.

I costi dei grandi eventi come le luminarie vengano addossati interamente sulle spalle di chi detiene la ricchezza, e da chi ne trae realmente dei vantaggi economici.

Ripristino della legalità nei parcheggi, con equa distribuzione delle strisce bianche e grandi parcheggi all’entrata della città, forniti di servizi turistici e bus navetta elettrici per il centro, indirizzando i turisti in un percorso pedonale che rivaluti il primo tratto di via indipendenza che va da Calegna a Villa delle Sirene.

Le forze che ora si propongono come alternativa a Leccese in tutti questi anni sono state inutili, spesso traditrici del proprio elettorato, con i propri esponenti in Consiglio Comunale a votare quasi sempre con la maggioranza.

Noi invece che siamo stati attivi anche dopo le elezioni, con una sezione aperta tutto l’anno, siamo riusciti a battere l’amministrazione più volte, evitando la realizzazione del parcheggio privato di villa delle sirene, il forno crematorio, la privatizzazione del cimitero, la chiusura illegittima dei contatori dell’acqua, la chiusura del pronto soccorso!

Abbiamo lanciato un’alleanza sociale tra chi vive a fatica del proprio lavoro, Difendi Gaeta, dipendenti, lavoratori autonomi, piccole attività in crisi, ci riuniamo tutti i lunedì pomeriggio ANCHE DOPO LE ELEZIONI alle 17:30 in via Indipendenza 206, per organizzarci e difenderci da chi invece vuole cacciarci da Gaeta!


Assemblea popolare permanente Difendi Gaeta

Partito Comunista Sez.”Mariano Mandolesi” Gaeta


martedì 21 dicembre 2021

Difendi Gaeta: il Partito Comunista lancia un appello per un’alleanza sociale in città.

In questi dieci anni di amministrazione Mitrano abbiamo denunciato come Gaeta stesse diventando sempre di più un luogo per pochi privilegiati, con aumenti delle tasse e degli affitti, perdita costante della popolazione che dopo 60 anni è tornata a scendere sotto i 20.000 abitanti, e aumento della ricchezza nelle mani di costruttori, balneari, albergatori e percettori di grandi rendite. Spesso ci siamo ritrovati l'unico partito nel condurre importanti battaglie popolari che ci hanno visto battere in più occasioni, pur non avendo consiglieri comunali, l’amministrazione in carica, come è stato il caso del mega parcheggio privato di Villa delle Sirene, la proposta di delibera popolare contro la chiusura dei contatori di Acqualatina, o la lotta contro la realizzazione del mega forno crematorio sempre e rigorosamente privato. Ma sono pure tante le altre mobilitazioni che abbiamo portato avanti insieme ai cittadini in questi anni: la difesa del presidio ospedaliero di Gaeta, la lotta contro il tentativo di privatizzare ulteriormente i servizi cimiteriali e quindi farne aumentare ancora i prezzi, la campagna contro lo sfruttamento dei lavoratori stagionali; abbiamo pure raccolto e consegnato migliaia di firme di cittadini arrabbiati e delusi dalle scelte amministrative e che pretendevano altro, come nel caso di proposta di un piano parcheggi decentrato e collegato con il centro città tramite trasporti pubblici, o per la gestione pubblica, tramite Azienda Speciale e sotto il controllo di un comitato degli stessi lavoratori, dei principali servizi offerti dalla città, dalla raccolta dei rifiuti, alla gestione dei parcheggi, del verde pubblico, alla gestione delle spiagge, tutti ambiti invece in mano a privati con il risultato che i servizi sono sempre più costosi e allo stesso tempo anche più scadenti.

L’azione di chi, presente in consiglio comunale, doveva opporsi a queste politiche fatte di privatizzazioni e regali agli amici degli amici, è stata spesso inefficace se non addirittura complice quando si è trattato di prendere scelte strategiche a favore di privati: emblematiche in questo senso sono le votazioni all’unanimità di molte delibere".

D'altronde questi personaggi, che a livello locale spesso si dichiarano civici, fanno ognuno riferimento ai partiti che ormai tutti assieme da destra a sinistra governano con Draghi e che allegramente stanno portando avanti anche a livello nazionale le stesse dinamiche dell’amministrazione Mitrano, svendendo l’Italia a banche e multinazionali.

La stessa “fresca” (si fa per dire) candidatura a sindaco di D'amante non è un segnale di novità e rottura con pratiche del passato, ma piuttosto parte di uno scontro fra correnti per riprendersi la guida del Partito Democratico di Gaeta e limitare i danni dell’inconsistenza dell'agire politico quantomeno decennale di chi ora lo sostiene. Così è pure per i nomi di ulteriori candidati a sindaco che circolano.

Non esiste oggi una parte migliore del PD così come non esiste una destra nazionale che tenga davvero alla sovranità del popolo. Sono ambedue oramai, insieme a quel che rimane delle macerie dei 5stelle, facce della stessa medaglia, un Partito Unico Liberale (PUL) che assoggetta il paese alla mercè della Banca Centrale Europea, delle multinazionali, degli industriali speculatori che spremono gli operai fino all’osso e poi spostano la propria sede in Olanda e la produzione in paesi più poveri, o dei grandi colossi di internet che guadagnano miliardi senza pagare un euro di tasse.

In questo percorso di avvicinamento alle elezioni comunali del 2022 abbiamo partecipato ad alcuni incontri con chi si sta presentando come alternativa all’attuale amministrazione, ma ci siamo trovati davanti i soliti carrozzoni elettorali, quelli acchiappa poltrona nati poco prima del voto e che cesseranno di esistere subito dopo, senza volontà di compartecipazione dei cittadini nel tempo e che quindi lasciano isolati gli eventuali consiglieri eletti a fare politica per se stessi e uno sparuto giro di seguaci, che poi così si dimostrano spesso inutili o addirittura dannosi e traditori del proprio elettorato. Diciamo inoltre che non basta fare ammucchiate contro Mitrano e poi Leccese se poi si propongono le loro stesse politiche.

Per questo, sulla scia di quanto abbiamo invece già percorso con parte della città, lanciamo ora un appello di alleanza sociale tra chi appunto vive del proprio lavoro e non si sente rappresentato da questo sistema che perpetua sempre le stesse dinamiche clientelari e privatistiche nel nome del profitto di pochi, un percorso che vada oltre il momento del voto come un patto per DIFENDERE GAETA nel tempo, da ingiustizie e aggressioni di speculatori privati (esempio il caso piazzale “ex stazione” da noi denunciato subito dopo l’inaugurazione dei lavori di Zingaretti) spesso neanche locali e facenti capo a Mafie e Multinazionali, per TUTELARE IL TESSUTO SOCIALE DEL NOSTRO TERRITORIO e SALVAGUARDARE L’AMBIENTE da cementificazioni, privatizzazioni e inquinamento. Per un PERCORSO DI LOTTE E RIVENDICAZIONI COMUNI con quella parte della città che vive a fatica del proprio lavoro, siano essi partite IVA o stagionali delle attività turistiche, precari vari del terziario, dipendenti stabili delle ormai poche realtà produttive rimaste con difficoltà in piedi o proprietari delle piccole attività commerciali, da anni in crisi, che non godono del luccichio delle luminarie, ma che invece, soprattutto in questi due ultimi anni di Covid, hanno assistito impotenti al drastico calo delle proprie entrate a fronte invece di una sempre maggiore tassazione sia a livello nazionale che locale, mentre i più grandi e ricchi godono di esenzioni o sconti (es. Amazon a livello nazionale e alberghi e stabilimenti balneari a livello locale). Un’alleanza PER DIFENDERE i diritti sociali fondamentali come il DIRITTO AD UN LAVORO DIGNITOSO (i precari vari così come i dipendenti Blu Service, Del Prete ed ex Panapesca sanno a cosa ci riferiamo…). Un’alleanza che allarghi e rilanci le nostre esperienze di coinvolgimento e lotta politica che si sono dimostrate sempre vincenti quando hanno visto la partecipazione dei cittadini.

Per questo invitiamo tutti i soggetti interessati a partecipare all’Assemblea permanente di questa costituente alleanza sociale, riunioni aperte che si terranno ogni Lunedì pomeriggio, a partire già dal 27 Dicembre, dalle 17:30 in poi, presso la nostra sezione in Via dell’Indipendenza 206. Coinvolgendoli in un percorso elettorale comune, permettendo con il loro sostegno, impegno, competenza ed eventuale candidatura, contiamo di portare finalmente al centro del dibattito politico gaetano il tema del lavoro, della ridistribuzione più equa della ricchezza e della vera ecologia.

IL PRIMO OBIETTIVO E’ TORNARE AD AVERE CHI DAVVERO LI RAPPRESENTI NELLE ISTITUZIONI, E INSIEME QUESTA VOLTA CE LA FAREMO !!!

Partito Comunista – Sezione “Mariano Mandolesi” – Gaeta

domenica 18 aprile 2021

IMPIANTO DI CREMAZIONE: LE PRESCRIZIONI DELLA PROVINCIA NON SI POSSONO IGNORARE

IL PC CHIEDE L’IMMEDIATA REVOCA DEL BANDO E CHE SI ACCANTONI IL PROGETTO

Rispetto alla lettera inviata dal Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina, riguardante la realizzazione dell’Impianto di Cremazione in località S. Angelo a Gaeta, erano già emerse alcune dettagliate indiscrezioni giornalistiche. Leggere tuttavia di persona e nella sua interezza la missiva protocollata il 16/03/2021, numero 010259, getta maggior luce sul suo contenuto e sulle gravi responsabilità dell’Amministrazione Mitrano, sostenuta dalle destre e dal Partito Democratico. La lettera contesta quanto riportato dalla Determina Dirigenziale numero 764 del 18/09/2020, prodotta dal Comune di Gaeta, riferita alle conclusioni della Conferenza di Servizi convocata per l’acquisizione dei pareri riguardanti la realizzazione dell’impianto. Prosegue recitando che “Nella suddetta Determina viene erroneamente ascritto alla Provincia di Latina un silenzio assenso di cui all’art. 14.ter co.7, della L.241/90 con motivazione di non aver dato seguito ad una richiesta del Comune di Gaeta, inoltrata con missiva prot. N 38162 del 11/08/2020, nella quale si invitava la Provincia a fornire più congrua motivazione al dissenso espresso con propria nota prot. 27127 del 11/08/2020, aggiungendo che in difetto avrebbe ricorso all’Istituto del Silenzio assenso…” E’ la stessa lettera della Provincia che tuttavia chiarisce in seguito come la richiamata comunicazione prot. 27127 del Comune di Gaeta sia stata preceduta da altre comunicazioni della Provincia, peraltro allegate alla presente, “…le quali contenevano esplicite richieste di integrazioni documentali non soddisfatte nel corso della procedura portata avanti da codesto Comune di Gaeta”. Nello specifico le integrazioni richieste, mai ottenute ed ignorate dal Comune di Gaeta riguardano due aspetti non soltanto indispensabili a norma di legge, ma essenziali per la tutela del territorio e della salute dei cittadini, proprio quelle peraltro contestate principalmente dai residenti. Parliamo delle emissioni in atmosfera, per le quali “…dovrà essere acquisita l’autorizzazione ai sensi dell’art. 269 del D.Lgs 152/06, previa presentazione di apposita istanza con le modalità previste dalla normativa vigente” e dell’autorizzazione “...agli eventuali scarichi di acque reflue ai sensi dell’art. 124 del D Lgs 152/06”. Tutte richieste precise e dettagliate, con tanto di riferimenti normativi, altro che silenzio assenso! A tali richieste nessuna produzione della dovuta documentazione è seguita da parte del Comune, fatto che induce la Provincia a ribadire con ulteriore nota del 09/04/2020 l’impossibilità di esprimere un parere in mancanza della dovuta documentazione. Si contesta al Comune pertanto il fatto che nella determina in oggetto, in modo sorprendente, non esista alcun riferimento ai pareri ed alle richieste precise espresse dalla Provincia chiedendo di integrare le palesi omissioni, oltre che di riformulare la determina eliminando i riferimenti erronei al silenzio assenso. Si chiarisce infatti che l’appellarsi a tale criterio da parte del Comune, oltre ad essere illegittimo e immotivato, è anche contrario alle leggi vigenti in materia poiché “secondo quanto prescritto dal c.4 dell’art. 14 della l. 241/1990 l’assenso senza condizioni non trova applicazione per quei procedimenti per i quali la disciplina europea prevede l’emissione di un provvedimento espresso (Emissioni in atmosfera e tutela acque, nella fattispecie)”. Alla luce di tutte queste ragioni la Provincia diffida il Comune a revocare eventuali autorizzazioni rilasciate per la realizzazione dell’impianto cimiteriale di cremazione e vietare l’emissione di agenti inquinanti senza le dovute autorizzazioni provinciali. Ci chiediamo come sia possibile, sulla base della situazione descritta, che il Comune non abbia ancora ottemperato in alcun modo alle richieste perentorie e non abbia interrotto l’iter per la realizzazione dell’impianto. Quali interessi spingono l’attuale Amministrazione a procedere in maniera cieca e sconsiderata per la realizzazione di un progetto che non porta alcun tipo di beneficio, se non per le tasche della ditta aggiudicatrice, senza curarsi né rendere conto dei rischi per la salute dei cittadini e dell’integrità del territorio, procedendo peraltro come dimostrato nella più totale illegalità? Ci sono forse promesse da mantenere e debiti da pagare in vista dell’imminente scadenza del mandato? Come si può spiegare altrimenti un comportamento tanto assurdo? Come Partito Comunista non possiamo che unirci ancora una volta con i cittadini in lotta tornando a chiedere a gran voce che l’Amministrazione rispetti le indicazioni della Provincia, interrompa subito l’iter del progetto ed il relativo bando di affidamento, accantoni in modo definitivo l’idea di realizzare questo impianto inutile e dannoso. 

PARTITO COMUNISTA, SEZIONE MARIANO MANDOLESI, GAETA

venerdì 2 aprile 2021

PARTITO COMUNISTA: FORTI DUBBI SUI DATI COVID-19 DI GAETA

 

CHIEDIAMO CHIARIMENTI ALL’ ASL, AL SINDACO MITRANO E ALL’ASSESSORE MORINI.


La città di Gaeta si è distinta nelle ultime settimane per un livello basso di contagi Covid, come risultante dai bollettini ufficiali quotidianamente diramati dalla ASL. I tamponi vengono effettuati principalmente presso il Drive In del presidio Ospedaliero, un noto laboratorio privato che ha sede in città ed una postazione situata nei pressi della scuola elementare Virgilio, come stabilito da Deliberazione di Giunta del 30/10/2020 che sancisce un accordo tra Comune di Gaeta ed un centro diagnostico privato con sede nel frosinate, il quale la gestisce prevalentemente per lo screening di studenti e fasce più deboli. Eppure qualcosa non torna e sorge il dubbio più che legittimo che esistano vere e proprie falle nel sistema di monitoraggio e prevenzione affidato in larga parte ai privati. La tempestiva e regolare comunicazione di tutti i test con esito positivo all’ ASL di Latina e ai medici curanti dovrebbe non solo garantire dati aggiornati ed attendibili finalizzati a prendere le necessarie misure e seguire l’evolversi della situazione ma anche e soprattutto a scongiurare che alcuni positivi eludano la quarantena obbligatoria ed i controlli diffondendo il contagio. Tuttavia sorgono forti perplessità che ciò accada realmente alla luce di alcuni elementi concreti. Tra i principali è da annoverare il brutto episodio che ha visto tre positivi tra i dipendenti comunali malgrado il municipio sia rimasto aperto per ben tre giorni senza alcun intervento di sanificazione. I tre dipendenti avrebbero eseguito il test presso la postazione di fronte al Virgilio nella mattinata di lunedì 29 Marzo ma i bollettini ufficiali della ASL nel giorno interessato riportano inspiegabilmente solo 2 casi in totale per la città di Gaeta, altri 2 nel giorno successivo. Gravi ritardi e omissioni sono ipotizzabili anche alla luce del fatto che in molti casi le stesse persone contagiate, per senso civico e di responsabilità, rendono subito nota attraverso social ed altri strumenti la propria condizione. Tali riscontri, se messi insieme, sembrano spesso discordanti con i dati resi pubblici nei bollettini ASL. Cosa ancor più preoccupante è che diversi cittadini ci hanno informato direttamente attraverso il nostro servizio “Soccorso Rosso” del fatto che, seppur risultati positivi, hanno constatato con sorpresa che la propria condizione non risultasse in alcun modo alle autorità mediche e alla ASL. Questi elementi e testimonianze, sommati ad un timore sempre più diffuso e radicato che serpeggia in città, ci inducono a chiedere immediatamente di fare chiarezza e rassicurare la popolazione smentendo in modo credibile e documentato che possano esistere casi non registrati di cittadini positivi e che non ci siano falle nel sistema di screening locale. Chiediamo pertanto all’ ASL di Latina e principalmente all’Amministrazione comunale di Gaeta nelle persone del Sindaco Mitrano e dell’Assessore alla Sanità Morini di rendere noto se il sistema esistente e gli accordi stipulati, soprattutto le convenzioni stabilite con i soggetti privati, prevedano la possibilità anche minima che dati così sensibili non vengano prontamente comunicati alle autorità sanitarie e non risultino nei dispacci ufficiali, oltre a chiarire che la parte pubblica, l’Ente locale e la ASL svolgono la doverosa attività di controllo in merito, spiegando altresì le evidenti discrepanze emerse.  

PARTITO COMUNISTA, SEZIONE “MARIANO MANDOLESI”, GAETA